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Il Napoli tra mire internazionali e handicap da provinciale

Benitez, spessore internazionale e mentalità vincente. Bisognerebbe colmare, però, le carenze nella struttura societaria

Tutti in attesa del tweet. Non è il titolo di un nuovo film di De Laurentiis, ma la sensazione che aleggia tra i tifosi del Napoli che attendono l’annuncio ufficiale del nuovo allenatore. Benitez ha concluso il suo ultimo impegno sulla panchina del Chelsea, la tournèe americana in cui ha rimediato due sconfitte contro il Manchester City. Bisogna completare tutti gli aspetti burocratici: la liberatoria dal Chelsea, i contratti da tradurre in più lingue, prima di poter dare l’annuncio ufficiale.

Il Napoli ha mire internazionali, il presidente De Laurentiis ha come obiettivo del suo progetto consolidare la sua creatura stabilmente nell’Europa che conta. L’ha dichiarato anche alla conferenza stampa di presentazione del ritiro di Dimaro: “Non ho ancora trovato uno che mi spiega come si fa a fare bene le due competizioni, campionato e Champions”. Benitez è abituato a lavorare su più fronti, a non trascurare nessuna competizione, a dare grande risalto al palcoscenico europeo dai tempi delle giovanili del Real Madrid; nel 2004 con il Valencia riuscì a fare anche il “double” conquistando scudetto e Coppa Uefa.

Nel suo contratto c’è il bonus scudetto ma il vero obiettivo societario è superare lo storico limite “mazzarriano” che, affidandosi esclusivamente ai suoi “titolarissimi”, ha sempre sofferto nell’affrontare più impegni tanto da stabilire un’evidente gerarchia nelle ambizioni stagionali.

Un’altra missione per l’erede spagnolo sarà la valorizzazione dei giovani, Insigne, Vargas e Fernandez in primis, com’è avvenuto a Liverpool con Agger e Paletta e all’Inter con Obi. Solo il Gremio può cambiare le carte in tavola per il futuro del cileno, se dovesse manifestare la volontà di trattenerlo impegnandosi a presentare una buona offerta. In verità Vargas non sta facendo la differenza neanche in Brasile al Gremio, eliminato dalla Coppa Libertadores.

Il reparto scouting è al lavoro per trovare altri rinforzi da consegnare a Benitez che non dovrebbe avere le remore di Mazzarri nel mandarli in campo. Rosati, dopo due sessioni di mercato in cui è saltato il trasferimento alla Fiorentina, dovrebbe andare via per rilanciarsi dopo l’esperienza napoletana; al suo posto piace Kapino, portiere classe ’94 del Panathinaikos (ha collezionato anche 13 presenze in prima squadra, ndr), dell’Under 21 greca e che disputerà il mondiale under 20 in Turchia dal prossimo 21 Giugno. De Sanctis ha il contratto in scadenza nel 2015, l’idea è utilizzare Kapino alle spalle del numero uno azzurro per farlo crescere e portarlo nell’arco di una o due stagioni a essere titolare. Kapino potrebbe essere impiegato nella prossima stagione anche nella Primavera che ha bisogno di rinforzi soprattutto per la Youth League. Lo spazio che concederà a Benitez alle “scoperte” internazionali è anche una responsabilità per gli osservatori del Napoli; finora degli acquisti stranieri, tra prima squadra e settore giovanile, solo Fernandez ha mostrato buone prospettive, se schierato in una difesa a quattro. Novothny è un valido attaccante ma dovrà essere mandato a farsi le ossa in Lega Pro per verificare le sue qualità in un contesto più competitivo del calcio giovanile. L’attaccante ungherese potrebbe andare a Catanzaro, se Sormani dovesse trasferirsi in Calabria.

Da Radosevic al giovanissimo Tartaglione di San Vincenzo, passando per i ’95 Di Stasio e Zambrano, nessuno ha entusiasmato dei rinforzi da fuori regione giunti nel vivaio. Per il nazionale croato vale lo stesso pensiero di Novothny; Radosevic dovrà essere ceduto in B per crescere, nonostante l’esborso di 3 milioni di euro, cifra da spendere per un diciottenne già pronto per la prima squadra.

De Laurentiis ha mire internazionali e ha scelto un allenatore importante per una piazza che ha la possibilità concreta di raggiungere traguardi importanti, ma la struttura societaria presenta molti handicap da provinciale. Il direttore sportivo Riccardo Bigon ha responsabilità di livello superiore al suo spessore, non c’è un profilo autorevole a Castelvolturno che può fungere da mediatore tra le esigenze della squadra e le indicazioni della proprietà. Il reparto scouting è chiamato a dimostrare il suo valore con Benitez, servirebbe una figura tecnica di fiducia come potrebbe essere Edy Reja. Il settore giovanile ha bisogno di una svolta generale; dal passaggio di Giuseppe Santoro in prima squadra non ha più una guida tecnica, mostra profonde carenze nel seguire i talenti sul territorio, non ha un background notevole nei rapporti con le scuole calcio, sta pagando scelte disastrose in termini di gestione come lo svincolo massivo di 72 elementi, tra cui alcuni ancora utili per le giovanili azzurre, e l’addio troppo precoce al “Ianniello” di Frattamaggiore per la Primavera. Poi c’è il dramma strutture; la Primavera a Castelvolturno si muove come la prima squadra, ma tutte le altre categorie lavorano al “Kennedy”, centro sportivo utilizzato da tante altre realtà. E’ impossibile per i tecnici concentrarsi su fasi specifiche del gioco, dedicarsi ad approfondimenti individuali; nel vivaio azzurro ogni ragazzo andrebbe seguito con programmi personalizzati, ciò non è neanche considerabile nella precarietà organizzativa e di strutture del settore giovanile azzurro.

Attenderemo le prime mosse di Benitez e del suo staff, Grava potrebbe fare il team manager se Santoro dovesse seguire Mazzarri all’Inter; sul settore giovanile c’è totale incertezza su tutto. Figure dirigenziali, allenatori, campo per la Primavera all’altezza anche per la Youth League, eventuali rinforzi; nessuno è a conoscenza dei programmi e siamo già a fine Maggio, un po’ tardi per una società che dovrebbe diventare internazionale in tutto, alla quarta stagione consecutiva nelle coppe europee. C’è poi la grana stadio, sperando che sarà evitata con i lavori completati entro il 30 Giugno la minaccia della Champions da disputare a Palermo e che si proceda subito per concretizzare i progetti per il nuovo impianto a Fuorigrotta.

Ciro Troise

 

 

 

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