Quest’estate il Napoli ha riscattato Dezi e Luperto, il cui cartellino era in comproprietà rispettivamente con il Crotone e il Lecce, ed ha riportato a casa Maiello che durante la gestione Bigon era stato regalato allo stesso Crotone per soli 60 mila euro. Il centrocampista classe ’91 cresciuto nell’Afragola ’92 si è trasferito ad Empoli con la formula del prestito biennale e domenica prossima potrebbe partire dal primo minuto proprio contro il Napoli anche a causa dei problemi fisici del ’97 Diousse, il nuovo talento in rampa di lancio dalla “fabbrica” del centro sportivo di Monteboro. Nell’ambito della rivoluzione confusa e sottovalutata vissuta dal Napoli, sembrava che la fiducia nei giovani, l’investimento in prospettiva su ragazzi che possono crescere con la maglia azzurra entrasse nei nuovi principi del club. Osservando il lavoro del nuovo direttore sportivo Cristiano Giuntoli, sembrava che i casi Izzo e Maiello fossero solo un brutto ricordo. Quando, invece, non c’è programmazione, si può scivolare da un momento all’altro.
La Roma non porta tutti i talenti costruiti a Trigoria sul prato dell’Olimpico ma è raro che possa dilapidare un patrimonio (è successo con Florenzi riacquistato dal Crotone per 1,5 milione di euro) perché Sabatini ha autonomia ed esperienza e sa valorizzare sul mercato i ragazzi. Basta ricordare i cinquanta milioni circa incassati con Bertolacci e Romagnoli per capire cosa può produrre un buon vivaio sfruttato con saggezza. Giuntoli è arrivato ad inizio giugno ed è stato travolto dalle tante scadenze del club azzurro che salutava Benitez, Bigon e lo scouting e quindi un metodo di lavoro su cui aveva impostato le campagne trasferimenti degli ultimi cinque anni. L’ex direttore sportivo del Carpi non è riuscito a costruire una nuova squadra, ha potuto portare a Napoli solo Giuseppe Pompilio, fidato collaboratore durante la cavalcata della società emiliana dalla D alla A. De Laurentiis sotto quest’aspetto deve accelerare assolutamente, un club come il Napoli deve avere una struttura societaria di livello: serve un direttore generale autorevole che sappia curare i rapporti tra squadra, allenatore e proprietà e un reparto scouting capace di studiare il mercato internazionale.
La ristrutturazione della rosa ha interamente occupato le giornate di Cristiano Giuntoli, che ha compreso la complessità del passaggio dal Carpi al Napoli con i parametri imposti da De Laurentiis e la scarsa autonomia concessa dal presidente. Tra i mille impegni del direttore sportivo azzurro, c’era anche la gestione dei giovani, i tanti ragazzi da mandare in prestito altrove. E’ assolutamente sbagliato considerare la gestione di queste situazioni come impegni da portare a termine fino alla scadenza contrattuale di ogni giocatore ma bisogna, invece, lavorare con la volontà di valorizzarli quanto più è possibile. Nel calcio si usa spesso l’espressione: “non tutte le ciambelle escono con il buco” ed, infatti, non tutte le scelte compiute quest’estate hanno funzionato. Risulta tecnicamente incomprensibile la scelta di portare Gabriel a Napoli in prestito e mandare Sepe a Firenze senza la garanzia che fosse titolare, vista la concorrenza con Tatarasanu. Le storie di Tutino e Gaetano dimostrano che l’errore è dietro l’angolo e il Napoli e l’entourage che li gestisce entrambi hanno operato male. Il risultato è che agli inizi di settembre sono entrambi lontani dal campo, dal percorso di crescita calcistica che dovrebbero vivere. Tutino è andato all’Avellino nell’ambito della trattativa che ha portato Roberto Insigne in maglia biancoverde, difficilmente avrebbe potuto trovare spazio con Soumarè, Mokulu, Tavano, Trotta, Castaldo e proprio Insigne ad affollare il reparto offensivo. Gaetano è andato in prestito alla Torres coinvolta nello scandalo “Dirty Soccer”, alla formazione sarda è stata inflitta la retrocessione in serie D e il trequartista classe ’96 è rientrato a Napoli in attesa di una nuova sistemazione. Gaetano e Tutino sperano nel mercato delle società coinvolte nei ripescaggi: Ascoli e Virtus Entella in serie B, Catania, Teramo, Messina, Monopoli e Pro Patria in Lega Pro che hanno avuto una proroga fino al 20 Settembre della propria campagna acquisti. Si spera nel lieto fine ma le macchie di scelte errate che hanno messo in difficoltà due ragazzi restano. Da Izzo a Gaetano, da Maiello a Tutino: in casa Napoli la gestione dei giovani rimane un cruccio.
Ciro Troise
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