E’ successo di tutto durante Napoli-Cagliari: errori, risse, gol spettacolari, autoreti, consultazioni arbitrali degne del Parlamento di questi giorni e tweet al veleno.
Dallo spareggio del 1997 tra Cagliari e Piacenza, in cui al San Paolo si sostenevano i tanti napoletani della formazione emiliana, le sfide tra azzurri e rossoblù assumono un contorno da combattimenti. Dalla pallonata del Pocho ad Allegri nel 3-3 con il colpo di testa di Bogliacino al 96’, alla fuga per la vittoria di Lavezzi nella vittoria al 94’ in Sardegna, tanti episodi di una sfida intensa anche tra due presidenti vulcanici, ribelli ma tra di loro un po’ ostili.
Mazzarri era molto teso alla vigilia di questa partita e, viste le sofferenze degli azzurri, aveva pienamente ragione. Oltre al valore e soprattutto all’ottimo stato di forma del Cagliari, Mazzarri conosce bene i limiti della sua squadra, che è una creatura costruita a sua immagine e somiglianza. Il Napoli soffre tremendamente quando deve fare la partita; lo dimostrano i pareggi interni contro Torino e Sampdoria, giunti al termine di prestazioni scialbe in cui si è notata in maniera chiara la difficoltà nel costruire l’azione quando l’avversario è bravo a chiudere gli spazi.
Nel primo tempo il Cagliari è letale, va in vantaggio con Ibarbo ma potrebbe infliggere il colpo del ko con una ripartenza non sfruttata da Nenè, una situazione pericolosa da calcio d’angolo allontanata nei pressi della linea di porta da Behrami. Il Napoli in fase offensiva ha le carte in regola per far male al Cagliari e lo dimostra con vari approcci dalle parti di Agazzi, molto spesso è la fame da gol di Cavani ad ostacolare soprattutto Hamsik al momento del tiro. In fase difensiva, il Napoli soffre troppo per la scelta di Mazzarri di presentarsi con tre difensori contro i tre attaccanti del Cagliari, rischiando moltissimo nell’uno contro uno. Il duello Ibarbo-Britos è da brividi, Mazzarri se ne rende conto e nella zona centrale tiene Behrami molto basso, quasi sulla linea dei difensori, e chiede a Zuniga di stare attento alla fase di copertura sul suo connazionale del Cagliari. Le fasce rappresentano le chiavi del gioco, dove Perico e Murru sono bloccati sulla linea dei difensori ma Maggio e Zuniga poche volte riescono ad impensierirli; i principali pericoli arrivano con gli scambi veloci tra le linee costruiti soprattutto da Hamsik e Pandev. “Se vuoi vincere, devi rischiare” ha dichiarato Mazzarri in conferenza stampa nel post-partita. Bisognerebbe presentargli, però, alcuni quesiti: la difesa a quattro con Zuniga e Maggio sugli esterni aggiungendo magari Inler sulla mediana non avrebbe dato allo stesso tempo più copertura, ordine nella gestione del possesso palla e, bloccando gli spazi con maggiore sicurezza, avrebbe dato anche più libertà d’attaccare al Napoli? In Svizzera si chiedono come mai Inler, il faro della Nazionale, non giochi più; la coppia centrale di centrocampo Behrami-Dzemaili nel sistema di gioco di Mazzarri è più appropriata perché sprigiona la manovra con più velocità e incisività. Il Napoli senza Inler, dopo la sconfitta di Verona, ha totalizzato cinque risultati utili consecutivi: un pareggio contro il Milan e le vittorie contro Atalanta, Torino, Genoa e Cagliari. Inler rappresenta, però, un patrimonio del Napoli, un giocatore dalle indiscusse qualità nella costruzione della manovra, un “geometra” che, se ben protetto, può dare un grande contributo. Con sette punti di vantaggio a cinque partite dalla fine, l’accesso diretto alla Champions League è nelle mani del Napoli e, quindi, Mazzarri potrebbe dare fiducia ad Inler per cercare di reinserirlo nei suoi schemi o al meno valorizzarlo al fine di stimolare le offerte di potenziali acquirenti sul mercato.
Nel secondo tempo è sceso in campo un altro Napoli; è evidente l’effetto della strigliata di Mazzarri nell’intervallo. Gli azzurri entrano in campo con un altro piglio, con più cattiveria agonistica, più pronti sui nervi e sull’intensità, la caratteristica principale del Napoli. Dopo tre minuti un’autorete di Astori su una conclusione di Hamsik regala l’immediato pareggio ed il Napoli trova ulteriore forza sulle ali dell’entusiasmo. L’inserimento di Armero al posto di Gamberini certifica il passaggio alla difesa a quattro, con il duetto Zuniga-Armero sulla sinistra che manda in crisi il Cagliari. La coppia Pulga-Lopez prova a correre ai ripari inserendo Cabrera tra le linee e Sau al posto degli innocui Nenè e Thiago Ribeiro. Nella ripresa il Cagliari tira una volta in porta e trova la magia con l’ex attaccante della Juve Stabia, un talento sottovalutato che meriterebbe la corsa delle grandi sul mercato. Mazzarri vede i rossoblù abbastanza bloccati nella propria trequarti, poco cinici sugli sviluppi di alcune ripartenze pericolose anche sul 2-2, e decide di rischiare inserendo anche Insigne e Calaiò. Il talento di Frattamaggiore, appena entrato, si sfianca con il solito gioco da ala sinistra, andando a recuperare il pallone anche a centrocampo, poi nel finale decide con un sussulto da scugnizzo di dare una svolta, resta stabilmente in posizione avanzata mentre Armero agisce da mezzala. In questo frangente Insigne tira fuori la personalità e fa esplodere il San Paolo, coronando un sogno che cullava da tempo. La magia s’insacca dove Agazzi non può arrivare anche grazie alla deviazione di Nainggolan; la fortuna aiuta gli audaci e Lorenzo per la professionalità mostrata nell’arco di tutta la stagione se lo merita.
Astori e Nainggolan partecipano involontariamente a due gol fondamentali per il Napoli, spegnendo le velleità del Cagliari in campo con grande cattiveria agonistica. Il difensore ed il centrocampista della formazione sarda sono stimati da Mazzarri e rappresentano due desideri del Napoli che a Gennaio non sono stati realizzati, come dimostra il veleno nel tweet del presidente. Non è ancora finita, i discorsi sono ancora aperti, anche se dopo le tensioni di ieri è ancora più difficile che Cellino ceda i suoi pezzi pregiati al Napoli. Astori sogna il Milan che recentemente ha presentato un’offerta al Cagliari: otto milioni più un giovane a scelta tra i vari Comi, Verdi, Oduamadi, prodotti del settore giovanile rossonero mandati a fare le ossa in Serie B. Il Milan ha così pareggiato l’offerta presentata dal Napoli a Gennaio: otto milioni divisi in due tranche tra il mercato invernale e quello estivo. Cellino comunque chiede di più, bisognerà arrivare almeno a dodici milioni di euro, il Napoli è alla finestra. Per Nainggolan le richieste sono ancora più esose perché il centrocampista belga ha molte pretendenti all’estero, soprattutto in Premier League, in primis il Southampton.
Ciro Troise
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