Dopo il successo di San Siro, un tabù spezzato dopo ventisette anni, il Napoli di Benitez ha conquistato a Verona un’altra vittoria che vale doppio per il tifoso. Quelle che aspetti, immagini, sogni e per cui gioisci in modo particolare. Nell’allenamento a porte aperte al San Paolo uno striscione parlava chiaro: “Non è una partita normale, una questione d’onore”. Il Bentegodi è uno stadio particolare, dalla tribuna stampa la visuale è ottima ma si trova sotto un settore popolare. L’ambiente era infuocato già dal prepartita, ai cori razzisti provenienti dalla curva per i giornalisti si sono uniti gli insulti e il lancio d’oggetti dopo le reti di Insigne e Dzemaili. Attendo con curiosità i provvedimenti di Tosel ma sarebbe ora d’affrontare un dibattito culturale su questi fenomeni che coinvolga anche realtà esterne al calcio. Non si possono isolare da ciò che accade al “Bentegodi” le dichiarazioni dell’europarlamentare leghista Lorenzo Fontana o i venti di razzismo più o meno sottili che in questo paese esistono e che troppe volte vengono sottovalutati o addirittura etichettati come sfottò o espressione di discriminazione territoriale, un “neologismo” per addolcire e trasformare il significato di certi messaggi. Un po’ come i licenziamenti chiamati esuberi e le guerre che diventano missioni di pace. La chiusura delle curve non servirà a nulla finchè non sarà affrontata in maniera seria e condivisa un’analisi di tipo socio-culturale. I ragionamenti devono portare, però, a un percorso di cambiamento e non rimanere aria fritta.
Il Napoli visto al “Bentegodi” è incoraggiante, ha indossato i panni della grande squadra. La formazione di Benitez ha contenuto bene l’ottimo approccio del Verona, ha coperto bene gli spazi e ha sprigionato la sua qualità offensiva al momento opportuno. La formazione di Mandorlini, troppo spregiudicato nelle sostituzioni durante la ripresa, è la quinta forza del campionato aspettando il monday night dell’Inter e ha impensierito anche la Juventus a Torino ma contro il Napoli non ha mai dato la sensazione di poter prevalere. Il Verona ha costruito un paio d’occasioni con Toni ma in fase difensiva è apparso sempre in balia della capacità del Napoli di non dare punti di riferimento; senza gli errori sotto porta di Higuain e Pandev, la partita sarebbe stata chiusa già nel primo tempo. Era destino che nello stadio più ostile d’Italia dovesse sbloccarsi il napoletano Insigne che nelle ultime due gare aveva sacrificato la sua brillantezza all’ostinata ricerca del gol a tutti i costi. Benitez l’ha schierato da trequartista al posto di Pandev in debito d’ossigeno. Il talento di Frattamaggiore ha quella posizione nelle sue corde e ha approfittato del vuoto del Verona sulla mediana, dopo la sostituzione di Hallfreddson, per far male alla squadra di Mandorlini. Con il gol Lorenzo si è sbloccato, si è rivisto il ragazzo brillante e spregiudicato che abbiamo apprezzato durante tutto il suo percorso dal vivaio alla prima squadra, passando per Pescara e Foggia. Niente più dribbling prevedibili o tiri da ogni posizione, ma mirava la porta appena prendeva palla, verticalizzava costantemente per gli inserimenti dei compagni e metteva in mostra la sua capacità nel leggere i movimenti offensivi. Da manuale del calcio il suo gol, una lezione d’armonia di squadra nell’attacco alla porta avversaria: movimenti perfetti nei tempi giusti. A Verona si è visto anche un ritrovato Maggio capace di spegnere la vivacità di Gomez e di far male al suo dirimpettaio Agostini. E’ tornato Hamsik al “Bentegodi”, lo slovacco potrebbe scendere in campo dal primo minuto contro l’Atalanta mentre c’è ancora da aspettare per Zuniga. Il ginocchio è un affare delicato e lo staff medico del Napoli sarà molto cauto sul suo ritorno in campo. Da mercoledì in poi si vedrà anche un