Sarri è a Napoli, la sua avventura alla guida degli azzurri è iniziata. Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera e, invece, i primi passi dell’ex allenatore dell’Empoli non sono stati entusiasmanti ma la colpa non è assolutamente sua. Benitez arrivò in pompa magna, il profilo ufficiale Twitter della Ssc Napoli era ricco di foto che ritraevano Rafa con Aurelio De Laurentiis, fu organizzata il 21 Giugno 2013 una conferenza stampa a Castelvolturno a cui parteciparono anche alcuni giornalisti stranieri.
La forza mediatica che accompagnava l’attuale allenatore del Real Madrid rappresentava l’immagine su cui costruire il processo d’internazionalizzazione tanto gradito al presidente De Laurentiis. Maurizio Sarri non è Rafa Benitez, ha una storia all’insegna della gavetta, non ha uffici stampa e siti personali e non trasmette il fascino mediatico del palmares dello spagnolo.
Sarri è un figlio di un dio minore, toccherà alla società proteggerlo, aiutarlo sul mercato e guidarlo in un ambiente bollente a causa dell’ultima stagione deludente. Finora sotto il profilo della comunicazione le scelte non sono state felici, al malcontento della piazza la società avrebbe dovuto rispondere dando la possibilità a Sarri di interloquire con tutti i cronisti, di esporre le proprie idee e, invece, le prime parole del nuovo allenatore del Napoli sono state concesse a pochi eletti. De Laurentiis con il suo ufficio comunicazione ha organizzato alcune interviste one-to-one ad alcuni giornali e televisioni escludendo la fetta più grande della comunicazione: testate on-line, tv e radio locali, eccetto quella ufficiale.
Nello splendido palcoscenico di Lacco Ameno Sarri si è concesso come fanno gli attori nel cinema ma il calcio ha riti diversi che sposano da tempo le esigenze di tutti, come per esempio la presentazione di un tesserato. Il risultato è che le parole del nuovo allenatore del Napoli non sono entrate nel cuore dei tifosi e che quel distacco crescente tra la piazza, la stampa e la società si è ampliato ancora di più. Sarri così conosce sin dai suoi primi giorni a Napoli gli incubi del clima tossico, alimentato dalle beghe, dagli inciuci e dalla guerra mediatica che la società dovrebbe curare con la mediazione piuttosto che con il muro contro il muro. E’ giusto tutelare i propri interessi, rivendicare la propria forza ma in qualsiasi rapporto è fondamentale il dialogo e il rispetto reciproco, pilastri essenziali abbandonati spesso durante la scorsa stagione terminata con un mese e mezzo di silenzio stampa durante il quale sono scivolate le tante polemiche sul ritiro. Servirà un grande lavoro di Sarri e Giuntoli per guidare nel migliore dei modi l’ennesima start-up di De Laurentiis, il nuovo “progetto” all’insegna dell’italianizzazione che si sta sviluppando anche attraverso il calciomercato.
Allan e Vrsajiko sono le trattative in corso che Giuntoli vorrebbe chiudere in questa settimana, prima della partenza per il ritiro di Dimaro. Due ottimi giocatori, un mix interessante sotto il profilo del rapporto tra l’età, il valore tecnico e le caratteristiche che si sposano bene con il progetto tattico di Sarri, pronto ad alternare il 4-3-3 e il 4-3-1-2. Ci sono tanti nodi ancora da risolvere: Zapata preferirebbe la Sampdoria ma dovrebbe accettare il prestito biennale all’Udinese affinchè il Napoli risolva la questione Allan, Britos dirà si al Watford mentre Inler dovrebbe essere ceduto al Galatasaray.
Giuntoli è attivo su più tavoli, sono fitti i colloqui con il Sassuolo che vuole Zapata ma che potrebbe accontentarsi di El Kaddouri come contropartita tecnica. Mercoledì ci sarà il raduno, Sarri ha definito il suo staff con le new entry dal Carpi Costi e Perrone, non avrà a sua disposizione Zuniga, Vargas e Higuain, in vacanza dopo la Coppa America e dovrà lavorare con più di trenta persone, considerando la necessità di valutare tanti ragazzi del vivaio, su tutti Luperto e Bifulco. Allan e Vrsajiko sono le priorità a breve termine ma è fondamentale blindare i top players e soprattutto Gonzalo Higuain, il centravanti da trenta gol a stagione di cui non si può assolutamente fare a meno. Trattenere i giocatori più rappresentativi e rinforzare la difesa sono le sfide di Cristiano Giuntoli. Il nome più caldo è quello di Davide Astori, in attesa che il Cagliari riveda le sue pretese, come profilo giovane piace molto Maksimovic del Torino. Il nome di spessore internazionale che stuzzica la fantasia è Abdennour del Monaco, difensore tunisino classe ’89. La valutazione è fuori portata, equivale a venti milioni di euro, al Napoli fu proposto quando giocava nel Tolosa prima di trasferirsi al club monegasco in prestito con diritto di riscatto ma Bigon e il suo reparto scouting non fiutarono l’affare. Non c’è solo il mercato e la costruzione della squadra che verrà ma tanti nodi da risolvere per il direttore sportivo Cristiano Giuntoli. L’equipe di fisioterapisti è in scadenza, servirà il contratto con l’adeguamento per fare in modo che inizino la nuova stagione. Dovrà ripartire anche il settore giovanile, ci sarà la squadra Allievi Lega Pro ma il budget sarà lo stesso della scorsa stagione nonostante i costi siano più alti, è, quindi, inevitabile il ridimensionamento complessivo. Il Napoli che verrà è tutto da scrivere, a Sarri e Giuntoli reggere il giusto equilibrio tra la ristrutturazione, le idee di De Laurentiis e il clima tossico di quest’estate bollente.
Ciro Troise
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