La stagione della svolta nell’era De Laurentiis è quella del primo approdo in Champions League, l’annata 2010/11. All’Hotel Hilton uno degli uomini di mercato del club azzurro mi rivelò: “Abbiamo preso Fernandez per la prossima stagione perché pensavamo di arrivare quinti, l’obiettivo societario era l’Europa League, ci siamo trovati in Champions”.
Il 19 Dicembre 2010 il Napoli batte 1-0 il Lecce grazie al salvataggio sulla linea di Grava e all’eurogol di Cavani e resta in scia del Milan capolista, è secondo insieme alla Lazio a tre punti dai rossoneri. Nella storia recente del Napoli, è il Natale vissuto più vicino alla vetta della classifica prima di quello che ci hanno regalato Higuain e compagni. Complice la sconfitta dell’Inter in casa contro la Lazio, le seconde in classifica Napoli e Fiorentina sono solo ad un punto dalla capolista. La squadra guidata da Mazzarri cinque anni fa sognava il tricolore, arrivò anche ad una sfida-scudetto di fine febbraio contro il Milan ma non era pronta per sognare un’impresa così clamorosa. Non lo era la società e, infatti, mentre Galliani portava a casa Cassano e Van Bommel, De Laurentiis e Bigon rinforzavano il gruppo con Ruiz e Mascara. Negli anni successivi gli investimenti a gennaio sono aumentati, nell’epoca Benitez nelle finestre invernali sono arrivati Jorginho, Henrique, Ghoulam e Gabbiadini senza alcuna cessione rilevante ma mai il Napoli è stato così vicino al sogno scudetto come nella stagione in corso.
Due anni fa il primo scintillante Napoli di Benitez salutava il Natale con trentasei punti, uno in più di quello di Sarri, ma la Juventus e la Roma senza impegni europei viaggiavano a velocità più spedita, con rispettivamente dieci e cinque punti in più degli azzurri.
Le sensazioni trasmesse poi erano completamente diverse, dopo un inizio ad alta velocità il primo Napoli di Rafa nelle ultime sei giornate prenatalizie di campionato portava a casa solo otto punti su diciotto, la squadra di Sarri, invece, ne ha totalizzati tredici lasciandone per strada solo cinque a causa della sconfitta contro il Bologna e del pareggio interno contro la Roma. La vittoria di Bergamo ha comunicato tanti spunti importanti su cui De Laurentiis e Giuntoli hanno il dovere di riflettere. L’”anima” di Pepe Reina, l’abbraccio Higuain-Sarri, la partecipazione della panchina alle vicende della partita hanno dimostrato che questa squadra è determinata, non vuole mollare nulla e che ha intrapreso la strada giusta, quella della compattezza granitica del gruppo, attraverso la quale si può risolvere anche qualche lacuna tecnica.
Il segnale più interessante è emerso dal campo: il Napoli ha saputo cambiare faccia, è apparso duttile, ha saputo soffrire, reagire al pareggio e soprattutto indossare l’anima della formazione contropiedista sull’1-2 in dieci uomini. Non è tutto oro quello che luccica, da Bergamo c’è anche tanto su cui riflettere: il Napoli fa fatica a mettere in mostra la sua organizzazione di gioco per l’intero arco della gara, sia contro la Roma che contro l’Atalanta è riuscito a venire fuori soprattutto nella ripresa. Il centrocampo è apparso un po’ meno lucido nella partecipazione alle fasi di gioco nelle ultime gare e non basta la sosta per risolvere tale problematica. Servono ricambi all’altezza, centrocampisti completi in grado di dare il proprio contributo in entrambe le fasi, capaci sia di fare filtro che di lavorare allo sviluppo del gioco. Non c’è bisogno di promesse, di giovani da valorizzare ma di profili già pronti, in grado di calarsi in tempi brevi nell’economia tattica della formazione di Sarri. Non è assolutamente un compito facile ma è un’opportunità storica da cogliere al volo, una chance da non fallire. Il Napoli ha un ottimo equilibrio finanziario, esprime un importante livello tecnico, ha un allenatore che è entrato nel cuore del gruppo e dei suoi top players, ha bisogno di poche pedine valide per essere più solido, costruire un’impalcatura che non si rovini con i tanti impegni della stagione. Bisogna liberarsi degli “esclusi” Henrique, Zuniga, De Guzman e rinforzarsi soprattutto a centrocampo, poi potrebbe essere utile dotarsi anche di un vice-Callejon, cioè di un giocatore con il senso tattico, la disponibilità al sacrificio in fase di ripiego e le risorse atletiche dello spagnolo.
Dal 6 Gennaio inizia un nuovo percorso dove non ci saranno impegni più abbordabili di altri, in Coppa Italia ci sarà l’Inter e non il Verona, in Europa League il Villarreal e non le squadre affrontate nel girone eliminatorio. “Se la società ha ambizioni superiori, deve agire di conseguenza”, commentava Maurizio Sarri dopo la sfida contro il Verona.
Era l’anno zero per il Napoli, quello in cui ripartire stando attenti al bilancio e, invece, può diventare una stagione storica. Lo dicono i numeri in Italia e in Europa, dove il Napoli ha chiuso a punteggio pieno il suo girone, con ventidue gol realizzati, il miglior attacco delle competizioni europee compresa la Champions e la difesa più solida dei gruppi dell’Europa League. In serie A gli azzurri hanno la seconda miglior difesa, il terzo attacco più prolifico, la migliore differenza reti insieme alla Fiorentina (+18), è la squadra che ha perso di meno e può godersi il capocannoniere del campionato. C’è tutto per sognare in grande, bisogna solo scacciare via solo le “tossine” viste già durante la cavalcata compiuta dal Napoli finora. Anche il Napoli dei trionfi nazionali ed europei ebbe bisogno del mercato invernale, nella stagione del primo scudetto, fu l’acquisto di Ciccio Romano a far volare Maradona e compagni verso il trionfo dell’indimenticabile 10 Maggio 1987. Il Napoli si sta guardando intorno: Klaassen e Andrè Gomes sono piste più praticabili per giugno che per gennaio, il dialogo con la Sampdoria, che coinvolge Camilo Zuniga e Roberto Soriano, non si è mai interrotto. Giuntoli sta lavorando su due piani, in prospettiva per la prossima stagione e nell’immediato per quella in corso, che dev’essere la priorità assoluta. Nell’era De Laurentiis il Napoli non era mai stato a -1 dalla vetta a Natale. Bisogna prenderne atto e agire di conseguenza, come ha suggerito Maurizio Sarri che finora ha valorizzato al massimo il materiale umano a propria disposizione. Il “talebano”, mutuando l’espressione di De Laurentiis che l’ha accusato di non utilizzare alcuni giocatori, ha fatto “impennare” il valore di mercato di Jorginho, Ghoulam, Koulibaly, Insigne, ha reso Marek Hamsik meno presente in zona gol ma più completo nell’economia generale delle sue prestazioni ed è entrato nel cuore di Gonzalo Higuain, aiutandolo a raggiungere livelli straordinari. Più di questo non si poteva fare, ora la palla passa a De Laurentiis e Giuntoli che a gennaio possono realizzare i “gol” più importanti dell’anno.
Ciro Troise
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