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Segnali enigmatici dal mercato, a Gennaio serve più di un rinforzo

La domenica regala buone notizie sia sul fronte ambientale che su quello tecnico-tattico

E’ una grande domenica al San Paolo. Non è solo la “manita” al Pescara a far sorridere Mazzarri e la squadra, ma tanti fattori che allontanano la delusione di due settimane fa dopo il pareggio contro il Milan.

La discreta presenza di pubblico nonostante l’orario non entusiasmante, i cori contro la Juventus per trasmettere entusiasmo ai ragazzi, gli applausi scroscianti che chiudono la parentesi dei fischi nelle gare contro Torino e Milan, il ritorno ai microfoni di De Laurentiis che da così un segnale di presenza negli equilibri tra la società, l’allenatore e la squadra.

Notizie importanti dal punto di vista ambientale ma ce ne sono anche altre riguardo all’aspetto tecnico-tattico.

Si è rivista con maggiore ordine l’impostazione tattica costruita da Mazzarri nel ritiro di Dimaro con Behrami lottatore, Inler costruttore di gioco, Hamsik che agisce tra le linee aprendo gli spazi sia per le conclusioni dello svizzero che per i movimenti di Insigne. Manca la spinta sugli esterni, meno brillanti rispetto alle scorse settimane. Zuniga al rientro dall’infortunio non ha ancora mostrato lo smalto dei tempi migliori, anche sulla fascia sinistra la fase propositiva funziona molto meglio che a destra, dove Mazzarri ha concesso un turno di riposo a Maggio preferendogli Mesto. L’ex genoano ha ben figurato in fase difensiva ma non può assicurare la pericolosità dell’esterno della Nazionale dei tempi migliori.

Il tecnico di San Vincenzo, conscio di questo problema, ha puntato sui movimenti tra le linee che hanno fatto a pezzi la peggiore difesa della Serie A. I limiti difensivi del Pescara ed il gol di Inler dopo nove minuti hanno favorito gli azzurri ma anche a Cagliari, dopo l’ingresso di Vargas, si era vista più fluidità nei movimenti tra le linee ed il gol di Hamsik arrivò proprio su questo versante.

Le uniche ombre nella “manita” azzurra sono il calo di concentrazione che ha favorito il gol di Bjarnason e soprattutto la paura nella gestione del vantaggio subentrata dopo la rete pescarese. Il Napoli ha abbassato il baricentro e ha concesso ad un Pescara quasi incredulo di presentarsi anche con discreta frequenza negli ultimi venti metri. La strigliata di Mazzarri nell’intervallo, confermata anche dalle dichiarazioni di Cavani, ha dato la svolta alla partita. Il Napoli nella ripresa è entrato con un piglio molto più deciso, determinato a chiudere subito la pratica ed, infatti, ha dilagato. Le parole di Mazzarri in conferenza stampa nel post-partita hanno chiarito la sua criticità per quanto visto nel primo tempo dopo il doppio vantaggio: “Sicuramente c’è qualcosa che non va in tal senso, l’abbiamo fatto troppe volte. Se vogliamo lottare per il vertice, in vantaggio dobbiamo centuplicare le nostre forze, aumentare il ritmo. Mi aspetto anche una risposta in termini di mentalità nella prossima partita”.

La notizia di giornata è, però, il ritorno ai microfoni di De Laurentiis che ha espresso la sua gioia per il rendimento in campionato, sottolineando i dodici punti in più del Napoli rispetto alla scorsa stagione. Il patron ha parlato anche di mercato, annunciando che non si tirerà indietro al cospetto di occasioni importanti ma ha specificato che si aspetterà la crescita di Vargas. Analizzando le parole del patron e di Bigon, si possono individuare anche le strategie del club. Secondo la società, il reparto difensivo è ben attrezzato per affrontare anche un’eventuale squalifica di Cannavaro e sugli esterni le difficoltà nel piazzare Dossena bloccano possibili operazioni in entrata. La priorità assoluta è il centrocampo anche per la cessione già programmata al Pescara di Donadel (agli abruzzesi dovrebbero andare anche Fideleff ed El Kaddouri, che, infatti, ieri ha esordito in Serie A e si è messo in mostra agli occhi di Delli Carri e Bergodi). Il rebus è in attacco; De Laurentiis non vuole sentir parlare della cessione di Vargas, le condizioni fisiche di Pandev sono un rebus ancora non chiarito dallo staff medico e comunque, anche con tutto il parco attaccanti teoricamente a disposizione, Mazzarri non può contare su un vice-Cavani, cioè su un giocatore capace di dare profondità alla squadra quando non c’è il Matador.

Sono segnali enigmatici, il problema è sempre lo stesso: la problematica ricerca del compromesso tra le esigenze della società e quelle dell’allenatore. Il nome fatto dal tecnico di San Vincenzo è quello di Sergio Floccari, ma la Lazio non vuole cederlo in prestito, ma a titolo definitivo previo un esborso di cinque milioni di euro da parte del club di De Laurentiis. Il meccanismo s’inceppa sulla questione della programmazione, impossibile da pianificare con tranquillità con un allenatore in scadenza di contratto. Il presidente è preoccupato dall’acquisto di un attaccante sulla trentina d’anni che non può garantire per vari motivi un lungo utilizzo in prospettiva: condizioni atletiche, difficoltà d’inserimento, esigenze dell’eventuale prossimo allenatore. Resta una sola certezza: le tre vittorie consecutive non devono produrre illusioni, quest’organico ha bisogno di rinforzi per stare nelle prime tre posizioni in classifica, soprattutto quando tornerà l’Europa League. Non basta un centrocampista, a Gennaio serve più di un acquisto per avere un organico con cui si possano affrontare serenamente tutti i possibili problemi dei “titolarissimi”: infortuni, squalifiche e cali atletici.

Al mercato, però, manca ancora qualche settimana; il presente ci proietta verso Inter-Napoli con in mezzo l’appuntamento di giovedì contro il Psv Eindhoven. Sarebbe giusto far debuttare Bruno Uvini per misurare le sue potenzialità in un contesto più complicato della Primavera, ma soprattutto dare un segnale importante sul valore del proprio settore giovanile, facendo esordire Fornito, uno dei migliori talenti del vivaio, definito un “nuovo Hamsik” da Mazzarri in ritiro. La crescita dei giovani passa anche per queste scelte. Per il Napoli il vivaio deve essere una priorità; senza scomodare il Barcellona, basta pensare su quanti elementi dei propri settori giovanili stanno puntando Inter, Juventus, Milan e Roma.

Ciro Troise

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