“E’ il mio Napoli più bello”, De Laurentiis il 31 Ottobre scorso lo dichiarò alla vigilia della trasferta di Genova. E’ proprio così, il Napoli di Sarri nelle quattordici partite dopo la svolta tattica e il passaggio al 4-3-3 è la squadra più bella nell’era del presidente De Laurentiis.
Il Napoli della prima stagione di Benitez aveva conquistato dopo tredici giornate ventotto punti, gli stessi che ha adesso la formazione dell’ex allenatore dell’Empoli ma non trasmette le stesse sensazioni. Quella squadra riuscì a costruirsi un’identità, ad acquisire anche in Champions League un’anima offensiva, fortemente propositiva e in alcune gare mostrava un gioco armonioso e spettacolare ma non dava certezze, non esprimeva solidità a causa della storica difficoltà a darsi un preciso equilibrio nella transizione difensiva.
I punti erano gli stessi, l’avventura in Champions League fu bella e sfortunata ma le prospettive di questo gruppo sembrano essere molto più illuminanti. Il Napoli ha un suo spartito tattico e non lo abbandona mai, non si snatura anche quando, complice l’atteggiamento in campo dell’avversario, non riesce ad essere brillante, resta compatto e corto con la partecipazione di tutta la squadra alla fase difensiva.
Lo sviluppo del suo gioco è completo, ha pazienza nella costruzione della manovra, unisce alla capacità di fraseggiare nello stretto anche l’attacco alla profondità nei tempi giusti. Queste caratteristiche fanno in modo che abbia la miglior differenza reti del campionato con ventiquattro gol realizzati e solo otto subiti, di cui sei nelle prime tre giornate contro Sassuolo, Sampdoria ed Empoli. I numeri straordinari non finiscono qui: gli azzurri hanno la miglior difesa in Europa League, Reina è secondo solo a De Gea per la capacità di tenere imbattuta la propria porta a livello europeo.
Lo spagnolo non subisce gol da 470 minuti, De Gea con il gol subito sabato in Watford-Manchester United si è fermato a quota 500 e Reina può superarlo con Napoli-Inter. Nella storia del club azzurro, Reina insidia Castellini al terzo posto e punta anche Zoff e De Sanctis in questa speciale classifica.
Guai, però, a parlare solo della fase di non possesso che rappresenta la base solida del gioco azzurro. A livello offensivo il Napoli è una macchina spettacolare, è la squadra che tira di più verso la porta avversaria, ben 177 le conclusioni in queste prime tredici giornate. Solo Higuain e Insigne hanno messo a segno diciassette gol, uno in più della capolista Inter che lunedì sera verrà a difendere il primo posto in classifica al San Paolo. Gli azzurri hanno uno stile di gioco sviluppato a ritmi alti, con intensità, fatto di verticalizzazioni frequenti ma palleggiano anche tanto. In serie A solo la Fiorentina ha una media più alta nei minuti di possesso palla, di trentadue minuti e diciassette secondi, il Napoli è fermo a ventinove minuti e ventinove secondi. La sfida contro l’Inter è un’importante prova di forza, l’insidia più pericolosa in termini tattici è la duttilità della squadra di Mancini che non ha un’identità precisa e in questo senso sa essere imprevedibile.
Il Napoli più bello dell’era De Laurentiis dev’essere protetto, tutelato perché ha le potenzialità per realizzare una stagione magnifica. Deve pensarci innanzitutto Sarri gestendo al meglio la rosa, tenendo tutti sul pezzo. Il primo esame da questo punto di vista arriva giovedì in Belgio, con la trasferta contro il Club Brugge, una sorta d’amichevole internazionale poiché il Napoli è già certo della qualificazione ai sedicesimi di finale e del primo posto nel girone. “Pensiamo solo al Bruges, c’abbiamo preso gusto ad andare a vincere sui campi di tutta Europa”, parlava così ieri in conferenza stampa Maurizio Sarri al “Bentegodi” di Verona. Non abbia paura il mister ad attuare un radicale turn-over. Merita una chance da titolare Sebastiano Luperto che negli ultimi mesi ha mostrato grandi progressi dal punto di vista tattico e fisico, Nelle ultime apparizioni con la Primavera ha messo in luce più autorevolezza, personalità oltre che grande concentrazione nella tenuta della linea e nel lavoro difensivo complessivo. Potrebbe arrivare il giorno del debutto dal primo minuto anche per Nathaniel Chalobah che merita di trovare spazio per valutare se può dare un contributo al Napoli. A Gennaio De Laurentiis e Giuntoli hanno un’occasione ghiotta: puntellare un buon organico che, però, pecca in profondità. Basta, infatti, qualche defezione per trasmettere ansia nella gestione degli uomini. Serve innanzitutto un’alternativa a Marek Hamsik, un centrocampista che sappia fare da regista aggiunto svolgendo i compiti dello slovacco nella costruzione del gioco, nella cucitura dei reparti. Soriano in tal senso sarebbe stato molto utile, bastano quindici milioni di euro per portarlo dalle parti di Castelvolturno.
In difesa solo l’eventuale partenza di Henrique potrebbe favorire un nuovo innesto mentre sarebbe un’idea interessante dotarsi di un’attaccante di peso, di un bomber d’area di rigore che accetti un ruolo da comprimario. Potrebbe rappresentare un’arma, una soluzione in più contro le difese schierate, i bunker, i muri che spesso sono eretti in serie A dalle piccole. Quello del Verona di Mandorlini è stato aggirato mentre contro Carpi e Genoa il Napoli non ce l’ha fatta, un uomo d’area di rigore, bravo nel gioco aereo potrebbe dare ulteriore forza al reparto offensivo azzurro.
La campagna trasferimenti inizia tra poco più di un mese, prima la società deve proteggersi nelle sedi opportune riguardo agli arbitraggi, nelle ultime giornate Juventus e Roma soprattutto hanno beneficiato d’episodi favorevoli mentre il rigore su Higuain al “Marassi” grida ancora vendetta nell’economia della classifica.
Ciro Troise
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