Il Napoli è in silenzio stampa, è arrivato anche il comunicato ufficiale con cui la società spiega che in Italia al momento non si rilasciano dichiarazioni. Si parla solo in Europa, molto spesso con gli stessi giornalisti presenti nelle gare del campionato di Serie A ma sugli obblighi con la Uefa non si scherza. De Laurentiis ha solo sfiorato le questioni della squadra concentrando i suoi interventi sui vergognosi fatti del 3 Maggio, sulla morte di Ciro Esposito e sulla violenza negli stadi che ritorna, visti i fatti di Torino o quelli di Cagliari e Varese la scorsa settimana.
Quando il presidente non parla, è spesso in una fase acuta d’osservazioni, valutazioni, pensieri. Il Napoli in campo è inarrestabile, ha collezionato cinque risultati utili consecutivi tra campionato ed Europa League, insidia le romane a pochi punti di distanza. Gli azzurri hanno segnato sedici gol nelle ultime cinque sfide, la media di 3,2 a partita e ne hanno subiti solo sei. Nella partita contro la Sampdoria, il Napoli si è comportato da macchina di guerra producendo statistiche impressionanti: è da record la quantità di tiri (ben ventisette) di cui venti nello specchio della porta, è migliorata la qualità del possesso con la percentuale dell’88% di passaggi riusciti. La crescita del Napoli è evidente soprattutto sui punti più critici delle partite più discusse, come l’intensità, il livello di concentrazione, la reattività in tutte le fasi di gioco. Gli azzurri hanno vinto cinquantadue duelli in fase difensiva, diciassette volte hanno fermato l’avversario in tackle. La produzione offensiva della formazione di Benitez ha raggiunto domenica sera picchi molto importanti, basta fare un confronto con i dati della vittoria del Real Madrid per 4-2 (quindi con lo stesso risultato) in trasferta contro il Celta Vigo. I blancos di Ancelotti hanno ottenuto il bottino pieno in trasferta ma la produzione di Cristiano Ronaldo e compagni non è paragonabile a quella di Higuain, Insigne, Gabbiadini: dieci tiri con sei nello specchio, possesso palla del 46% contro il 54% degli avversari e la percentuale di passaggi riusciti è arrivata appena all’81%. Da questi dati, emerge il maggiore cinismo degli attaccanti del Real Madrid ma anche il grande valore del gioco arrembante prodotto dagli azzurri, che si sono espressi nella stessa giornata a livelli superiori rispetto ad uno dei migliori top team d’Europa.
Il Napoli vola in campo ma De Laurentiis medita sul futuro del club. Non s’intensificano i contatti con Benitez, l’argomento futuro non è stato approfondito, i due hanno interagito solo con gli sms post-Wolfsburg rivelati da Rafa in conferenza stampa. Non ci sono segnali nuovi neanche sul fronte societario: lo scouting è in scadenza e non sono ancora arrivate proposte di rinnovo, anche i rapporti tra De Laurentiis e Bigon sono abbastanza freddi, il patron attribuisce al direttore sportivo di aver appoggiato in maniera incondizionata le idee dell’allenatore in chiave mercato. Da questa dinamica nascono le continue parole di elogio di Benitez a Bigon sul mercato, sulla capacità di fare da mediatore in merito al conflitto nato intorno alla questione ritiro. E’ un conflitto aperto, non ci risulta che ci siano già trattative avanzate per Mihajlovic o altri allenatori, i contatti sono frequenti ma non c’è ancora una decisione chiara in tal senso.
Benitez aspetta il business plan proposto da De Laurentiis, tra le idee che l’attuale allenatore del Napoli ha trasmesso al patron c’è sicuramente l’attenzione alle strutture, la necessità di rendere il Napoli all’altezza dei risultati sportivi in Europa sotto il profilo degli impianti in cui s’allenano la prima squadra e il settore giovanile, senza dimenticare l’annosa questione dello stadio San Paolo.
Eppur si muove, potrebbe essere la sintesi giusta. Sulle strutture De Laurentiis si sta guardando intorno, ha confessato ai suoi collaboratori la volontà di dotare il Napoli di un centro sportivo di proprietà in cui far crescere i ragazzi. Il 10 Aprile scorso De Laurentiis alla radio ufficiale dichiarava: “Non dimentichiamoci anche di Sepe, che non dovrà aspettare 32 anni per tornare a Napoli. E’ inutile altrimenti avere i vivai, costruire i centri per tirarli su”. Le sue parole tra le righe esprimevano la volontà di valutare in maniera seria un investimento in tal senso, anche perchè a quella frase bisogna aggiungere altro. Da qualche mese a Sant’Antimo, nel centro dove s’allenano le giovanili, si sta recando con frequenza quotidiana Edo De Laurentiis, probabilmente proprio con il compito di studiare le potenzialità e verificare le esigenze del vivaio. Edo si sarà reso conto della storica necessità di aumentare le squadre del settore giovanile, di ripristinare le categorie di mezzo, cioè le formazioni Allievi Lega Pro e Berretti per gestire in maniera più intelligente il salto dai Giovanissimi agli Allievi e dagli Allievi Nazionali A e B alla Primavera. Il lavoro di scouting sul territorio, di formazione dei ragazzi sarà sempre vanificato se non ci sarà la categoria di mezzo che permette di non “parcheggiare” per stagioni intere i calciatori non ancora pronti per vari motivi (crescita fisica o gap di maturazione mentale, emotiva e comportamentale per esempio) oppure di cederli in prestito altrove. Lo stesso Lorenzo Insigne non sarebbe mai esploso senza che il Napoli avesse avuto la possibilità di aspettare la valorizzazione del suo talento.
Aggiungere nuove squadre al settore giovanile prevede la necessità di dotarsi anche di altre strutture oltre a Sant’Antimo, dove già lavorano le sette formazioni che compongono attualmente il vivaio, dagli Esordienti Provinciali a 9 alla Primavera, che sotto la gestione Benitez ha abbandonato il centro sportivo di Castelvolturno diventato tutto della prima squadra.
Tante esigenze e forse un pensiero hanno coinvolto De Laurentiis: piuttosto che rilevare in affitto altri campi perchè non realizzare finalmente un centro di proprietà? Non conosciamo i tempi, i modi, ci sono tante opportunità (in primis il centro sportivo di Marianella che ha fatto la storia del Napoli prima del fallimento) ma le nostre indiscrezioni rivelano che almeno la volontà sembra esserci. E’ sicuramente un primo passo ma servono i fatti, la crescita del Napoli deve avere come obiettivo rendere il proprio impianto societario all’altezza di tutte le sfide che riguardano la società, tra prima squadra e settore giovanile.
Ciro Troise
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