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Dalla festa di Doha alla rimonta verso il secondo posto: tutti i fattori della svolta targata Benitez

La svolta degli azzurri è soprattutto mentale, è iniziato tutto al The Torch Doha Hotel

I tattici s’arrampicano, spulciano dati, statistiche e studiano le posizioni in campo ma la verità è che ha ragione Benitez: questo Napoli gioca con la stessa filosofia dei mesi scorsi. L’atteggiamento tattico è lo stesso, offensivo, propositivo, con la tendenza in alcuni frangenti della gare a sbilanciarsi. La svolta degli azzurri è soprattutto mentale. E’ iniziato tutto a Doha, al The Torch Hotel non ci credeva nessuno nei giorni precedenti alla sfida contro la Juventus. Il presidente De Laurentiis con i suoi sfoghi tenne altissima la concentrazione della squadra e quell’insperata vittoria ha cambiato l’approccio del gruppo, che ha ritrovato stimoli, concentrazione, carica, convinzione nei propri mezzi e soprattutto la capacità di sognare obiettivi sempre più importanti. Così sono arrivate cinque vittorie su sei gare in campionato, dove è andata male solo la partita contro la Juventus condizionata da evidenti errori arbitrali. I successi diventano otto se si considerano anche quelli di Coppa Italia, ai rigori contro l’Udinese e di misura contro l’Inter. Nelle scelte Benitez ha qualche certezza in più: David Lopez si è aggiunto a Callejon, Albiol, Higuain e Rafael in vetta alla classifica dei giocatori con maggiore minutaggio. La coppia Gargano-David Lopez dà maggiori garanzie in termini d’equilibrio e Benitez da Doha in poi ha scelto questi due centrocampisti come elementi a cui dare maggiore fiducia sulla mediana.

Il turn-over c’è, non è sparito, tra l’undici contro l’Inter e quello contro l’Udinese Benitez ha sostituito sei elementi, in altri periodi i “soloni” avrebbero gridato allo scandalo e, invece, oggi si accodano quasi tutti al coro “Viva Rafa”. Anche gli errori, i difetti non sono scomparsi: il Napoli ha la peggior difesa tra le prime sette in classifica, ha segnato cinque gol in più della Roma ma ne ha anche subiti dieci in più. E’ bastata l’Udinese senza Di Natale per dar fastidio, per alimentare le paure e le reminiscenze sulle rimonte subite da Cagliari e Palermo al San Paolo. Lo shock di Bilbao, la terribile differenza tra i proclami di De Laurentiis e lo scarso spessore del calciomercato estivo avevano trasmesso fragilità al gruppo, pronto a sfaldarsi alla prima difficoltà. Le rimonte contro Sampdoria ed Empoli erano frutto dell’orgoglio ma la squadra faceva fatica a tirar fuori l’anima, la capacità di sacrificarsi per i propri compagni, qualità che sono emerse solo dopo la “botta di vita” della Supercoppa vinta in modo emozionante. La rosa non è omogenea, la batteria offensiva non è supportata a centrocampo e in difesa da reparti carenti soprattutto sotto il profilo delle caratteristiche. Il recupero di Rafael era una scommessa, Albiol e Koulibaly non hanno alternative valide, a centrocampo Inler e Jorginho non possono assicurare il lavoro che si sobbarcano Gargano e David Lopez, talvolta assistiti dal dinamismo di De Guzman mentre Hamsik assicura grandissima qualità in fase offensiva ma aiuta molto poco in fase di non possesso, come dimostrano le sue scarse percentuali sui tackle. L’equilibrio era precario e lo è ancora, sono arrivate due alternative in più di grande valore come Gabbiadini e Strinic, ma andavano rinforzate anche la difesa e il centrocampo. Ritornando la prassi delle partite ogni tre giorni, il turn-over tornerà ad essere una costante assoluta, bisogna lavorare sull’entusiasmo generale affinchè alla prima difficoltà non sia tutto ridimensionato in maniera drastica. Sabato si va a Palermo, i rosanero sono la terza forza del campionato dietro Juventus e Roma per punti conquistati in casa, addirittura uno in più rispetto agli azzurri che hanno dilapidato tanto contro Chievo, Palermo, Empoli e Cagliari.

La formazione di Iachini ha il quarto attacco del campionato dietro Juventus, Roma e Napoli ma anche la quintultima difesa della Serie A, hanno fatto peggio solo Parma, Cesena, Cagliari e Verona. La chiave è riuscire a fare bene ciò che chiede sempre Benitez alla sua squadra: attaccare, essere incisivi in fase offensiva ma con equilibrio. La velocità di Dybala e gli inserimenti di Vazquez possono essere letali ma anche la batteria del fronte offensivo azzurro può far molto male alla difesa del Palermo; sarà una partita aperta, quelle in cui il Napoli dà il meglio di sé ma sarà dura, al “Barbera” ha vinto solo la Lazio a fine settembre in questa stagione.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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