La storia si ripete, aveva proprio ragione il filosofo napoletano Gianbattista Vico. Passano due stagioni ma il Napoli è sempre lì, a decidere cosa fare da grande. Ritorna anche il maldestro gioco con i modelli stranieri: prima s’invocava il modello Barca pur avendo un settore giovanile senza strutture di proprietà e una prima squadra tra le più anziane d’Italia, poi il più credibile Arsenal e adesso la moda Borussia Dortmund. Il Napoli ha compiuto un grande percorso dall’arrivo di De Laurentiis, farebbe bene, però, come ha indicato in maniera saggia ai microfoni della Rai il ds Bigon, a restare nella sua realtà senza scomodare un esempio per tutti su scouting e vivaio come la squadra di Klopp che in cinque anni è riuscita a conquistare due titoli nazionali ed è ad un passo dalla finale di Champions.
Non bisogna mai perdere l’umiltà se non si vuole sbagliare nella comunicazione che nella società contemporanea rappresenta un settore strategico fondamentale. “Si è quello che si comunica di essere”, affermano tanti sociologi della comunicazione.
Veniamo da un sabato molto importante riguardo al valzer delle dichiarazioni di Mazzarri e De Laurentiis, che hanno dimostrato di essere ancora lontani da qualsiasi accordo in merito al futuro del Napoli.
“Mazzarri? Gli farei anche un contratto triennale. Ci siamo conosciuti tanto, abbiamo due modi diversi di concepire il calcio: lui viene dal passato e porta con sé la cultura del passato, io invece ci sono da pochi anni e sono sempre propenso alle novità. Mi dice sempre ‘Non vuole vincere lo scudetto? Me lo dica, così imposto la squadra sui giovani’. E’ una persona leale, difficile da trovare nel mondo del calcio”, così ha parlato De Laurentiis a Radio Deejay. La parola magica di queste dichiarazioni è scudetto, un’ambizione che mai ha coinvolto il patron, più attratto dalla cura del bilancio e soprattutto dalla dimensione internazionale che fa crescere la forza economica della società. Un atteggiamento che nel passato ha allontanato anche Lo Monaco, protagonista di un incontro con De Laurentiis, a margine del quale entrambi si sono resi conto di avere idee diverse.
Il Napoli mostra un importante sostrato in termini di gestione finanziaria, con l’attenzione al fair play e i diritti d’immagine come elementi di grande valore su cui De Laurentiis e i suoi collaboratori sono arrivati prima di altre società costretti a grandi restyling all’insegna del ridimensionato per mantenere il passo. Il club di De Laurentiis soffre nel realizzare il salto di qualità, nel trasformarsi da piacevole sorpresa a realtà capace di ben figurare in Europa e stabilizzarsi ai vertici del campionato italiano.
Due stagioni fa il Napoli ha vissuto una situazione simile a quella di oggi; raggiunto un obiettivo straordinario, come la qualificazione diretta alla Champions League senza i preliminari, Mazzarri e De Laurentiis misero in scena uno scontro dialettico giunto fino all’inizio del campionato. L’allenatore di San Vincenzo chiedeva 22 giocatori di qualità attraverso i media, si candidava alle panchine di Roma e Juventus, sembrava imminente l’arrivo di Gasperini ma poi arrivò un accordo che però non fu mai amore completo. Il 12 Agosto di due anni fa Mazzarri in conferenza stampa annunciava di aver inserito nella sua lista Criscito, Vidal e Vucinic, il Napoli acquistò Britos, Pandev e Dzemaili. Il tecnico toscano conosce i suoi limiti nel reggere le due competizioni, considerando che l’unico step per migliorare il proprio cammino a Napoli è conquistare il tricolore ed allora si è allo stesso punto di due anni fa. De Laurentiis prepara la cessione di Cavani e vorrebbe reinvestire una parte dei denari incassati su giovani e giocatori di medio profilo da far valorizzare a Mazzarri che invece ha chiesto la possibilità di scegliere personalmente pochi rinforzi e di essere coinvolto nelle trattative. Un profilo alla Ferguson che rappresenterebbe uno stimolo importante per continuare la sfida Napoli, altrimenti il tecnico di San Vincenzo preferirebbe calarsi nel compito a lui più congeniale: la ricostruzione, come dovrebbe fare in casa Roma. Nei prossimi dieci-quindici giorni dovrebbero esserci novità importanti, una volta conquistato matematicamente il secondo posto. Dovesse andare via Mazzarri, Allegri, che ha messo in evidenza la capacità di unire mentalità vincente e valorizzazione dei giovani, sarebbe la prima scelta per De Laurentiis. Nel frattempo il Napoli è bloccato, non può lavorare sul mercato concretamente senza sapere chi sarà il prossimo allenatore. Bigon ed il reparto scouting possono valutare delle possibili opportunità, seguire nuovi talenti ma non hanno la possibilità d’imbastire delle trattative, altrimenti si rischiano i dietrofront come nel caso Diakitè.
Domenica sera arriva l’Inter al San Paolo, il Napoli dovrà assolutamente non pensare alle disgrazie nerazzurre e affrontare la formazione di Stramaccioni con l’approccio del big-match. Ritrovando Behrami e Cavani, il tasso tecnico superiore e lo stato di forma degli azzurri potranno fare la differenza, se non saranno sottovalutate le velleità di Ranocchia e compagni di costruire una reazione al disastro sportivo in cui sono coinvolti.
Ciro Troise
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