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Il Napoli di Benitez vola, la società annaspa tra vecchi e nuovi problemi

Il settore giovanile è alle prese con l'emergenza virus, circa ottanta i ragazzi colpiti dalla Primavera agli Esordienti

Quando si coniuga bel gioco e risultati, nel calcio si è fatto il massimo, proprio come sta facendo il Napoli di Benitez. Primo in classifica, nove gol fatti e solo due subiti, i numeri fotografano un ottimo inizio di stagione, condito anche dagli splendidi frangenti di bel gioco mostrati contro Bologna, Chievo Verona e Atalanta. Benitez ci ha messo veramente poco tempo a far assorbire alla squadra i meccanismi del 4-2-3-1. Lo step turn-over è stato superato con un po’ di fatica; Benitez ha, infatti, sacrificato pezzi importanti dello scacchiere azzurro come Zuniga, Behrami e Hamsik. Nel primo tempo il Napoli non è riuscito a costruire il gioco in maniera brillante come nelle partite precedenti; la qualità degli uomini-chiave è indispensabile per aprire le maglie dell’Atalanta, schieratasi con un 3-5-1-1 che diventava un 5-4-1 in fase di non possesso. Nel primo quarto d’ora, le aperture di Cigarini e Baselli, giovane talento classe ‘92 da tenere d’occhio, per Del Grosso mandavano in crisi Mesto sulla fascia destra; i bergamaschi così andavano più volte al cross per Denis, impensierendo la difesa del Napoli.

Benitez sa leggere la partita e chiede alla squadra di essere più corta riducendo le distanze tra i reparti; l’Atalanta si rintana nella propria metà campo e il Napoli prova a dominare con il suo gioco “senza fretta e senza pause”. Si fa fatica, però, a trovare gli spazi: s’alternano sulle fasce Insigne e Mertens, Pandev non ha il passo per infilarsi tra le strette maglie giallonere dell’Atalanta e non ha a disposizione i metri per inventare le sue giocate. L’unica occasione del primo tempo capita proprio sui piedi del macedone, che calcia a rete su assist di Insigne ma Consigli è bravo ad opporsi.

“Gli altri hanno compiuto il proprio lavoro, Hamsik e Callejon hanno fatto la differenza”, così si è espresso Rafa Benitez in conferenza stampa. Questa frase dell’allenatore spagnolo rappresenta una precisa sintesi sull’andamento della gara trasformatasi con l’ingresso di questi due grandi talenti nella ripresa. Lo slovacco è la “luce” del gioco azzurro, ha trasmesso ordine, creatività alla manovra e fiducia nei compagni; non è un caso che l’azione per il gol di Higuain al 70’ sia partita dai suoi piedi.

Il primo tempo contro l’Atalanta ha fotografato ancora una grande differenza di qualità tra titolari e riserve. Mesto non equivale Maggio, Armero ha disputato una buona prova ma Zuniga ha un altro spessore, Inler senza Behrami deve far filtro davanti alla difesa inseguendo gli avversari e lasciando di conseguenza spesso lo spazio libero sulla mediana (l’Atalanta era in costante superiorità numerica a centrocampo, ndr), Dzemaili conserva il vizio a proporsi in avanti. Aumentare complessivamente il valore della rosa è una missione compiuta in parte dal Napoli, ci sono ancora delle lacune non colmate.

Borussia Dortmund e Milan sono le prove della verità per il Napoli perché si tratta di squadre capaci di alzare il ritmo, dotate di un grande potenziale offensivo. Sarà indispensabile coprire gli spazi soprattutto sulla mediana, costruendo un Napoli magari anche meno spettacolare ma più accorto. Soprattutto il Borussia Dortmund sa colpire molto bene con le sovrapposizioni sugli esterni, serve un grande lavoro tattico di Benitez sotto quest’aspetto.

Benitez sta preparando l’esordio in Champions League a Castelvolturno senza dover condividere la struttura con la Primavera. Il tecnico spagnolo ha chiesto a De Laurentiis altri due campi e nel frattempo ha ottenuto il terreno di gioco solitamente occupato dalla Primavera di Saurini, emigrata per venti giorni al “Ianniello” di Frattamaggiore. Venti giorni e poi chissà cosa succederà, con una società che promette da anni le strutture per il settore giovanile. Mi ricordo ancora gli interventi di De Laurentiis quando parlava di una palazzina per la scugnizzeria, dove imparare anche il russo e cinese; dov’è tutto ciò? Il presidente ha la volontà di costruire un club all’avanguardia in tutto, o basta ottenere i risultati con la prima squadra e tutto va bene?

Sono domande a cui non arriveranno risposte, come sempre. Non è l’unico problema che ha dovuto fronteggiare la società in questi giorni; venerdì scorso si è tenuta la vendita libera dei biglietti delle curve per Napoli-Borussia Dortmund. E’ andato in onda un film già visto: il sistema informatico che va in tilt, le ricevitorie che dichiarano i biglietti esauriti poco dopo aver aperto i botteghini e dato i numeri “modello supermercato” ai tifosi desiderosi di non perdere la sfida ai vicecampioni d’Europa.

L’emergenza più grande è quella del settore giovanile alle prese con un virus intestinale che ha colpito circa ottanta ragazzi dalla Primavera agli Esordienti. Sabato la Ssc Napoli ha compiuto i controlli diagnostici e preventivi, una decisione annunciata anche da un comunicato dai toni ottimistici. Domenica, durante le partite di Giovanissimi e Allievi contro Messina e Roma, abbiamo notato un’atmosfera completamente diversa rispetto allo spirito trasmesso dal comunicato. Le vittime del virus, che ha in gastroenterite e febbre alta i propri sintomi, stanno aumentando piuttosto che diminuendo; si è aggiunta anche la Primavera alle categorie colpite (clicca qui per leggere la nostra esclusiva del 15 Settembre). Ci sono ragazzini alle prese con cure specifiche, che hanno dovuto recarsi in ospedale per verificare le proprie condizioni; altro che situazione in fase di risoluzione. Il responsabile del settore giovanile Gianluca Grava non ha mai abbandonato la causa, assicurando costantemente il proprio contributo per superare l’emergenza; non si è vista la stessa applicazione nei piani alti della società che, a prescindere dalle vittorie della prima squadra, dovrebbero avere come priorità la salute di tutti i tesserati del Napoli, soprattutto se si tratta di ragazzini della propria scugnizzeria.

Gli instancabili lavoratori del settore giovanile azzurro sono stanchi che il vivaio sia considerato un argomento di secondo piano, chiedono tutela, investimenti e impegno, fattori indispensabili per uscire dal tunnel dell’emergenza. De Laurentiis è d’accordo? La società ha raccolto questo grido? Staremo a vedere.

Ciro Troise

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