Che sofferenza! Le trasferte di Praga e Genova mettono in luce le difficoltà degli azzurri in questa fase della stagione. La rosa era corta, è noto a tutti da Dimaro e, con gli infortuni di Insigne, Zuniga, Michu e i problemi di Mertens, i limiti di questo gruppo si stanno palesando in maniera molto evidente. A Gennaio bisogna rimediare a quanto non è stato fatto in estate: Mesto, Maggio e Britos sono in scadenza, Ghoulam va a giocare la Coppa d’Africa e sugli esterni bassi ci sarà un’emergenza da risolvere quanto prima. In attacco bisogna sostituire Insigne e Michu, quindi urgono almeno due rinforzi. Riguardo ai difensori centrali, il Napoli dipende da Albiol e Koulibaly considerando che Henrique e Britos sono coinvolti nel doppio ruolo. Non servono gli acquisti per competere con Juventus e Roma, realtà molto lontane dal livello dell’organico a disposizione di Benitez, ma per riuscire a reggere i tanti impegni che dovranno affrontare gli azzurri, senza aver rimpianti sul lungo periodo nella lotta per il terzo posto e in Europa League, Coppa Italia e Supercoppa.
Bisogna riflettere sui campanelli d’allarme di Praga e Genova, soprattutto nei primi tempi dei due incontri. Il Napoli ha fatto fatica a ripartire, ha sofferto nella fase d’inizio azione, è stato più volte surclassato dal ritmo e dalla fisicità giovedì dei ragazzi di Lavicka e ieri da quelli di Mihajlovic. Continua la grande difficoltà di Inler nell’interpretare il lavoro chiesto da Benitez, nel garantire intensità in entrambe le fasi, velocità e qualità nella costruzione della manovra e la confusione di Marek Hamsik, incapace di esprimersi al meglio. Può essere prezioso Jorginho, l’unico, vista l’assenza dell’indispensabile Lorenzo Insigne, ad avere nelle corde la giocata illuminante, la verticalizzazione, l’assist filtrante, il servizio nello spazio lungo e non solo il passaggio scolastico al compagno più vicino. Tocca anche a Benitez dare maggiori variazioni al suo spartito, a Genova il Napoli con le due punte ha funzionato molto meglio, ha allargato il gioco sulle fasce, nonostante l’inferiorità numerica creava le sovrapposizioni sugli esterni ed era molto più pericoloso.
Il 4-2-3-1 con Higuain che s’abbassa e favorisce gli inserimenti degli esterni non è l’unico modo in cui si può esprimere il Napoli ma soprattutto contro le squadre compatte e molto aggressive bisogna variare il modo di giocare, talvolta anche prima dei venti minuti finali.
Nel finale è arrivato il regalo anche da Mihajlovic che in undici contro dieci ha pensato a chiudere l’incontro schierando Gabbiadini e passando al 4-3-3, il risultato è che la squadra si è allungata, ha perso le distanze e ha lasciato molti più spazi al Napoli. I segnali sulla trattativa in corso per Manolo Gabbiadini sono evidenti, il Napoli ci sta lavorando intensamente. Nello scacchiere della rosa di Benitez, l’attaccante doriano rappresenterebbe la pedina adatta a riempire il vuoto lasciato da Michu, un grave errore di mercato del Napoli. Nella stagione del preliminare servivano giocatori pronti, in forma, non le scommesse in prestito con diritto di riscatto.
Gabbiadini è utile anche in chiave riforma, con Colombo, Maggio e Mesto il Napoli è in grande difficoltà nello sbarramento del 4+4 soprattutto sugli italiani. Una riforma all’italiana, che finalmente impone dei parametri per la cura dei vivai ma allo stesso tempo favorisce l’arrivo di extracomunitari senza criteri che ne stabiliscano la qualità. Bastava copiare il modello inglese che richiede il permesso di lavoro per i giocatori extracomunitari, c’è bisogno di requisiti importanti (il 75% delle convocazioni per le gare ufficiali nella Nazionale in cui si è convocabili) per approdare in Premier League. Tavecchio vuole tutelare i giovani italiani ma poi liberalizza l’ingresso di altri stranieri non all’altezza togliendo il divieto di cedere un extracomunitario per comprarne un altro e inserendo solo la clausola dei quaranta arrivi extra Ue a stagione in serie A.
Per i quattro provenienti dal vivaio si guarderà molto ai possibili rientri dai prestiti, in primis Luigi Sepe all’Empoli nella stagione in corso ma anche Roberto Insigne rappresenta un profilo molto interessante in tal senso. Aumentano i rimpianti per Armando Izzo, perso per pochi spiccioli che si sta ritagliando il suo spazio al Genoa. Domenica nella vittoriosa trasferta di Cesena Izzo è stato ritenuto da tutti tra i migliori in campo, il giovane napoletano è molto apprezzato dalla stampa e dalla tifoseria del Genoa. Nel Napoli esterofilo, dove Koulibaly, difensore molto interessante ma con limiti tecnici e tattici da superare, diventa troppo in fretta il nuovo Thuram e trovano spazio giocatori mediocri come Henrique e Britos, le porte per Armando Izzo si sono chiuse in fretta. Eppure De Laurentiis una volta parlava del Napoli dei napoletani…
Ciro Troise
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