In zona San Mames c’è silenzio, la Cathedral si sta preparando ad accogliere il Napoli nel catino che chiamano “l’inferno dei vivi”. Sono sedici anni che l’Athletic Bilbao non partecipa alla Champions League, l’evento è molto sentito non solo per il prevedibile dato del tutto esaurito allo stadio ma in tutta la regione basca, non solo a Bilbao, si vedono bandiere ai balconi. E’ una vigilia lenta ma che gradualmente esploderà nel calore e nella battaglia del San Mames. I giocatori di valore e d’esperienza si caricano in questi contesti, il Napoli s’affida a Gonzalo Higuain che, infatti, ha un’ottima tradizione contro il Bilbao, auspicandosi che i suoi compagni siano ispirati come lui.
Il progetto Napoli non è solido, lo sosteniamo da tempo: il principale introito deriva proprio dalle coppe europee, De Laurentiis non ha uno stadio di proprietà, un centro sportivo. Il brand e il marketing hanno fatto passi da gigante ma ci si muove nell’immateriale e in una società di questo tipo arrivare ai gironi di Champions segna il confine tra il navigare a vista e il pensare in grande. La crescita del club azzurro è una bellissima favola nazionale ma quando si va all’estero ci si rende conto del divario enorme con gli altri Paesi. Juventus e Roma stanno cercando di inseguire i top team ed, infatti, hanno considerato l’impianto sportivo di proprietà una priorità assoluta, a differenza di De Laurentiis che, invece, attendeva delle mosse più concrete da parte del Governo Renzi per agire in tal senso.
Per una società come il Napoli la Champions League è molto più di una competizione a cui partecipare, è ossigeno sotto tutti i punti di vista di un piano societario che non ha grande lungimiranza, si costruisce sui cicli dei propri allenatori. Quello di Benitez potrebbe terminare a fine anno e anche l’incertezza sul rinnovo del tecnico ha rallentato la campagna acquisti. Rafa ha avuto nella scorsa stagione contatti con Manchester United e Valencia, ha glissato per rispettare l’impegno biennale con il Napoli, ha sospeso l’argomento contrattuale e si guarderà sicuramente intorno nel corso della stagione.
Siamo ad inizio stagione ma la settimana appena iniziata è già cruciale: oltre al ritorno del play-off di Champions League, siamo agli ultimi giorni del calciomercato che termina il 1 Settembre alle ore 23.
Bigon ha molte idee in testa, lavora su più tavoli: naturalmente lo spessore degli obiettivi da raggiungere è condizionato dal risultato di mercoledì sera. In serata si dovrebbe sapere il responso ufficiale degli esami medici di Fellaini, in base alla diagnosi si capirà se la trattativa con il Manchester United ha ancora un senso e su quali condizioni può essere sostenuta. Gli uomini-mercato del Napoli hanno altri due fronti aperti in Inghilterra: Sandro del Tottenham con l’intermediario Stefano Castagna e Lucas Leiva del Liverpool che ha mandato dei messaggi chiari a Rafa Benitez. Sandro può arrivare a titolo definitivo se gli Spurs abbassano le pretese d’inizio estate per un giocatore ai margini delle idee di Pochettino, per Lucas Leiva si lavora sul prestito, bisogna capire la disponibilità del Liverpool. Il piano B, in caso di “retrocessione” in Europa League, si muove su tre nomi: Camacho del Malaga, assistito dagli stessi agenti di Michu, Obiang della Sampdoria e lo svincolato Mbia. I movimenti in entrata incideranno anche su quelli in uscita: il Milan, dopo aver chiuso per l’attaccante che sostituirà Balotelli, andrà alla carica negli ultimi giorni di mercato per portare in maglia rossonera Dzemaili e Pandev. L’affare dovrebbe chiudersi su una cifra intorno ai 4-5 milioni di euro. Gargano è un punto fermo e non si tocca fino al San Mames, si vedrà negli ultimi giorni di mercato solo dopo eventuali rinforzi, per Radosevic il progetto di Bigon e compagni è mandarlo in prestito portando il ’96 Romano ad alternarsi tra Primavera e prima squadra.
Può succedere ancora di tutto sul mercato ma il Napoli ha commesso un grave errore a presentarsi al play-off di Champions senza aver compiuto la ristrutturazione del centrocampo richiesta da Benitez. La ricerca dell’equilibrio tattico, tanto invocato dall’allenatore spagnolo, passa proprio per la mediana, dove serve assolutamente un elemento di spessore, intelligenza tattica, capace di fare le due fasi. Il gol di Muniain è l’ennesimo fotogramma delle difficoltà del centrocampo nel compiere i movimenti di ripiego, di sostenere la fase difensiva dell’intera retroguardia. Arrivare ad una sfida fondamentale per l’economia di tutta la stagione con tre giocatori inizialmente fuori dalle idee di Benitez (Maggio, Britos e Gargano) mette in luce la profonda difficoltà di De Laurentiis a mettere in campo le idee dell’allenatore. Il patron l’ha confermato anche all’incontro con una delegazione dei tifosi tenuto martedì scorso a Castelvolturno, palesando l’impasse vissuta dal Napoli che non riesce a trovare la retta via tra i rifiuti rimediati sul mercato, l’incertezza riguardo al rinnovo di Benitez e soprattutto sugli introiti della Champions League.
In passato il mercato è stato finanziato anche con le cessioni eccellenti, basta ricordare l’impatto dei 64 milioni di euro incassati con la partenza di Cavani. Quest’estate sono partiti Fernandez, Behrami ma nessuna uscita considerevole: davanti a delle buone offerte il Napoli avrebbe sicuramente traballato per Hamsik e Zuniga (il rapporto del colombiano con Benitez e con la società è ormai deteriorato), ma la stagione vissuta con molti mesi ai box per entrambi ha fatto in modo che non ci fossero pretendenti motivate a portarli via da Castelvolturno. Anche una proposta di venti/venticinque milioni per Hamsik sarebbe stata presa seriamente in considerazione da Bigon e De Laurentiis.
Chi sicuramente non partirà entro il 1 Settembre è Lorenzo Insigne, che, nonostante le tante voci di mercato, ha solo una grande voglia di rialzare la testa dopo l’episodio del San Paolo e di dare il suo contributo per gli obiettivi del Napoli. I suoi agenti hanno avuto contatti con tante società: Arsenal, Liverpool, Borussia Dortmund, Atletico Madrid, Juventus. Tutti questi club si sono rivelati interessati ad Insigne, ma si tratta di colloqui di mercato, discussioni per il futuro, ipotesi aperte che gli addetti ai lavori devono pianificare quando si tratta di situazioni complesse come quella del talento di Frattamaggiore. Benitez ha preteso la sua permanenza, De Laurentiis e Bigon pensano che sia un patrimonio del Napoli da difendere e da custodire per lungo tempo, nonostante gli screzi avuti con il pubblico e soprattutto con la società, dopo che sono saltati a causa di clausole contrattuali alcune importanti opportunità pubblicitarie. Insigne deve solo trovare la sua tranquillità, dimenticare l’errore compiuto nel reagire al pubblico e mettersi al servizio del Napoli che ha bisogno delle sue qualità: fantasia, classe e generosità. Il futuro è poi tutto da scrivere, da vivere senza conclusioni affrettate e senza farsi coinvolgere dal vortice di voci che si rincorrono senza alcun senso.
Dal nostro inviato a Bilbao Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro