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La serenità è la strada maestra. Aspettando Gennaio…

De Laurentiis si faccia sentire in merito agli errori arbitrali. Serve pulizia nel calcio!

Tre punti e si torna a respirare: è questa la sintesi di Napoli-Chievo 1-0. Hamsik restituisce il sorriso a Mazzarri che comunque sembra non aver mandato via la tensione; infatti, per un calo di zuccheri, rinuncia alle interviste del post-partita. Al suo posto va il direttore sportivo Riccardo Bigon, applicando una sorta di turn-over anche nel confronto con i giornalisti.

Il Napoli da Torino al Chievo ha perso la strada maestra della serenità. Qualche eccessiva speculazione sul contratto in scadenza e sulle sirene di altri club è stata compiuta ma il nervosismo che comunicava Mazzarri in conferenza stampa è apparso fuori luogo.

Va bene la grinta, la spontaneità, la difficoltà a mantenere l’equilibrio in alcuni frangenti ma la strada maestra è la serenità; ogni volta che Mazzarri la perde il Napoli ne risente. Gli azzurri contro il Chievo, dopo l’espulsione di Vacek, oltre al calo atletico di alcuni giocatori come Gamberini, Zuniga ed Insigne, hanno avuto anche un po’ di paura ed hanno preferito optare per la gestione del risultato, concedendo degli approcci offensivi al Chievo che per un’ora non si era mai visto dalle parti di De Sanctis.

Ci ha pensato anche De Laurentiis da Los Angeles a comunicare tranquillità con le dichiarazioni che hanno certificato i suoi meriti nella cavalcata azzurra di questi anni, quasi ad indirizzare il suo allenatore a mettere da parte le critiche e pensare agli impegni futuri.

INSIGNE ALLA LAVEZZI, PANDEV PRIMA PUNTA NON VA- “E’ vero che non abbiamo un vice-Cavani, abbiamo puntato su un pacchetto di quattro attaccanti che non desse punti di riferimento alle difese avversarie. A Gennaio rifletteremo sui possibili innesti per questa rosa”, così si è espresso ieri Bigon in conferenza stampa dopo Napoli-Chievo. Valutazioni stimolate anche da quanto visto ieri sera sul terreno di gioco.

Il Napoli senza Cavani non ha profondità, deve faticare molto di più per creare occasioni da gol.  La tripletta contro l’Aik Solna è stata una dolce illusione per l’esperimento che vuole Vargas nel ruolo di prima punta “alla Pato”. Il cileno è un esterno offensivo che avrebbe bisogno della giusta collocazione tattica ma soprattutto di un ambiente in cui acquisire fiducia e stimoli per dimostrare le sue qualità. I flop di Eindhoven e Dnipro sono stati la mazzata finale, a Gennaio è meglio mandarlo in prestito.

Pandev nella sua posizione di prima punta mostra i suoi limiti riguardo alla condizione atletica. Da vertice basso dell’attacco a ridosso di Cavani, può occupare una porzione di campo negli ultimi venti metri, valorizzare le sue egregie qualità nel gestire il pallone anche spalle alle porta, nell’inventare assist no-look ai compagni, sprigionando il gioco corale che sa offrire il Napoli quando presenta un buon livello di condizione atletica.

Il macedone nel ruolo di prima punta deve muoversi molto di più, dar fastidio ai difensori avversari, aprire gli spazi per i compagni, cose in cui ha terribilmente sofferto contro il Chievo. Il calo di forma si era visto già nelle partite precedenti: contro l’Udinese ha toccato pochi palloni distinguendosi solo per il gol decisivo, a Torino è stato tra i peggiori in campo, a Dnipro non ha influito sul match. A prescindere dal recupero di Cavani, Mazzarri rimetterà in discussione almeno in parte le gerarchie tra Pandev ed Insigne o punterà sul macedone come primissima scelta per tentare di fargli recuperare il tono atletico perduto? Lo scopriremo solo vivendo.

