Dalle parti di Castelvolturno è tornato il sereno; dopo la sfida contro la Roma, nonostante un ottimo Napoli, le “nubi tossiche” s’erano levate sugli azzurri dopo la sconfitta contro la formazione giallorossa. I successi contro Olympique Marsiglia e Torino hanno riportato la serenità in casa Napoli, mostrato il grande lavoro compiuto da Benitez e ridato entusiasmo ad un ambiente che soffre la variabilità del termometro dei sentimenti. Sia la squadra di Baup che quella di Ventura hanno usato l’approccio tattico che più favorisce gli azzurri, provando a giocarsela e lasciando ampi spazi; pochi i raddoppi in fase difensiva, molti i frangenti della gara in cui sia i francesi che i granata si sono allungati lasciando il campo alle scorribande di Callejon, Mertens e gli altri. Nell’analisi della partita di domenica non si possono sottovalutare le parole di Ventura nella conferenza stampa al termine della gara: “Ho capito dopo cinque minuti che non ci sarebbe stata partita. Sul primo rigore non si capisce se l’ha toccato o no, il secondo è inesistente ma conta poco perché non c’è stata partita. Gli altri errori subiti finora hanno influito, oggi molto poco perché i giocatori mi dicevano che non stavano in piedi. I ragazzi mi guardavano con gli occhi rossi e facevano degli errori che di solito non fanno, ci è sfuggito qualcosa. E’ un peccato, potevamo giocarcela. Faccio i complimenti a De Laurentiis, ricordo ancora quando ci allenavamo nei pressi di una discarica tossica a Varcaturo e usavamo le stufette per riscaldarci. Faccio sempre una battuta: siamo passati da De Sica e Boldi a Cavani e Higuain. Ogni volta che vengo trovo un affetto smisurato, sono orgoglioso di aver aiutato questa società ad iniziare; sono stati sei mesi particolari. Eravamo in difficoltà fisica e mentale ma non facciamone un dramma; in tre anni è successo solo un’altra volta, in Torino-Verona. Non c’era la forza di reagire, è una partita che è finita molto presto anche per gli episodi. Speriamo di recuperare per la sfida contro il Livorno di mercoledi; siamo stati derubati in alcune gare ma ciò non deve essere un alibi. Siamo stati derubati perché non speculiamo sul punto ma andiamo a giocarcela su ogni campo. L’unico rammarico è che c’erano i presupposti per giocarcela anche oggi”.
Le condizioni dell’avversario hanno influito sulla gara ma il Napoli è in crescita, entra sempre di più nei meccanismi del gioco di Benitez. Naturalmente non tutti i singoli sono allo stesso punto: il gruppo degli ex Real Madrid guida la squadra e fa la differenza, Inler diventa sempre più prezioso per la sua visione di gioco ed è, infatti, dopo Reina l’azzurro più utilizzato in campionato. “Il Napoli è ancora al 75%, dobbiamo migliorare”, ripete in tutte le conferenze stampa Rafa Benitez. Facendo un’analisi sulla crescita degli azzurri, ci sono degli aspetti dove si intravedono dei possibili progressi da compiere. “Hamsik è un giocatore-chiave; se gioca bene lui, lo fa anche la squadra”, dichiarò Benitez a “Champions Matchday”; lo slovacco, dopo un ottimo inizio di stagione, si è eclissato. Tante le riflessioni che si possono compiere, di tipo tattico, mentale o fisico. Hamsik ha nei tempi d’inserimento la sua qualità più importante, sta soffrendo forse a portare questa sua capacità in un sistema di gioco che preferisce il possesso palla prolungato ai tagli improvvisi. Ha sicuramente influito sul calo dello slovacco anche la delusione per la mancata partecipazione al Mondiale; non c’è comunque nessun dramma perché nonostante ciò Hamsik ha segnato cinque gol in campionato e domenica in alcune fasi della gara ha mostrato dei segnali di crescita.
Benitez continua a lavorare per migliorare l’esistente, a gennaio ci può essere poi la svolta della stagione con la campagna acquisti. De Laurentiis ha parlato di tre rinforzi, un difensore centrale, un centrocampista ed un esterno destro; serve anche un attaccante. Il gol di Zapata a Marsiglia non deve illudere, il colombiano appare lento, macchinoso, può essere una scommessa da valorizzare per il futuro ma certamente non la prima alternativa ad Higuain. Pandev si esprime molto meglio da rifinitore dietro la punta, dovendo agire in uno spazio ristretto può far valere le sue straordinarie qualità tecniche piuttosto che mettere in mostra i limiti atletici. Gennaio è lontano, il presente porta tutti alla sfida di mercoledì sera contro la Fiorentina. La formazione di Montella è la più “spagnola” d’Italia, punta sulla qualità del palleggio per colpire l’avversario. Gli ex madrileni Callejon, Albiol e Higuain contro altre vecchie conoscenze della Liga come Joaquin e Borja Valero; mancherà lo squalificato Gonzalo Rodriguez. Un’assenza importante in una difesa che va spesso in difficoltà, come dimostrano gli undici gol subiti, lo score difensivo più negativo insieme all’Inter del quintetto di testa.
Il Napoli deve unire alla qualità maggiore velocità nel palleggio, perciò potrebbero trovare spazio Dzemaili e Mertens al posto di Inler e Insigne; chissà se a sinistra sarà schierato Armero contro il connazionale Cuadrado o Benitez riproporrà Mesto sulla fascia non sua come è avvenuto a Roma. Velocità e imprevedibilità sono le chiavi del match; l’inversione degli esterni, i movimenti di Higuain ed un Hamsik più nel vivo del gioco potrebbero sorprendere i viola. Lo spagnolo ci ha abituato ad essere imprevedibile sulla formazione da schierare in campo, l’appuntamento è al “Franchi” per mercoledì sera per un altro big-match che apre un ciclo molto duro: Fiorentina, Catania, Olympique Marsiglia e Juventus. La sera del 10 Novembre avremo sicuramente qualche certezza in più sulla forza del Napoli, attendendo i necessari rinforzi di Gennaio.
Ciro Troise
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