Era il 31 Agosto 2015, il campionato aveva espresso solo due giornate. Il calcio italiano commentava il ritorno in Italia di Mario Balotelli che, però, al Milan non ha ancora trovato continuità a causa di problemi fisici. Il Napoli stentava, faceva vedere spezzoni di bel gioco ma rovinava le prestazioni a causa di una condizione atletica poco brillante e soprattutto di una disposizione tattica che non blindava la fase difensiva e toglieva ampiezza a quella offensiva. In occasione della prima sosta per gli impegni delle Nazionali, Conte si lanciava in queste dichiarazioni: “Nelle convocazioni di queste due gare ho mantenuto il gruppo dell’anno scorso, c’erano solo due giornate di campionato come riferimento, mi sono fidato del gruppo dell’anno scorso, ma è ovvio che se perdurano situazioni di azzurri che non giocano nei propri club, la Nazionale diventa a rischio. Questo preferisco dirlo, spiace ai giocatori e a me, ma bisogna tenerne conto: chi non gioca nella propria squadra non può pensare di venire in Nazionale”.
Sono passati circa due mesi e mezzo da quelle parole, l’Italia ha portato a casa la qualificazione agli Europei e si prepara ad affrontare Belgio e Romania per sperimentare il gruppo che si recherà in Francia. Otto mesi sembrano tanti ma non rappresentano un periodo molto lungo per le Nazionali che non hanno tante occasioni per allenarsi in vista delle grandi competizioni internazionali a causa degli impegni dei club.
La Nazionale dovrebbe esprimere i valori del campionato e, invece, soprattutto nel reparto offensivo si notano tante contraddizioni nelle scelte di Conte. Mancano quattro giocatori italiani che stanno disputando un ottimo campionato con le maglie di Fiorentina, Torino, Sassuolo, Napoli: Bernardeschi, Quagliarella, Berardi e Insigne. Questi quattro attaccanti appartengono al nucleo dei titolari nelle loro realtà ma in Nazionale non ci vanno, al loro posto hanno trovato spazio nei ventotto scelti Zaza e Gabbiadini, le riserve di lusso di Juventus e Napoli. In queste convocazioni le parole di Conte del 31 Agosto scorso non hanno trovato coerenza. Tutti gli addetti ai lavori sono concordi sul considerare il Napoli di Sarri la squadra che esprime il miglior calcio del campionato. Il gruppo a disposizione di Sarri è principalmente straniero ma un’anima italiana c’è ed è formata da Jorginho e Insigne, il regista e l’elemento di raccordo tra centrocampo ed attacco. Marek Hamsik fa il regista aggiunto, Lorenzo unisce i reparti, tiene la squadra corta con i suoi movimenti e la capacità di proporsi per l’assist o la conclusione verso la porta avversaria.
Gabbiadini è un attaccante di grandissimo livello, ha qualità importanti ma nel contesto tattico del Napoli di Sarri sta cercando di calarsi con tanto impegno sia nel ruolo di centravanti che in quello di esterno destro d’attacco ma non ci è ancora riuscito pienamente. Jorginho al momento è il miglior regista della serie A, basta saper interpretare le statistiche ma Conte, senza poter contare su Pirlo e Verratti, gli preferisce Montolivo perdendo un’altra occasione per sperimentare una variabile diversa.
L’Italia di Conte sembra disegnata intorno al 4-3-3, il modulo in cui sono esplose le qualità proprio di Jorginho e Insigne. Ci sono tante domande che meriterebbero una risposta: come si fa a non convocare Quagliarella? Quanto durerà la “punizione” di Berardi? Criscito avrà un’altra chance o il suo nome è stato cancellato a vita? Cosa deve fare Jorginho per essere convocato in Nazionale? Immobile, ieri a segno contro il Real Madrid, paga ancora le polemiche del mondiale brasiliano? Le motivazioni dell’esclusione di Insigne?
Il Napoli di Sarri ha probabilmente entusiasmato tutti tranne Conte che ha escluso gli interpreti italiani della splendida macchina messa a punto dall’ex allenatore dell’Empoli. Sembra di essere tornati ai tempi di Zoff e Juliano, quando bisognava faticare moltissimo per arrivare in Nazionale se s’indossava la maglia del Napoli. Si può parlare di caso Insigne visto che in uno degli ultimi test pre-Europeo è stato escluso uno dei migliori esterni d’attacco del campionato. Probabilmente l’attaccante del Napoli paga le pressioni di De Laurentiis per far tornare Insigne a casa nel periodo che precedeva la sfida contro la Fiorentina. La decisione di rientrare a Castelvolturno è stata condivisa con lo staff della Nazionale, per monitorare le condizioni del ginocchio dopo le botte di San Siro l’attaccante del Napoli aveva bisogno di svolgere le terapie sotto la guida del Dott. De Nicola.
Conte sta portando avanti una battaglia in difesa del valore della Nazionale, la sua opera è condivisibile. anche se le contraddizioni continue possono minare l’importanza del suo lavoro in un calcio italiano che subisce un’overdose massiccia di stranieri a danno dei settori giovanili. Bisogna ripartire dalla meritocrazia, dal concetto per cui in Nazionale ci va chi lo merita senza considerare fattori esterni. Insigne e Jorginho meritano la maglia dell’Italia, qualcuno può opporre argomentazioni serie a quest’affermazione? Penso proprio di no…
Ciro Troise
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