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La rinuncia ad Izzo e la lezione di Chianciano: tante riflessioni sul vivaio

La Grava revolution è un punto di partenza, serve più attenzione allo scouting e alla formazione tecnica e umana dei calciatori

E’ venerdì sera, sono a Chianciano. I Giovanissimi Nazionali del Napoli hanno perso contro la Roma, l’Italia ha rimediato una sconfitta contro il Costarica; le brutte notizie calcistiche dovrebbero essere terminate e, invece, ne arriva un’altra. Il Napoli ha perso Armando Izzo alle buste, inserendo meno di duecentomila euro, la cifra investita dall’Avellino. Izzo, difensore classe ’92, al suo primo anno di B colleziona 34 presenze tra campionato e Coppa Italia e il Napoli decide di rinunciare alle sue qualità in prospettiva per “pochi spiccioli”. Le azioni hanno due significati: uno concreto, pratico ed un altro simbolico. E’ proprio sotto quest’aspetto che aver perso Izzo assume un impatto triste perchè dimostra che il Napoli non considera i giovani provenienti dal vivaio come una risorsa concreta. Basta considerare che Izzo qualche anno fa fu ceduto alla Triestina in prestito con diritto di riscatto della metà fissato per mille euro e che il Crotone è riuscito a riscattare la metà del cartellino di Dezi con soli 70 mila euro. La valorizzazione dei giovani è una strada tortuosa e il Napoli sembra preferire quella più facile dell’acquisto del giocatore già pronto o della scommessa di cui far aumentare il valore. Si tratta di scelte legittime ma un grande club non può ignorare il settore giovanile come risorsa per potenziare il proprio organico. Intanto Izzo trova nuovi estimatori: in Serie A piace ad Empoli, Chievo e Genoa, anche il Leeds si è mosso sulle sue tracce (clicca qui per leggere la nostra esclusiva).

La full immersion di Chianciano ci ha permesso di produrre molte riflessioni sullo stato del vivaio azzurro, in difficoltà dopo le scelte degli ultimi anni, a causa di un investimento in crescita ma sempre fortemente ridotto rispetto ai top team italiani e che tenta la strada del riscatto attraverso la Grava revolution. A Chianciano il Napoli ha subito una lezione: c’è un po’ di rammarico per gli episodi, ma l’eliminazione nel girone della final eight ha dimostrato che le giovanili azzurre sono di livello inferiore ad avversari di spessore rispetto a Roma e Juventus. Gianluca Grava sta lavorando ad un piano di rinnovamento tecnico che era necessario. Esso rappresenta un punto di partenza, la lezione di Chianciano è sulla qualità degli organici e la risposta prevede maggiore attenzione allo scouting e alla formazione tecnica e umana dei giovani calciatori. Non bisogna farsi sfuggire i migliori talenti campani, aumentare le risorse a disposizione soprattutto nell’investimento sui ragazzi della nostra terra e “mandare in pensione” il dogma dell’inserimento sotto età che ha sminuito il valore di alcuni giovani calciatori piuttosto che potenziarlo. Serve anche l’attenzione del presidente De Laurentiis, che ha recentemente dichiarato di essere a un bivio: acquisire una squadra di Lega Pro per valorizzare i suoi giovani o puntare sul settore giovanile. Il vivaio merita investimenti e fiducia, ci sono professionisti di spessore umano e tecnico che s’impegnano per favorire la crescita dei ragazzi. Vanno supportati, aiutati e tutelati con scelte coerenti che mettano il settore giovanile tra le priorità del club. L’aveva detto anche Rafa Benitez nella sua prima estate napoletana: il vivaio è una delle risorse più importanti di una società di livello europeo. E’ il momento di mettere in pratica quel consiglio: strutture, investimenti sullo scouting e programmazione seria le strade da seguire.

La rassegna toscana dovrebbe produrre varie domande anche alla Federazione su aspetti che bisognerebbe affrontare con coraggio: bisogna regolamentare l’invasione di stranieri nelle giovanili, proteggere la qualità del nostro calcio e rendere più allenante l’intensità del campionato Giovanissimi Nazionali, seguendo la stessa riforma fatta per il campionato Allievi, con la divisione tra le formazioni di A e B e quelle di Lega Pro.

Intanto nell’apparente calma del mercato durante il Mondiale, si cerca di capire quali scelte farà il Napoli per presentare una rosa completa a Benitez. La campagna acquisti è ancora in fase di studio, Bigon e il suo staff tra acquisti e cessioni non hanno ancora accelerato.

Abbiamo provato a parlare di calcio in questo giorno drammatico ma la vicenda di Ciro Esposito, il tifoso napoletano che lotta tra la vita e la morte, ci condiziona inevitabilmente. Mentre Ciro combatte, il pensiero scorre velocemente sulla pessima gestione dell’ordine pubblico di quella maledetta giornata, in un Paese in cui l’accertamento delle responsabilità è un mistero mai affrontato. Ripetiamo le stesse domande dalla sera del 3 Maggio: come si fa ad avere fiducia di un questore che fa passare davanti ad un covo di ultras romanisti un corteo di pullman di tifosi napoletani? Perchè non c’era la stessa attenzione a Roma della finale contro la Juventus? Com’è possibile che ci sia un agguato e un colpo di pistola sul corpo di Ciro Esposito e si sia parlato sui media nazionali principalmente della presunta trattativa Stato/ultras avvenuta all’interno dell’Olimpico?

Sono interrogativi che difficilmente troveranno risposta, ora è meglio stringersi attorno alla battaglia di Ciro, sperare nel miracolo. Sia rispettato l’appello della famiglia: nessuna violenza, solo solidarietà e vicinanza. Ancora di più nel rispetto di chi lotta per la vita restiamo tutti umani.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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