Insigne ieri ha svolto un compito molto prezioso, in un certo senso “alla Lavezzi”. Il talento di Frattamaggiore andava a raccogliere palla sulla mediana ed affrontava la difesa del Chievo che aspettava il Napoli con un baricentro molto basso. Lorenzo non ha naturalmente l’esplosività del Pocho, ma compensa questo deficit con una maggiore visione di gioco e la disponibilità a sacrificarsi di più in fase difensiva. Non essendo abituato alle richieste di Mazzarri, cala poi alla distanza. Con Zeman occupava la fascia sinistra del tridente d’attacco con la mansione specifica di creare la superiorità numerica ed illuminare negli ultimi venti metri (infatti ha spesso la tendenza ad allargarsi sulla fascia sinistra, ndr), nel Napoli deve aggiungere al lavoro in fase offensiva il pressing sull’esterno avversario, perciò poi cala alla distanza come ieri nella ripresa.

 IL RISCHIO DEL CALO E LA CENTRALITA’ DI GENNAIO- Gennaio nel calcio è il mese in cui riparare agli errori ed il Napoli in estate ne ha commessi molti durante la campagna acquisti. In conferenza stampa Bigon ieri sera ha ammesso che quest’organico ha bisogno di un vice-Cavani. “E’ vero che non abbiamo un vice-Cavani, abbiamo puntato su un pacchetto di quattro attaccanti che non desse punti di riferimento alle difese avversarie. A Gennaio rifletteremo sui possibili innesti per questa rosa”. Il Napoli in estate ha provato a prendere Pazzini, incassando un secco rifiuto. Non è stato l’unico, visti i no di Balzaretti e Poli. Nella lista-mercato c’era poi il nome di Floccari, con le caratteristiche da attaccante di movimento idonee al gioco di Mazzarri. La Lazio voleva cederlo a titolo definitivo, non accettava la formula del prestito ed il Napoli allora ha optato per insistere sull’esperimento di Vargas “alla Pato” provato dal tecnico azzurro durante il ritiro di Dimaro. Questa scelta fa parte di quel compromesso al ribasso emerso dallo sciagurato summit estivo in cui si è deciso di prendere El Kaddouri, un giocatore che non può essere assolutamente considerato un vice-Hamsik per l’immediato quando a centrocampo, viste le condizioni di Donadel, era necessario acquistare un altro mediano.

Quando sui media si leggeva uno sterile coro di elogi al Napoli, abbiamo sottolineato che questa rosa era carente. “Se si pensa che il Napoli ha l’obiettivo di vincere lo scudetto e dominare in Europa, la rosa non è adeguata. Se, invece, pensiamo che il Napoli ragiona partita dopo partita affrontando tutte le squadre e giocandosela con tutte, allora quest’organico ha fatto strabene”, questo è il parere del ds Bigon in conferenza stampa. Gennaio è il mese della verità; c’è l’occasione per disputare un grandissimo campionato a prescindere dal sogno scudetto. La stagione è lunga, il rischio di cali atletici è sempre dietro l’angolo e sono necessari un centrocampista, un esterno sinistro ed un vice-Cavani.

ERRORI ARBITRALI, DE LAURENTIIS PENSACI TU! I disastri arbitrali di Catania-Juventus hanno rimesso al centro la regolarità di un campionato tradito dalle scelte proprio delle sue istituzioni. I “due pesi, due misure” di Tosel e le assurde decisioni del designatore Braschi che ha mandato Rizzoli a fare il giudice di porta nella sfida del “Massimino” dopo gli orrori di Pechino e il rigore inesistente con relativa espulsione di Brkic assegnato proprio dal fischietto emiliano in Udinese-Juventus. Rizzoli, come premio alla sua invasione di campo nei compiti dell’assistente Maggiani, è stato designato per Palermo-Milan, anticipo della decima giornata di Serie A. Gli arbitri di porta in Europa hanno ridotto gli errori arbitrali, in italia no. Senza ipocrisia, il problema è l’assenza di uniformità di giudizio dovuta alla sudditanza nei confronti dei club più potenti, in primis la Juventus. Gli internazionali Mazzoleni, Tagliavento e Rizzoli sono i protagonisti degli “orrori” più vistosi: in ordine Pechino, il gol di Muntari in Milan-Juventus e Catania-Juventus. Nessuna punizione per questi fischietti, neanche una giornata di stop. Per ridare credibilità al calcio, serve fare pulizia delle istituzioni che perpetrano ingiustizie, con la richiesta di dimissioni immediate di Tosel e Braschi. De Laurentiis, pensaci tu! Presidente, ricorda il discorso delle “genoveffe” di due anni fa? Non sarebbe mai così attuale.

 

A cura di Ciro Troise

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