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Napoli, qualcuno gioca ad alzare l’asticella: gli esami non finiscono mai…

La continuità e la gestione del turnover i prossimi esami della squadra, il rinnovo di Benitez e il mercato di gennaio le prossime sfide per la società

Gli esami non finiscono mai, diceva il grande Eduardo De Filippo. Chissà se Rafa Benitez nel suo viaggio dello scorso anno nella cultura napoletana si è interessato anche alle sue straordinarie opere. “Gli esami non finiscono mai” potrebbe essergli utile, potrebbe portarlo nella dimensione del suo Napoli che è proprio chiamato a sostenere un esame lungo una vita intera come si dice nella splendida commedia del 1973. Il Napoli sabato ha annichilito la Roma con una prova strepitosa sia dal punto di vista tattico che dell’intensità. Benitez invocava la compattezza e il Napoli in campo ha mantenuto l’atteggiamento giusto. I movimenti erano armonici sia nel pressing alto compiuto in maniera brillante che nella fase di ripiego in cui si scivolava in un 4-4-2 con le linee strette, ingabbiando i centrocampisti della Roma. I giallorossi provavano a far uscire Totti dalla marcatura dei difensori per aprire il gioco verso le corsie esterne ma anche sulle due fasce Callejon, Insigne, Maggio e Ghoulam hanno annullato gli avversari. Gli episodi aiutano, naturalmente il gol di Higuain dopo tre minuti ha favorito la partita degli azzurri. La Roma sembrava il Napoli post-Bilbao, che andava ko dopo ogni schiaffo subito. L’Europa regala le sue delusioni ad un calcio italiano in difficoltà, l’1-7 contro il Bayern nella mente dei giallorossi ha lasciato molte scorie oltre al deficit atletico che la Champions e i tanti infortuni subiti hanno causato.

L’aspetto psicologico è una componente fondamentale e la chiave della svolta è proprio nella testa. Il processo è stato lento e sembra finalmente a buon punto. Tutto è iniziato il 25 Settembre dopo l’incredibile pareggio contro il Palermo per 3-3. Benitez annulla il giorno di riposo e comincia ad entrare nella mente dei calciatori l’idea che bisogna spezzare l’inerzia della delusione, darsi una mossa per superare la crisi di risultati. Il processo continua con i tanti colloqui individuali e di gruppo tenuti da Benitez e dal suo staff. Sono tanti gli intrecci poi che hanno favorito la lenta ripresa: la fiducia trasmessa dai risultati, i reduci dal Mondiale hanno ritrovato la migliore condizione, alcuni singoli hanno ritrovato il gol trasformando di conseguenza il proprio rendimento. Insigne, Hamsik e Higuain sono i casi più importanti, con Lorenzo trascinatore, Gonzalo pronto a superare gli errori dal dischetto e Marek in ripresa nonostante non splenda ancora completamente il suo immenso talento. Lo slovacco nel primo tempo contro la Roma è stato molto utile, svolgendo più mansioni diverse: spesso andava a fare il pressing alto da seconda punta ma soprattutto in fase di possesso tra le linee dava molto fastidio ai giallorossi. La prestazione è stata quasi perfetta, bisognava solo essere più cattivi sotto porta perché addirittura nella ripresa Florenzi ha avuto la palla del possibile pareggio in una gara dominata.

Guai a pensare che i problemi siano risolti, le prove di questo spessore nascondono ciò che ancora non va, emerso anche nelle ottime partite disputate contro Verona e Atalanta: difficoltà ad aprire gli spazi delle squadre molto compatte, i vari errori difensivi nella lettura delle situazioni di gioco aereo oppure nell’inserimento degli uomini che si muovono tra le linee.

L’intensità e il ritmo della gara contro la Roma li hanno nascosti, il prossimo esame sarà verificare se ci saranno nuovi errori quando la squadra non si esprimerà ai grandissimi livelli della sfida contro i giallorossi. Poi c’è il necessario turnover, che favorirà l’ingresso in campo di alternative di livello nettamente inferiore ai titolari; bisognerà, quindi, gestire le forze ed essere capaci di portare a casa i risultati necessari anche senza i calciatori più importanti. Sarà sicuramente il tema della sfida di giovedì contro lo Young Boys in cui tanti rifiateranno dopo il tour de force di tre gare in sei giorni.

Ci sono gli esami di campo ma anche quelli esterni visto che qualcuno ha adottato il gioco dell’asticella: alzare il livello degli obiettivi per rendere il compito all’allenatore di turno sempre più complicato. Ora è lo scudetto la nuova frontiera come se veramente alla lunga il grande divario con gli organici di Roma e Juventus non sarà evidente.

La squadra è concentrata sui suoi prossimi obiettivi, la società ha il dovere di spiegare entro il mercato di gennaio qual è il progetto. De Laurentiis sabato è tornato allo stadio, ha percepito che neanche la rivalità contro la Roma e lo spessore dell’incontro ha riportato il San Paolo pieno perchè il pubblico è ancora scosso dalla delusione per il mercato di basso profilo che ha prodotto un’altra rosa incompleta e di conseguenza per il modo in cui è stato gestito il preliminare di Champions contro l’Athletic Bilbao. Ci sono due esigenze fondamentali durante il mercato di gennaio: un esterno sinistro e un difensore centrale. Il futuro di Zuniga è incerto, il suo ginocchio sinistro è un’incognita e, oltre al lungo stop in cui potrebbe incorrere con un’eventuale operazione, non può garantire continuità di rendimento in nessun caso. Ghoulam andrà a giocare la Coppa d’Africa, sulle fasce restano Maggio e Mesto con Britos e Henrique che rappresentano le alternative sia per i due centrali che per le corsie laterali. Se poi arrivassero un altro centrocampista e un vice-Callejon, la rosa guadagnerebbe veramente nuova linfa soprattutto nel caso in cui l’avventura in Europa League continui a lungo. Oltre al mercato, c’è un altra sfida che la società deve cogliere: il rinnovo di Rafa Benitez. De Laurentiis deve fare di tutto per continuare il progetto tecnico iniziato un anno e mezzo fa con l’allenatore spagnolo, altrimenti sarà l’ennesima occasione persa. Strutture, stadio, settore giovanile, mercato: aspettiamo che De Laurentiis faccia chiarezza. Certamente non basta qualche tweet per dimenticare tutto…

Ciro Troise

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