La ricerca del capro espiatorio è uno dei meccanismi più diffusi nel mondo dello sport, soprattutto in piazze calde come Napoli. Non c’è nulla di più sbagliato perché, oltre a danneggiare fortemente la “vittima”, si nascondono le reali criticità e difficoltà da far emergere. A finire sotto le pressioni mediatiche stavolta è stato Paolo Cannavaro, un difensore poco sereno che all’Olimpico ha commesso degli errori puniti con grande cinismo dalla Roma, anche per la scelta di Orsato sul calcio di rigore trasformato da Pjanic. Fosse solo la pessima condizione mentale di Cannavaro, Benitez oggi avrebbe pochi problemi da risolvere; l’esperto allenatore spagnolo invece ha molte situazioni spinose da fronteggiare. “Mancano sempre cinque centesimi per fare un euro” è il commento che più volte Diego Armando Maradona ha fatto sulle vicende del Calcio Napoli. Il 3 Settembre scorso partimmo proprio da questo spunto per sottolineare le carenze d’organico del Napoli. Dicevamo che Zapata poteva essere al massimo un investimento per il futuro da affidare a club di fascia medio-bassa, che Cannavaro andava ceduto o messo al centro del progetto mettendo a posto la sua situazione contrattuale, che non si poteva affrontare l’intera stagione con soli tre centrocampisti più Radosevic, fermo a diciassette minuti in campionato (quelli totalizzati contro il Bologna all’esordio), che solo Mesto e Zuniga avevano le caratteristiche adatte per svolgere al meglio il ruolo di esterno basso secondo le indicazioni di Benitez; considerazioni che si stanno puntualmente verificando, riducendo le potenzialità di una squadra che con pochi ritocchi può essere una seria pretendente allo scudetto anche competendo su più fronti. La Roma è un’ottima squadra ma non è per nulla invincibile, lo dimostrano le occasioni concesse al Napoli e clamorosamente sprecate dagli azzurri. La formazione di Garcia è molto solida, sa chiudere bene gli spazi e sa essere letale nelle ripartenze ma non è assolutamente un’invincibile armata o una realtà di un altro pianeta come la Juventus delle ultime due stagioni. I bianconeri hanno ancora l’organico più forte ma l’evidente contrasto tra la dirigenza e Conte sta togliendo solidità al gruppo. Le situazioni di Pirlo e Vidal rappresentano delle “nubi tossiche” che possono nuocere all’ambiente juventino. Il Napoli potrebbe approfittarne ma gli errori commessi durante la campagna acquisti stanno limitando l’esplosività di un organico ricco di ottime individualità, che ha ottenuto comunque finora dei buonissimi risultati. Gli esami falliti a Londra e a Roma preoccupano perché in entrambe le gare non c’era Gonzalo Higuain. Senza “El Pipita” il Napoli non ha profondità e peso offensivo, anche la manovra degli azzurri ne è fortemente condizionata.L’assedio compiuto a Roma nella prima parte del secondo tempo avrebbe potuto avere degli sbocchi diversi, con Higuain ci sarebbe stata maggiore varietà di soluzioni e imprevedibilità nella manovra. L’attaccante della Nazionale argentina non vuole forzare, non è al 100% per il riacutizzarsi della cicatrice risalente all’infortunio che l’ha fermato tre mesi a Madrid. A fine stagione c’è il Mondiale ed “El Pipita” è preoccupato di mettere a repentaglio la sua condizione.
Sono gli infortuni ad aver fatto esplodere i limiti d’organico del Napoli; si tratta di un problema che non si era verificato abbastanza nell’era Mazzarri. Abbiamo più volte ascoltato invocare i presunti miracoli di Pondrelli (all’Inter non stanno funzionando) e dello staff medico. Non è assolutamente così, la fiducia di Mazzarri nei 13-14 titolarissimi faceva nascondere anche i problemi fisici: lo dimostrano le infiltrazioni alla cavlglia di Pandev e le operazioni a cui si sono sottoposti Maggio e Zuniga per infortuni risalenti alle scorse stagioni.
Benitez deve stringere i denti fino a Gennaio, tenere compatto il gruppo da cui provengono troppe voci sugli allenamenti, sulla condizione atletica, facendo sentire la sua voce alla società che a gennaio deve rinforzare l’organico con gli innesti giusti. Una vittoria a Marsiglia sarebbe importante non solo nell’economia del girone ma anche per spazzare via le “nubi tossiche” che aleggiano sul Napoli: i casi Cannavaro e Higuain e le voci provenienti dallo spogliatoio su allenamenti e condizione atletica.
Albiol e Callejon sono dei marchi di garanzia, elementi scelti da Benitez e dal suo agente Manuel Garcia Quillon, due persone a cui affidarsi per la sessione invernale. Non c’è bisogno di scommesse da lanciare ma di giocatori già pronti che immediatamente possono dare il proprio contributo al Napoli. Ci si affidi a Benitez, un uomo dal curriculum vincente che ha dimostrato di voler valorizzare tutti gli elementi a sua disposizione.
Benitez è una risorsa per il Napoli che deve tenerselo stretto, migliorando anche sul fronte societario. De Laurentiis aveva promesso all’allenatore spagnolo due campi da gioco ma non si vedono tracce di lavori a Castelvolturno. La Primavera ha salutato il centro della prima squadra ormai più di un mese fa e, dopo un periodo trascorso al “Ianniello” di Frattamaggiore, andrà al “Kennedy”, la casa del vivaio azzurro fino alla scorsa stagione, prima del trasferimento a Sant’Antimo. De Laurentiis e Benitez hanno più volte indicato il settore giovanile come una delle priorità ma in realtà si è cancellato un passo in avanti compiuto nell’era Mazzarri: la vicinanza nel lavoro tra Primavera e prima squadra.
Ciro Troise
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