Il pareggio contro il Cagliari fa arretrare i professionisti del clima tossico e gli avventurieri che inseguono il termometro dei sentimenti. Il Napoli va a -9 dalla Juventus e a -6 dalla Roma ma soprattutto si rivedono i limiti degli azzurri: l’assenza di continuità, la distruzione degli equilibri difensivi quando non c’è intensità e s’abbassano i ritmi, la netta inferiorità della rosa rispetto alle due battistrada.
La superiorità di Juventus e Roma non riguarda solo il campo ma invade anche la sfera societaria: stadio di proprietà (la Roma si sta attrezzando anche su quest’aspetto), fatturato più alto, dirigenti con autonomia e potere di firma sul mercato e settore giovanile valido e soprattutto strettamente legato alla prima squadra.
Con l’arrivo di Rafa Benitez, che a Liverpool e Valencia ha ristrutturato anche il vivaio, si sognava che la cura dei giovani costruiti in casa diventasse una priorità in casa Napoli ed, invece, dopo diciassette mesi si può affermare che la politica societaria non è cambiata. La Grava Revolution ha dato più smalto al settore giovanile, che oggi nelle categorie nazionali può vantare squadre molto più competitive rispetto al passato ma la prima squadra è ancora più lontana del passato. Fino ad un anno fa la Primavera e la prima squadra s’allenavano nello stesso centro a Castelvolturno, una situazione necessaria per alimentare il confronto tra Benitez e Saurini. Il profondo ritardo di De Laurentiis sulla questione strutture ha spinto Benitez a “cacciare” la Primavera per avere a sua disposizione il secondo campo utilizzato dal gruppo di Saurini. Gli azzurrini per un anno sono emigrati al “Kennedy” mentre in questa stagione si sono uniti a tutte le altre giovanili al centro sportivo di Sant’Antimo.
Da una parte Totti e De Rossi, oltre a Romagnoli in prestito alla Sampdoria e pronto per tornare ad indossare la maglia giallorossa, una Primavera che domina il girone C, dall’altra Marchisio, Giovinco e un blocco proveniente dal vivaio pronto ad arricchirsi costantemente; Juventus e Roma sono diventate le realtà di vertice del calcio italiano anche sotto quest’aspetto, dove il Napoli presenta solo la bandiera Insigne, rimpianto da tifosi ed allenatore ieri durante e dopo la sfida contro il Cagliari.
A Bergamo e a Torino Garcia ed Allegri hanno dimostrato di non avere alcuna paura a lanciare i giovani, dribblando quelle solite paure tipiche del calcio italiano: “si rischia di bruciarlo”, “non è ancora pronto”, “bisogna saper gestire i giovani”. Nella battaglia contro l’Atalanta Garcia al 49’ ha mandato nella mischia Somma al posto di Torosidis, valorizzando un percorso iniziato in estate anche a livello tattico, adattandolo al ruolo di esterno destro basso della sua difesa a quattro e in panchina c’era anche il ’96 Calabresi che aspetta la sua opportunità. Allegri in Lazio-Juventus ha portato in panchina il difensore classe ’97 Romagna e ha inserito all’82’ l’esterno sinistro classe ’95 Mattiello, autore due anni fa del gol decisivo al San Paolo nei tempi supplementari della gara di ritorno della finale di Coppa Italia Primavera. Mandragora e Bonazzoli hanno già avuto l’opportunità di misurare le proprie qualità nel contesto di Genoa e Inter mentre in casa Napoli ai giovani è concesso solo il ritiro estivo e qualche amichevole. Luperto, osservato attentamente a Dimaro, entra in campo a Ginevra contro il Barcellona ma il Napoli decide di mantenere la comproprietà con il Lecce e di non riscattarlo completamente mentre finora non ha trovato spazio in nessuna convocazione per gare ufficiali.
Bifulco ha vissuto una settimana da tour de force: martedì la partita dell’Under 18, mercoledì l’impegno della Primavera a Latina, poi tre allenamenti consecutivi da aggregato in prima squadra insieme ad altri ragazzi del gruppo di Saurini, uno anche la mattina di sabato prima di Napoli-Frosinone. Un programma di questo tipo dovrebbe portare alla convocazione per Napoli-Cagliari, considerando che mancano per infortunio due esterni d’attacco su tre per infortunio: Insigne e Mertens e, invece, in panchina ci va il centrocampista Radosevic, mai chiamato in causa durante questa stagione e che in diciassette mesi con Benitez ha totalizzato 213 minuti. Nella conferenza stampa del pre-gara Benitez si è espresso così: “Bifulco convocato? Qualche volta lanciare un ragazzo può essere un’idea, penso che ce la faremo con i 18-19 della mia rosa. A me non piace avere tante persone in panchina, si va in difficoltà anche a capire chi deve fare il riscaldamento”. “Il calcio è bugia”, diceva proprio Rafa e le sue dichiarazioni vanno in contrasto con le panchine lunghe per cui ha sempre optato in campionato.
Bifulco non ha il contratto da professionista, è stato promesso al suo entourage dal direttore sportivo Riccardo Bigon lo scorso gennaio, quasi un anno fa, ma il Napoli non l’ha ancora blindato. Le vie del calcio sono infinite e magari la società ha scelto di evitare di dare risalto ad un talento non ancora messo sotto contratto. Intanto Juve e Roma primeggiano non solo sul campo, ma anche dietro la scrivania, dando valore al lavoro dei propri vivai. Napoli, guarda ed impara!
Un’altra occasione potrebbe arrivare presto: in caso di vittoria a Praga, l’ultima gara del girone di Europa League contro lo Slovan Bratislava diventerebbe una sorta d’amichevole. In quella situazione non ci sarebbe alcun rischio di “bruciare” i giovani ma solo di valorizzarli in un contesto internazionale.
Ciro Troise
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