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Il calcio italiano e la “favoletta” sui giovani, il Napoli e quella Primavera così forte…

Il 24 Settembre Sacchi incontra i responsabili dei settori giovanili, in Italia si può fare molto di più...

Nel calcio italiano sono tante le “favolette”, cioè considerazioni genericamente valide ma che se non sono declinate nei fatti rischiano di essere solo delle dichiarazioni d’intenti che non si avvereranno mai. C’è quella sugli stadi che si diffonde da anni, che ha coinvolto generazioni di tifosi. Mentre gli esponenti della politica calcistica e non da anni promettono una svolta per gli stadi di proprietà, tutte le altre società sono costrette ad ammirare con gli occhi aperti i gioielli delle altre nazioni europee, tranne Juventus e Cagliari (per il club sardo il passaggio è ancora in corso, ndr). Manca la capacità d’accordarsi, di far sistema, soffriamo l’incapacità della politica di imporre il bene comune senza far privilegiare gli interessi di bottega. Problemi di tutta l’Italia ed anche più specificamente di casa nostra poiché a Fuorigrotta si fa la corsa contro il tempo per ridare dignità al manto erboso in vista della partita contro il Parma e ci si augura che il ciclo di tre partite in dieci giorni al San Paolo non produca danni. La legge Crimi resta ancora bloccata in Parlamento, sul territorio sembra che l’amministrazione comunale abbia acquisito la volontà di trovare delle soluzioni al problema stadio. Entro Dicembre bisogna procedere a lavori necessari da anni; il Comune pretende, però, prima il pagamento dei debiti da parte del Calcio Napoli.

La società di De Laurentiis presenta in questa stagione un dato molto basso in termini di abbonati (10500 le tessere sottoscritte, ndr). Le motivazioni possono essere l’opposizione delle curve alla tessera del tifoso, lo scarso entusiasmo per la campagna acquisti compiuta dalla società ma sicuramente le vergognose condizioni dell’impianto di Fuorigrotta al cospetto dei prezzi per i settori più centrali come Tribune e Distinti.

Dalla “favoletta” degli stadi a quella sui vivai, che ha acquisito grande share nell’estate delle cessioni importanti e del mancato arrivo dei top players in Italia. “Se non ci sono più i soldi per comprare i top player, bisogna investire sui settori giovanili e costruirseli in casa”.

Il Napoli in tal senso ha rappresentato anche un esempio per Hamsik, Lavezzi (acquistato a 5 milioni e venduto a circa 30) e Cavani, mentre riguardo al settore giovanile Insigne è sicuramente un risultato raggiunto, grazie all’ostinazione di De Laurentiis di riportarlo a casa, di Santoro nel coltivarlo e di Zeman nel formarlo come calciatore pronto per la Serie A. Un’affermazione particolare che non ci stancheremo mai di sottolineare: nel 2008-09 (primo anno di Primavera con l’allenatore Ernesto Apuzzo) realizzò ventiquattro presenze, di cui 8 entrando a gara in corso e 12 essendo sostituito. Insigne si giocava il posto con Varriale ed Ammendola, una storia a cui era abituato dai tempi dei Giovanissimi. Nel 2009, sotto la guida di Canè, trova il posto da titolare prima poi di essere ceduto a gennaio in prestito alla Cavese. Una storia complicata, un’eterna lotta contro chi gli rinfacciava di essere troppo basso conclusasi alla grande, con l’arrivo del Napoli da giocatore importante e la convocazione in Nazionale.

La storia di Insigne ci ricorda che il lavoro sul settore giovanile è roba complicata che ha bisogno di pianificazione, investimenti e cura dei dettagli. Sotto il primo aspetto la società di De Laurentiis sta lavorando ad un suo progetto, che consiste nel realizzare una Primavera di grande qualità (mai vista a Napoli una così forte nel recente passato, ndr), la costruzione di compagini giovani con ragazzi gettati nella mischia sotto età, una riduzione degli organici (come dimostra il rifiuto di partecipare ai campionati Berretti ed Allievi Nazionali Lega Pro) per puntare principalmente sulla qualità del lavoro. Scelte, idee, che rappresentano l’”arte d’arrangiarsi” a causa di un club che parla di modelli prestigiosi come Barcellona, Ajax, ma poi non aumenta gli investimenti sul settore giovanile, non accelera sulle strutture (dagli Allievi Nazionali agli Esordienti, tutte le compagini sono concentrate al “Kennedy”), potenzia lo scouting internazionale ma lascia che tanti giovani talenti dalla Campania approdino alle compagini del Nord. Il Genoa al 4° Memorial “Miguel Vitulano” ha sfoderato i vari Cipro, Matarrese e Pollice, tre ragazzi classe ’98 pescati dal Monteruscello e dalla Virtus Junior Napoli e gli esempi potrebbero essere molteplici. I convocati nelle nazionali giovanili, la Primavera a punteggio pieno e gli Allievi Nazionali vittoriosi alla prima giornata danno il sorriso al vivaio azzurro, ma non deve mai mancare la consapevolezza delle difficoltà in cui si opera, soprattutto nei momenti in cui si è positivamente sulla cresta dell’onda.

L’operato del Napoli riguardo al settore giovanile entra in un’ottica nazionale in cui serve molto di più per fare in modo che le dichiarazioni d’intenti diventino fatti. Il 24 Settembre il coordinatore delle nazionali giovanili Arrigo Sacchi incontrerà i responsabili dei vivai, l’auspicio è che si traccerà una strada fatta d’indicazioni importanti da seguire. Il nuovo corso, rappresentato proprio dall’ex allenatore del Milan campione in Italia ed in Europa, Rivera ed altri, ha già introdotto novità importanti, come la divisione tra le compagini di A e B e Lega Pro per la categoria Allievi, aumentando la competitività di una categoria molto importante per la formazione dei giocatori, o il legame nettamente più stretto tra le Nazionali giovanili e quella di Prandelli.

Serve, però, molto di più: due novità che si potrebbero introdurre per la prossima stagione è compiere la stessa divisione attuata per gli Allievi anche per i Giovanissimi Nazionali e introdurre l’obbligo di avere in organico in Serie A almeno cinque giocatori prodotti dal vivaio, come avviene per le liste Uefa. Un anno fa la FA ha varato una nuova regola: a partire dal prossimo mese di settembre, all’interno della rosa di 25 giocatori ogni squadra di Premier League dovrà avere almeno otto giocatori cresciuti nel settore giovanile e messi sotto contratto prima di diventare maggiorenni. In Europa, quindi, c’è già chi si è mosso in tal senso.

Bisogna spingere le società a considerare come una priorità il settore giovanile e solo inserendo degli incentivi forti si può realizzare una svolta attesa da anni.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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