Mancano sei giorni all’inizio del campionato, alla notte di Reggio Emilia che farà ripartire il calcio vero, quello della posta in palio, dei tre punti, della classifica e delle tensioni e pressioni che esso produce. Finora Sarri ha conosciuto l’aspetto più bello di un top team: il calore dei tifosi, la possibilità di lavorare con calciatori di livello nettamente superiore, la formazione dell’identità tattica della squadra, un aspetto in cui l’ex allenatore dell’Empoli si è dimostrato molto capace, come ha già dimostrato in Toscana.
Da domenica sera si entra nel vivo, la testa di Sarri sarà piena di riflessioni, indicazioni e sicuramente trasparirà anche un po d’emozione per il “primo giorno di scuola” in una big. Il precampionato è finito con l’ultima amichevole di Latina dove sono emersi vari concetti importanti in vista dell’inizio della stagione. Il Napoli nel primo tempo ha stentato, Insigne e Callejon tendevano a schiacciarsi sulla trequarti, Lorenzo ha cercato troppo la soluzione personale quando, invece, è fondamentale la consegna tattica di ricercare sempre la profondità, lo spagnolo è parso bloccato da una sorta di “sudditanza” nei confronti di Higuain come se il suo compito si limitasse ad assistere il Pipita. Il Latina riusciva a chiudere tutti gli spazi anche perchè si spingeva poco sulle fasce, l’ha fatto solo Ghoulam mentre era fondamentale che anche Hysaj variasse la pressione offensiva degli azzurri anche sulla corsia destra. Nel secondo tempo il gol di Hamsik ha sbloccato la partita, ha liberato a livello psicologico i ragazzi di Sarri, ha spento la resistenza difensiva del Latina indebolito anche da molti cambi. L’aspetto più positivo è che il Napoli ha conservato in tutte le sue gare la sua fisionomia di gioco. Nonostante l’evidente stanchezza per i tanti allenamenti, il possesso palla veloce, la ricerca della manovra “un tocco e via”, la tenuta difensiva hanno trovato continuità soprattutto nelle ultime due partite a prescindere dallo spessore dell’avversario.
La brillantezza da trovare è il principale cruccio di Sarri che ha sempre sofferto nelle partenze, a Latina nel primo tempo si è vista una squadra consumata dalla preparazione, poi la freschezza di chi è entrato nella ripresa ha aiutato molto. Il Sassuolo ammirato al Trofeo Tim è parso, invece, in buona condizione, ha velocità, ritmo e tante soluzioni offensive con la qualità di giocatori come Defrel e Berardi. Il Napoli ha nel centrocampo l’ago della bilancia, con Callejon, Mertens, Gabbiadini e Insigne questa squadra è strutturalmente impostata sul 4-3-3, il modulo che teoricamente permetterebbe di sfruttare al meglio le caratteristiche di tutti gli elementi del reparto offensivo. “Con la squadra ci siamo resi conto che con il 4-3-3 lasciamo tanto campo agli avversari”, diceva Sarri a Dimaro. Un’osservazione concreta, nel 4-3-1-2 è più naturale l’aiuto del trequartista in fase di non possesso (aspetto su cui sta lavorando Lorenzo Insigne) ma a prescindere dal modulo è da verificare la capacità del centrocampo di realizzare i movimenti giusti, d’accorciare sui portatori di palla avversari o di scivolare nella copertura delle posizioni. Hamsik nel ruolo di mezzala sinistra dovrà sacrificarsi molto in fase di non possesso e, oltre un difensore veloce e affidabile come può essere Maksimovic, è fondamentale che il Napoli rinforzi anche la mediana con un giocatore di corsa, bravo nelle due fasi, che dia sostanza al reparto. Jacopo Sala del Verona sarebbe una buona soluzione, si tratta di un giocatore duttile che potrebbe dare il suo contributo anche da esterno basso ma non basta. Considerando la probabile partenza di Dezi in prestito, serve anche un’altra mezzala. L’interesse per Soriano è concreto ma il centrocampista della Sampdoria ha dato priorità a Mihajlovic e al Milan che, però, ha bisogno come il Napoli di effettuare prima delle cessioni. L’era Benitez dimostra che l’equilibrio si costruisce con la solidità del centrocampo, il Napoli deve lavorare in tal senso sul mercato e sul campo. Dovrà essere bravo Sarri a dare un’anima duttile, multiforme agli azzurri, ci sarà bisogno di saper indossare più vestiti in base al corso delle partite, senza avere riverenze nei confronti di nessuno e avendo come fine ultimo solo il bene della squadra. In attacco c’è abbondanza da gestire e le interviste dei procuratori di Gabbiadini e Mertens mettono in luce le varie insidie del lavoro di Sarri.
Il tempo, il campo, gli impegni che contano aiuteranno l’allenatore e il suo staff a trovare il livello massimo di concentrazione ma la società deve muoversi al fianco dell’allenatore proteggendolo nei fatti, soprattutto con il mercato. Ultimate le cessioni di Inler al Leicester e De Guzman all’Olympique Marsiglia, arriveranno gli assalti per Maksimovic e Sala mentre sarebbe veramente un peccato spezzare l’armonia creatasi tra El Kaddouri, il gruppo e Sarri. L’ex Torino può rappresentare un’alternativa importante come trequartista nel 4-3-1-2 oppure una risorsa nel 4-3-2-1 più volte provato a Dimaro ma anche essere schierato da mezzala sinistra in caso di 4-3-3 in caso di necessità. Il suo contratto scade nel 2017, il Napoli farebbe bene a trattenerlo rinnovandogli anche il contratto in modo da puntare su di lui anche in prospettiva. L’organico a disposizione di Sarri in fase offensiva è ricco di qualità, bisogna solo lavorare per far rendere tutti al meglio senza stravolgimenti mentre dal mercato servono innesti per la fase di non possesso, a centrocampo, sugli esterni e al centro della difesa. Mancano quattordici giorni: a Giuntoli il compito di accelerare riguardo alle entrate ed alle uscite, a Sarri e alla squadra quello di trasmettere entusiasmo sin dalla partenza. I soli tremila abbonati rappresentano un segnale serio, i tifosi hanno perso fiducia nella società, il dato è emerso già nella scorsa stagione. L’avvento definitivo della pay-tv, le limitazioni del San Paolo, i prezzi addirittura in aumento per i nuovi abbonati, il calcolo per cui a fine stagione la corsa al singolo biglietto conviene, sono tante le motivazioni per la drastica riduzione degli abbonamenti rispetto agli anni scorsi ma tutto si può riassumere nella scomparsa dell’empatia tra la piazza e la società. C’è un solo modo per riempire il San Paolo, innescare l’entusiasmo generale: costruire un organico completo, fortemente competitivo e vincere a partire dalla partita del Mapei Stadium.
Ciro Troise
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