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Lucidità e intensità nei ruoli-chiave, il “buco” di gennaio ha lasciato il segno

Le parole di Sarri su Grassi restringono il novero delle alternative a centrocampo, il Napoli ha “bucato” il mercato di gennaio

Nessun dramma, per carità. Il Napoli è ancora in corsa in Europa League e in campionato sta andando oltre le più rosee aspettative. Le previsioni estive non contemplavano gli azzurri in lotta con la Juventus per lo scudetto e con un vantaggio ancora sostanzioso in chiave secondo posto. Nessuno può ridurre la portata dell’ottimo campionato degli azzurri ma accontentarsi dell’effimero sapore delle soddisfazioni è da provinciali, da società che deve ancora crescere per affermarsi tra le realtà d’èlite del calcio europeo, quelle abituate a competere su più fronti per le vittorie. L’era Benitez si è conclusa in modo deludente, l’ostinazione tattica, la gestione approssimativa degli ultimi mesi hanno sottratto al Napoli le risorse relative alla qualificazione in Champions League e, quindi, linfa vitale per crescere ma ha regalato al Napoli un concetto essenziale per il proprio percorso. “Bisogna attrezzarsi per arrivare bene alla spiaggia”, diceva l’allenatore spagnolo con cui il Napoli è riuscito a competere su più fronti senza scegliere la competizione da privilegiare. Non c’è da scegliere il campionato o l’Europa League ma da gestire le energie con intelligenza per ritrovare l’entusiasmo delle vittorie, la carica positiva per superare gli ostacoli. Nel calcio moderno si vince con la profondità della rosa, lo insegna la Juventus che viaggia ad alti livelli nonostante l’infermeria stracolma. Lo straordinario lavoro dello staff medico del Napoli fa in modo che gli azzurri siano esenti da problemi di qualsiasi natura ma proviamo ad immaginare come avrebbe rimediato il club di De Laurentiis ad una sequenza di problemi come quelli dei bianconeri?

Il Napoli produce un gioco bellissimo ma dispendioso, corale non solo nella proposta ma nell’organizzazione complessiva, per reggerlo bisogna esprimersi a livelli molto alti d’intensità soprattutto se ormai la strategia degli avversari è bloccare le linee di passaggio, difendersi con nove o dieci uomini dietro la linea della palla e sperare nelle ripartenze. L’anima della “macchina perfetta” costruita da Sarri è nella mediana, nel lavoro compiuto da Allan, Jorginho e Hamsik, coloro che mettono in comunicazione le due fasi, il recupero palla con la proposta offensiva. Il calo è in mezzo al campo, dove il Napoli fa fatica a tenere i ritmi alti. La flessione è evidente nel modo in cui Hamsik arranca nel cambiare passo, nelle palle perse da Jorginho, nella “rinuncia” di Allan ad inserirsi senza palla nell’area avversaria.

David Lopez, Valdifiori e Chalobah sono al momento le alternative a disposizione di Maurizio Sarri che in conferenza stampa ha nuovamente sottolineato che non può essere Grassi la risorsa per “spostare” gli equilibri sulla mediana. “Non mi sembra corretto appesantire di responsabilità un giocatore che otto mesi fa era ancora in Primavera, ha solo dodici presenze in Serie A, sta recuperando la migliore condizione fisica e poi potrà tirar fuori le sue qualità in prospettiva. Non dimentichiamoci che venticinque giorni fa ha subito un’operazione”, così si è espresso l’allenatore del Napoli riguardo all’innesto più importante del mercato di gennaio condotto dal direttore sportivo Cristiano Giuntoli.

Il compito di Maurizio Sarri non è assolutamente semplice, nel momento decisivo della stagione deve impostare un lavoro complessivo per tenere tutta la rosa al livello di forma più alto possibile. “Alcuni giocatori decisivi non sono al 101%, è fisiologico che non possano essere tutti al top per tutta la stagione ma per cercare di riportarli al massimo devo dare loro fiducia quando sono al 90%”, così si esprimeva Sarri che ieri ha provato a dare un’anima diversa alla squadra con gli inserimenti di Mertens, Gabbiadini ed El Kaddouri.

Sarri è costretto ad inventarsi nuove soluzioni perché il Napoli ha “bucato” il mercato di gennaio. L’acquisto di Grassi è un ottimo innesto in prospettiva, che nel corso degli anni può crescere in maglia azzurra elevando il suo valore ma nella sessione invernale serviva un centrocampista in grado di dare subito un contributo di spessore. Occorreva un rinforzo che avesse la personalità e le caratteristiche per integrarsi subito nei meccanismi tattici del gioco di Sarri. “Il mercato di gennaio dimostra che non sono cambiati gli obiettivi d’inizio stagione, è un anno di crescita”, sono queste le parole di Maurizio Sarri d’inizio febbraio. Non è stato il mercato di un club che coglie un’occasione storica, che si fa trascinare dall’entusiasmo generato dal cammino della squadra e soprattutto dalle dinamiche di una stagione tutta ancora da scrivere, con tante pretendenti per la qualificazione in Champions League e un percorso europeo da salvaguardare. A Sarri va il compito di proteggere il “giocattolo” di una squadra che ieri contro il Milan è tornata a produrre sette-otto palle-gol a partita, ritrovando la lucidità giusta per essere incisivi.

Ciro Troise

 

 

 

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