Conservazione o cambiamento?: è questo il dilemma che affligge il Napoli. La prima linea è rappresentata da Mazzarri che s’aggrappa all’amore per i suoi “titolarissimi” visto che la sua lista di top players è stata definita un elenco di ambizioni irraggiungibili, la seconda è espressione del pensiero della società che vorrebbe ridare fiato a quel progetto di squadra giovane, diventato un bel ricordo dei primi anni dopo il ritorno in Serie A.
Come in ogni sfida che si rispetti, il risultato è aperto; una volta vince il “Mazzarri pensiero”, un’altra volta il “De Laurentiis pensiero”, con Bigon a fare da “equilibrista” in una bilancia che pende più dalle parti del patron. Il direttore sportivo ha ottenuto il rinnovo del contratto per quattro anni proprio perché è riuscito a porsi negli equilibri interni come l’uomo-società, quella persona in grado di rappresentare il progetto aziendale.
Mazzarri è, invece, uno spirito libero; conscio del suo valore sul campo, si concede il diritto di restare sulla panchina del Napoli ma di dire, nei limiti del possibile, ciò che pensa. Lo sta facendo anche con maggiore libertà e serenità in quest’estate, la prima da allenatore con il contratto in scadenza.
Le sue conferenze stampa hanno chiarito molti dubbi su tutti i casi spinosi del mercato degli azzurri: da Gargano a Vargas al rinforzo sulle corsie laterali.
L’ultima amichevole, prima della partenza per Pechino, ha registrato uno scontro tra Mazzarri ed il centrocampista uruguagio, entrato con qualche minuto di ritardo per il secondo tempo di Napoli-Sporting Braga. L’allenatore del Napoli è noto per la sua intransigenza su certi aspetti ed, infatti, l’ha lasciato in panchina per tutta la ripresa. “Voglio giocatori motivati”, aveva dichiarato qualche giorno prima riferendosi proprio a Gargano. La querelle è stata formalmente chiarita, il Napoli, infatti, non ha inflitto nessuna multa al giocatore.
Gli argomenti della frizione tra Gargano e la società sono noti: l’uruguagio ha chiesto l’aumento dell’ingaggio da 900 mila euro a 1,6 e poi c’è la questione tattica sollevata da Mazzarri a Dimaro. “Siamo ripartiti dal centrocampo della finale di Coppa Italia, Behrami può svolgere parecchi ruoli, non esclude Gargano che lo utilizzai da mezzala a Siena, lui mi disse, però, che non si trovava bene in quella posizione e che preferisce giocare da centrale, quindi, potrebbe essere un’alternativa ad Inler”. Tra tutte queste chiacchiere, c’è un dato: Gargano è uscito dai “titolarissimi”, un’esclusione non solo tattica ma che rimanda anche uno spogliatoio dove, senza Lavezzi, il gruppo dei sudamericani non è più così influente. Il 3-5-1-1 di Mazzarri prevede Behrami, Inler, Hamsik come centrocampo base. L’ex viola si è inserito benissimo negli schemi del Napoli, assicurando gamba, intensità, dinamismo e profondità; buona anche l’intesa con Maggio sulla corsia destra”.
La stagione, però, è lunga e Gargano è una risorsa preziosa per la mediana; spetta a Mazzarri toccare le sue “corde” e convincerlo a mettersi a disposizione del progetto senza malumori. L’alternativa individuata sia a lui che ad un’eventuale riproporsi dei problemi fisici di Donadel era Poli, ma la trattativa per il centrocampista della Sampdoria si è arenata al cospetto della concorrenza di Juventus, Fiorentina e Milan.
La vicenda Vargas è ormai chiara (clicca qui per leggere l’approfondimento di sabato 4 Agosto): la società vuole insistere su un investimento di 11 milioni di euro, Mazzarri crede che gli ambiziosi obiettivi del Napoli non gli permettano di aspettare che si sblocchi e faccia esplodere il suo talento. “Parlerò di mercato dopo la Supercoppa”, ha detto l’allenatore che sogna per la sua carriera un ruolo di manager alla Wenger.
Il Napoli ha già sondato il terreno per Floccari con il suo agente Claudio Vigorelli e la Lazio per rinforzare la rosa con un vice-Cavani nel caso in cui nei summit post-Supercoppa la spunti Mazzarri. Il Torino è, invece, in pole su Chievo, Catania e Pescara per assicurarsi in prestito le prestazioni del cileno.
Riguardo all’esterno finora ha prevalso la linea Mazzarri. La società l’ha ascoltato ed ha provato in tutti i modi a prendere Balzaretti. Lunedì scorso, il laterale della Nazionale, prima di accettare l’offerta della Roma, è stato tentato dalle telefonate di Mazzarri e del presidente De Laurentiis che ha rilanciato con una proposta d’ingaggio di 1,7 milione di euro.
“Mercato? Parlatene con Bigon. Io sono stato sempre chiaro, l’eventuale rinforzo deve essere uno capace di migliorare l’undici di base, altrimenti meglio una scommessa. Io guardo il campo, se dovesse arrivare qualche nuovo elemento, lo valuterò con il mio staff”, così si è espresso Mazzarri nell’ultima conferenza stampa riguardo alle strategie di mercato riguardo all’uomo di fascia. Una situazione “work in progress” confermata anche da De Laurentiis che ha ammesso di seguire, come la Juventus, Wallace, esterno destro brasiliano classe ’94 della Fluminense ma non ha indicato trattative concrete in merito.
Il Chelsea comunque detiene il 40% del cartellino del giocatore dai tempi dell’affare Deco e sarebbe pronto a sferrare l’assalto. Cissokho resta in stand-by; il giocatore del Lione è stato seguito con costanza ma il Napoli non è convinto dell’affare e la settimana prossima il Tottenham e l’Inter potrebbero rilanciare.
Lo scouting intanto regala colpi alla Primavera di Saurini; dopo Lasicki ed Appiah, è in prova il centrocampista bulgaro classe ’94 Angelov e potrebbero anche esserci altri rinforzi.
Il mercato comunque fino a sabato può essere messo da parte per pensare esclusivamente alla Supercoppa. La tifoseria napoletana ha desiderato per troppo tempo il gusto della vittoria, della conquista di trofei e bissare il successo del 20 Maggio contro la Juventus sarebbe una gioia che darebbe entusiasmo a tutto l’ambiente. I bianconeri avranno un surplus di cattiveria agonistica per vendicare la finale di Roma e in virtù della vicenda Conte; il Napoli dovrà essere capace di stemperare la loro rabbia e minuto dopo minuto spegnere le loro certezze. Il precedente è favoloso riguardo alla Supercoppa: Napoli-Juventus 5-1 del 1 Settembre 1990. I bei ricordi nelle vigilie importanti aiutano.
Ciro Troise
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