Il Napoli vince al 90’ all’Olimpico di Torino con un gol di Higuain e ritorna lo sterile e strumentale dibattito sulla fortuna, il cinismo e il gioco che latita. Da una parte i giornali del Nord che fanno battaglie di potere e approfittano dell’episodio dubbio per vendere qualche copia in più raccontando di scandali mai denunciati in caso di errori arbitrali che hanno favorito altre squadre. Non c’erano questi commenti il giorno dopo il gol annullato a Paloschi in Chievo-Juventus, le ingiustizie subite dal Toro nei due derby e la rete di Llorente in fuorigioco proprio contro il Napoli. Il contatto Glik-Higuain, invece, riaccende la polemica granata contro la classe arbitrale e stimola giudizi pesanti sull’operato di Doveri, nonostante tutte le immagini lasciano aperti ancora molti dubbi sull’episodio. Dal Nord al Sud, ci sono i fuochi incrociati per screditare senza equilibrio e capacità analitica la stagione del Napoli. I sapientoni, che gridavano allo scandalo quando il Napoli mostrava crepe profonde in fase difensiva, oggi parlano di una squadra che ha tradito la sua identità, brutta da vedere, con un gioco all’italiana. Proviamo come sempre a liberarci dai dibattiti strumentali e a portare avanti le nostre analisi e opinioni senza cadere nei tranelli delle posizioni contrapposte.
L’ultimo Napoli arrembante e divertente si è visto a Reggio Emilia contro il malcapitato Sassuolo, poi un’involuzione ha colpito il gioco della formazione di Benitez da Swansea a Torino. I risultati, tra Europa League e campionato, hanno retto complessivamente: sono arrivati tre pareggi, una sconfitta e due vittorie. Ciò che conta di più è che il Napoli è riuscito a qualificarsi agli ottavi di Europa League, ha tenuto aperta la lotta per il secondo posto grazie agli ultimi due successi in campionato e può ancora superare il turno contro il Porto.
I tanti impegni hanno tolto brillantezza e lucidità al reparto che è stato l’anima del Napoli di Benitez fino a metà febbraio: la trequarti offensiva che non ha goduto di nuovi innesti nel mercato di gennaio. Il centrocampo e la difesa hanno potuto contare sugli innesti di Jorginho, Henrique e Ghoulam che hanno aiutato Benitez nelle rotazioni.
Il Napoli ha subito solo cinque gol nelle ultime sette partite e ne ha segnati sette, nel ciclo precedente, considerando lo stesso numero d’incontri, aveva realizzato tredici reti e ne aveva subiti nove. Le statistiche su un lungo periodo sono chiare e offrono un quadro preciso sul momento degli azzurri.
“Dobbiamo lavorare per trovare l’equilibrio”, l’ha detto più volte Rafa Benitez soprattutto durante i primi mesi della stagione. Per arrivare al 100% da questo punto di vista serve migliorare la rosa, al Napoli mancano soprattutto centrocampisti completi, capaci di fare le due fasi, dei corridori dai piedi buoni. Con Jorginho la situazione è migliorata, l’ex Verona è un giovane di grande talento, non un top player ma ha il passo veloce ed è un giocatore molto dinamico e con buona qualità. Il Napoli, infatti, negli ultimi mesi ha sofferto soprattutto in Europa dove in difficoltà sulla mediana contro il ritmo, la fisicità e la qualità degli avversari. Per non soccombere dal punto di vista tattico, hanno “tirato la carretta” gli uomini d’attacco: i vari Callejon, Higuain, Insigne, Mertens e Hamsik nei primi due mesi di campionato. Il calo atletico di vari singoli produce inevitabilmente un peggioramento complessivo della manovra, mancando il gruppo di brillantezza e lucidità.
Il centrocampo potrebbe sopperire a questo deficit ma non sembra avere lo spessore per farlo, queste indicazioni devono essere la guida per il prossimo mercato estivo degli azzurri. Le principali occasioni del Torino sono nate proprio dagli errori dei centrocampisti nel palleggio che hanno esposto la difesa azzurra alle ripartenze avversarie.
Benitez, da grande allenatore e da uomo saggio, ha capito le difficoltà della squadra e ha dato un pizzico d’italianità al suo gioco, lavorando sulla costruzione delle ripartenze. Mancando la propulsione offensiva dei bei tempi, Rafa ha arretrato il baricentro lavorando molto sulla fase difensiva nettamente migliorata nell’ultimo mese.
L’inserimento di Ghoulam, che sta assimilando sempre di più i meccanismi tattici della fase di copertura, ha aiutato questo processo che ha coinvolto tutta la squadra. Benitez è un allenatore efficace e, senza brillantezza, la strada per la vittoria passa per un approccio più attento a non prenderle che a farne uno in più degli avversari. Non c’è più la squadra che fece arrivare nella propria area di rigore una ventina di volte il Borussia Dortmund al Westfalen Stadion ma quella che al Torino ha concesso tiri dalla distanza e ripartenze nate dalle palle perse dei centrocampisti.
L’atteggiamento della coppia centrale di difesa è cambiato, attacca l’avversario con maggiore frequenza, ha più volte l’uno contro uno come riferimento piuttosto che nella copertura della zona nei movimenti difensivi. Non è un caso che Fernandez sia stato il migliore in campo contro Roma e Torino, il difensore argentino è il volto-copertina del Napoli di Benitez che rimedia all’involuzione nel gioco con l’efficacia della fase difensiva e il cinismo dei suoi attaccanti. Giovedì sarà, però, tutto diverso: contro il Porto servirà una prestazione di grande intensità, il Napoli sparagnino non basterà. Contro Porto e Torino il Napoli è apparso in crescita durante la gara, con due primi tempi da dimenticare. Giovedì ciò non sarà possibile, sarà necessaria un’armata agguerrita e arrembante dal primo all’ultimo minuto. Per andare avanti in Europa e non perdere colpi sul lungo periodo serve ritrovare brillantezza e lucidità. Vedremo se arriveranno con l’arrivo della primavera.
Ciro Troise
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