“Il campo del San Paolo ieri sera? Non è responsabilità del Sindaco, ma del Napoli. Il problema del campo è un virus che è entrato nel terreno e che con le alte temperature ha creato una situazione come quella che si è vista ieri. Sono cose che capitano. “Il sindaco ha ragione a dire che non è sua responsabilità perchè compete al Napoli. Il problema del San Paolo è di un virus entrato nel terreno, manto che è stato completamente rifatto e non accadeva da 25 anni, noi lo abbiamo dissodato, togliendo un metro e venti di materiale. C’è un agronomo che viene dalla Toscana e siamo in contatto anche con chi lavora all’estero. Ieri si è visto un campo di gioco rovinato ma quell’effetto marrone era sabbia per far crescere i germogli, e tra un mese sarà perfetto. Tutti i tecnici stanno lavorando, purtroppo sono cose che capitano. Effetto serra, le alte temperature e il virus hanno prodotto questo. Io comunque non ho 85 milioni da dare a fondo perduto per risistemare il San Paolo: bisogna sempre fare valutazioni accorte per evitare che la squadra si trovi a retrocedere per fallimento”, così ha parlato il presidente De Laurentiis stamane ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport.
Il patron come al solito è apparso chiaro e pungente, ma c’è un elemento da far notare sullo stato pessimo in cui versa il terreno di gioco del San Paolo. Non si tratta di una calamità improvvisa ma di un fenomeno causato da una deficitaria opera di manutenzione e tutela dello stadio. Non è la prima volta che Mazzarri si è lamentato del terreno di gioco, il 17 Ottobre 2010 il San Paolo fu danneggiato da ragazzini che riuscirono ad entrare tranquillamente nell’impianto ed è recente lo scandalo garconniere. Problemi che fotografano la fatiscenza di un impianto che andrebbe seriamente ristrutturato. De Laurentiis è stato chiaro: “Non posso spendere 85 milioni di euro a fondo perduto per il San Paolo”. Se si sbloccasse il cammino in Parlamento della legge Crimi, ci sarebbero più possibilità che riguardo allo stadio il sindaco ed il presidente dalle chiacchiere passino ai fatti. Riguardo al terreno di gioco, si continuerà con la semina, poi per la partita d’Europa League del 20 Settembre contro l’Aik Stoccolma, se quanto fatto non basterà, si procederà alla rizollatura.
Gli otto anni della gestione De Laurentiis hanno dato grandi risultati sportivi ma in termini di patrimonio immobiliare, di strutture che, come quelle di Soccavo e Marianella, restano una risorsa per il territorio se non vengono travolte dall’abbandono e dal degrado, siamo solo al punto delle idee. Il patron è tornato sul centro per la scugnizzeria: “Stiamo inoltre cercando anche di fare un nuovo centro sportivo su 14 ettari con dieci campi da calcio, un albergo e una scuola per i ragazzi”. Su quest’aspetto tanti annunci ma nessuna novità eccetto le intelligenti scelte che hanno portato la Primavera ad allenarsi a Castelvolturno e le altre giovanili a concentrare la propria attività al “Kennedy”.
Il weekend si è concluso con la vittoria del Napoli contro la Fiorentina che ha comunicato segnali molto positivi in merito alla solidità della squadra di Mazzarri. Gli azzurri nel primo tempo hanno subito il dominio viola a centrocampo, ridimensionato solo dall’ingresso di Inler e dalla capacità dello svizzero di dare ordine e consistenza alla manovra, ma non si sono mai esposti agli attacchi della Fiorentina, mai realmente pericolosa. Lavezzi e Gargano rappresentavano il Napoli che impostava il suo sistema di gioco sul dinamismo, la velocità, l’intensità ed anche un po’ d’anarchia, bella da vedersi ma che poi sul piano della concretezza produceva danni. Il Pocho ed il Mota sono stati i leader di un gruppo che ha regalato notti magiche come quelle contro Chelsea e Manchester City o fatto sognare lo scudetto nel duello con il Milan del 2011, quando poi gli azzurri chiusero al terzo posto. La vita è, però, fatta di cicli e si è deciso di cambiare.
Un altro tema della domenica calcistica è l’ennesima svista arbitrale a favore della Juventus compiuta dal giudice di porta Rizzoli, lo stesso del rigore assegnato a Vucinic in Supercoppa. Gli aiuti ricevuti a Pechino, contro il Parma e ad Udine manifestano una debolezza del calcio italiano, mai capace di essere solido nei confronti dei fenomeni che lo colpiscono e di apportare quei provvedimenti necessari per ridare credibilità ad un mondo che perde sempre di più di appeal ed entusiasmo.
Che senso ha aumentare il potere umano nelle decisioni arbitrali quando la società contemporanea va verso l’utilizzo sempre più massiccio della tecnologia? Perché non punire nessuno dei sei arbitri che hanno sconvolto l’andamento della Supercoppa a Pechino? Mazzoleni ha aperto il campionato con Fiorentina-Udinese, Rizzoli dopo sole tre settimane torna come arbitro di porta per una partita della Juventus dopo gli errori compiuti in Supercoppa; queste scelte vanno nella direzione di accrescere la trasparenza e la regolarità delle domeniche calcistiche?
Si è più volte parlato di attirare investitori esteri per il calcio italiano; la principale linea guida dovrebbe essere migliorare l’immagine data fuori dai confini nazionali e la direzione di Abete, Petrucci, Nicchi e Braschi non sta dando buoni frutti in tal senso.
C’è un problema culturale di fondo che non può essere tralasciato. Si è permesso alla Juventus di delegittimare la giustizia sportiva sugli scudetti e sulla vicenda calcioscommesse, il club bianconero quotidianamente dimostra di non accettare le sentenze di organi che dovrebbero essere maggiormente tutelati Quest’insopportabile battaglia mediatica ha tracciato i confini di un potere che Calciopoli aveva colpito; se Figc e Lega non sono capaci di usare il pugno duro e di costruire una dialettica forte ed incisiva per ridimensionare le urla bianconere, non si potrà mai vivere in un clima sereno di cui si avvantaggerebbero soprattutto gli arbitri. La battaglia per un calcio pulito può animarsi solo con questo passaggio, altrimenti come si fa a pretendere il rispetto delle regole?
Ciro Troise
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