altro Insigne, molto diverso dalle abuliche prove contro Cagliari e Sampdoria e ancora più forte di quello visto in campionato fino alla trasferta sarda. Lorenzo è il terzo giocatore per minutaggio in campionato, alle spalle di Albiol e Callejon. Un motivo ci sarà se Benitez non ha mai dato credito alle critiche cattive dei sapientoni e ha sempre dato fiducia al talento azzurro. Insigne è il quinto assist-man d’Italia, ben trentatre volte ha dato ad un compagno l’opportunità di segnare, è poi la precisione degli altri ad aver prodotto l’esito positivo o negativo delle conclusioni. Comanda la classifica Borja Valero, che però ha anche un minutaggio più alto di tutti, inseguono il centrocampista della Fiorentina Diamanti, Pjanic e Cassano. Nel 4-2-3-1 di Benitez, Insigne compie un doppio lavoro: quello di fascia, diventato ancora più complicato senza Zuniga, esterno capace di fare in maniera egregia le due fasi, e quello d’impostazione. Senza Hamsik, il giovane talento azzurro più volte è andato ad aiutare Inler nella costruzione della manovra. Il surplus di sacrificio ha limitato la sua lucidità negli ultimi venti metri, serenità e spensieratezza possono aiutarlo, si tratta di due qualità che ha ritrovato con il gol a Verona.
Benitez e i compagni di squadra lo stanno aiutando molto, magari potrebbe farlo anche l’ambiente riducendo le pressioni. I sapientoni avevano dimenticato la sua favola, s’affrettavano a costruire il dualismo con Mertens che ha quattro anni in più, maggiore esperienza internazionale e altre caratteristiche. Oggi i sapientoni sono tornati ad appassionarsi alla sua storia, magari torneranno anche a dipingerlo come un fenomeno inseguendo il termometro della variabilità dei sentimenti, un’arma letale per molti napoletani, compresi Quagliarella e Paolo Cannavaro. Insigne ha già messo in mostra grande personalità, ora dovrà mantenere serenità ed equilibrio. Cannavaro ha pagato, però, soprattutto un maledetto contratto che dimostrava già dall’estate che la società non credesse più in lui. L’ex capitano azzurro andrebbe anche in Brasile pur di andare via dalla situazione in cui è immerso ma preferisce naturalmente restare in Italia. La soluzione Fluminense è stata proposta ai suoi procuratori, Lazio, Inter e Sampdoria valutano la possibilità ma la volontà del Napoli di monetizzare dalla sua cessione blocca qualsiasi approccio. A centrocampo la prima scelta in questo momento è M’Vila, in settimana potrebbe esserci un incontro con il Rubin Kazan. Non arrivano novità dalla Francia per Gonalons, fa parte della lista dei possibili obiettivi anche Capoue del Tottenham. Il francese può giocare anche difensore centrale, è apprezzato per la duttilità e a Londra in questa stagione tra League Cup, Fa Cup, Europa League e campionato è partito titolare solo in quattro occasioni, una sola da quando c’è Sherwood sulla panchina degli Spurs. Jorginho è un ottimo prospetto ma non è una prima scelta, il Napoli vuole un giocatore di maggiore esperienza internazionale e possibilmente anche dotato di una struttura fisica più imponente. Il centrocampista del Verona che ieri nel primo tempo ha destato un’ottima impressione potrebbe arrivare come secondo acquisto per la mediana, un colpo di prospettiva. Gli ottimi rapporti con il club gialloblù favoriscono l’affare, le parole di ieri di Mandorlini dimostrano che la società veneta è nell’ordine delle idee di poter cedere il giocatore anche a gennaio. Bisogna stare attenti alla concorrenza, lo Zenit è in agguato. La notizia del giorno è l’intesa con Behrami che ha deciso di seguire le indicazioni del Napoli e di non operarsi. Sarà assente comunque ancora a lungo, urgono rinforzi. L’ha detto anche Benitez in conferenza stampa: “Bisogna fare presto”.
Ciro Troise
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