La comunicazione è un’arte difficile, l’interpretazione di un messaggio può creare problemi e mandare fuori binario anche le tesi che meritano molto rispetto. Le curve in Italia negli ultimi vent’anni hanno prodotto slogan, frasi, contenuti che hanno spesso fatto rumore nell’ambiente calcistico. Ci sono striscioni che hanno fatto epoca diventando dei che accompagna la storia di partite, rivalità e tanto altro. Sabato la Curva B ha continuato sulla scia di una campagna di contrapposizione all’operato del presidente De Laurentiis condotta a suon di striscioni sul mercato di Gennaio.
Lo start-up è avvenuto all’allenamento a porte aperte prima della trasferta di Verona con uno striscione esposto nel settore Distinti: “E’ l’ennesimo tesoretto che finisce nel cassetto?”. I toni si sono progressivamente alzati durante una campagna acquisti in cui l’organico non è stato completato poiché manca ancora un vice-Higuain più pronto di Zapata e un’alternativa per caratteristiche nella fase d’interdizione a Valon Behrami. Sabato è arrivato lo striscione galeotto, l’errore di comunicazione di una frase che supera i confini della critica legittima: “Meglio la C che un presidente così”. Le campagne denigratorie nei confronti della persona sono sempre pericolose, bisogna stimolare i protagonisti sui contenuti e non alzare muri di contrapposizione all’operato di una società che sta tenendo il Napoli ad alti livelli.
Lo striscione galeotto ha risvegliato dal torpore coloro i quali da anni lavorano per non far disturbare il governatore, abbandonando lo spirito critico e raccontando solo i presunti miracoli del club di De Laurentiis senza mai evidenziare i profondi limiti strutturali della società azzurra. Avrebbero potuto soffermarsi sulla voglia di trionfare espressa dalla Curva A e, invece, hanno preferito approfittare dell’errore altrui per demonizzare i tifosi e distribuire patenti d’intelligenza che non dovrebbero essere consentite in democrazia, dove è sacro il libero dibattito.
Quelli che hanno come credo non disturbare il governatore non parlano mai di centro sportivo, della precarietà delle strutture, degli scarsi investimenti sul settore giovanile, della tendenza a costruire ogni anno delle rose incomplete. “Mancano cinque centesimi per fare un euro” diceva Diego Armando Maradona e la sensazione è che il progetto del Napoli punti a rimanere al vertice senza grandi ambizioni di migliorarsi e di costruire le basi per un futuro roseo.
Il presidente De Laurentiis oggi è uscito dal silenzio in cui era piombato negli ultimi due mesi e, in occasione della presentazione del film “Sotto una buona stella”, ha parlato anche del Napoli. “Vi dovete dare una “calmata”. Per realizzare questi progetti bisogna legarsi all’economia di una città, di una regione, di un paese. Io non ho mai ricevuto il supporto di nessuno quando è stato necessario. Ad ogni modo ho tre progetti in mente per lo stadio: Afragola, Caserta e San Paolo. Possiamo rinnovare l’impianto e renderlo funzionale come quelli che si vedono in Europa. Quello che abbiamo fatto qui è già tanto, siamo in una città dove tutto è più difficile; il nostro impegno ha fatto sì che il club non debba dare niente a nessuno, siamo cresciuti nel ranking internazionale”, così si è espresso il patron in merito alle idee per far diventare il Napoli un top team espresse da Rafa Benitez nell’ultima intervista a +N.
Rafa è un manager che ha costruito le sue esperienze più belle a Valencia e Liverpool, dove ha lasciato l’impronta anche in termini di gestione societaria. Le sue parole sull’Independent di venerdì scorso e le dichiarazioni in merito alla crescita del club fanno pensare che l’allenatore sia insoddisfatto sotto questi aspetti dove c’è un freno strutturale. Il rapporto non è completamente “rose e fiori” neanche con Bigon che a fine mercato nei corridoi dell’Atahotel Executive ha raccontato ad alcuni addetti ai lavori le tante bocciature ricevute da Benitez in merito ai giocatori proposti. “Evitare le perdite di tempo è la lezione del mercato di Gennaio”, così ha parlato Benitez sull’Indipendent. Le perdite di tempo sono dovute ai tanti paletti su monte ingaggi, commissioni agli agenti, diritti d’immagine e contrattualistica molto complessa.
Benitez sta ricevendo proposte interessanti dalla Premier League e valuterà il da farsi nei prossimi mesi quando le parti dovranno discutere in merito all’opzione per il rinnovo del contratto. Rafa chiederà delle garanzie sul mercato e sui progetti di crescita della società, probabilmente proporrà al presidente anche delle figure dirigenziali più vicine alla sua esperienza, che possano rappresentare di più le sue esigenze. Benitez si è comportato così anche a Liverpool dove portò degli uomini di fiducia anche nel settore giovanile. Una figura che potrebbe essere presa in considerazione è quella di Amedeo Carboni, suo giocatore ai tempi di Valencia e consulente ai tempi dell’avventura vissuta all’Inter.
Il futuro è tutto da scrivere, saranno sicuramente mesi caldi non solo per il calcio giocato. Mercoledì arriva la Roma al San Paolo, dopo le ultime due prove positive tra Coppa Italia e campionato sarà interessante capire come gli azzurri si comporteranno in questa sfida così importante, soprattutto riguardo alla fase difensiva che rappresenta il cruccio più grande di Benitez e del suo staff.
Un tour de force aspetta il Napoli nei prossimi venti giorni: dalla gara contro i giallorossi fino a quella di Livorno del prossimo 2 Marzo, si gioca ogni tre giorni senza fermarsi mai. Venti giorni che metteranno a dura prova le ambizioni del Napoli, Benitez prova a reggere i tre fronti pur avendo una rosa incompleta.
Ciro Troise
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