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Da Bilbao a Milano i disastri di una squadra fragile, serve un’operazione di verità

Fase difensiva imbarazzante e mercato alle porte, la svolta passa per questi aspetti

“Nessuno si senta escluso”, cantava Francesco De Gregori parlando della storia ed invitando tutti a sentirsi partecipi della comunità e protagonisti del proprio destino. Ci perdoni De Gregori se prendiamo spunto dalle sue parole per parlare di calcio ma da appassionato del pallone ci perdonerà.

La sconfitta di San Siro ha ripercussioni che vanno oltre la classifica, l’obiettivo terzo posto, la delusione dopo una gara prestigiosa contro una rivale per il terzo posto. Il 2-0 di Milano certifica la crisi in cui è piombato il Napoli e allo stesso tempo rinvigorisce l’animo dei rossoneri, non esaltanti ma dotati di una grande anima e molto compatti. E’ merito di Pippo Inzaghi che da “Giannino” nella notte del post-partita, a tavola con Galliani, sembra quasi incredulo. Nell’ambiente rossonero quasi non ci credono, ripetono in maniera sommessa: “Abbiamo battuto una grande squadra, a noi mancava mezza difesa, De Sciglio era in curva con gli ultras”, affermano in casa Milan con la convinzione di chi s’aspettava una serata di sofferenza. Chissà cosa avrà pensato il nazionale De Sciglio quando a pochi passi da lui s’intonavano cori razzisti contro Napoli, sarebbe bello se gli fosse chiesto un suo parere in merito.

Il Napoli esce afflitto da San Siro, la rabbia di De Laurentiis è protagonista nel post-partita. Si va tutti in ritiro per una notte, inizialmente si pensa di prolungarlo fino a giovedì ma l’opposizione di Benitez e dei calciatori scongiura l’ipotesi. Il patron ha individuato nei calciatori i responsabili di un approccio molle, di scarsa attenzione, di mancato entusiasmo. De Laurentiis ce l’ha soprattutto con quelli che dovrebbero trascinare il gruppo come Higuain e Callejon, è inquieto per la crisi di Hamsik.

E’ tutto vero, la rabbia del patron è condivisibile e legittima ma è troppo facile fermarsi a valle riguardo al disastro in corso e cercare il colpevole. Serve la serenità di un’analisi complessiva, dalle parti di Castelvolturno è necessaria un’operazione di verità per raddrizzare una stagione con ancora tanti appuntamenti da affrontare e tale svolta deve partire proprio da De Laurentiis.

Questa stagione è iniziata male a Dimaro con le sue dichiarazioni irresponsabili sullo scudetto, con le aspettative non sorrette da una campagna acquisti non all’altezza dello spessore raggiunto dal club. Da Mazzarri a Benitez la svolta di un anno e mezzo fa, l’hanno “venduta” come il passo verso l’internazionalizzazione, il salto di qualità per la crescita del club. Il gioco ha retto alla prima stagione, dove Benitez ha potuto lavorare con tanti calciatori di spessore portati a Napoli grazie ai soldi della qualificazione in Champions e soprattutto della cessione di Cavani. Nell’estate successiva il buio profondo, l’incertezza rappresentata dal preliminare, il rinnovo di Benitez che non arriva e una squadra addirittura indebolita rispetto alla stagione precedente.

Quando un club costruisce il suo progetto esclusivamente sui risultati sportivi, non c’è mai serenità, prevale l’ansia di non farcela, il rischio del ridimensionamento, che avverrebbe nel malaugurato caso in cui il mancato rinnovo di Rafa coincida con il fallimento della missione terzo posto. Serve un’operazione di verità: De Laurentiis deve ammettere i limiti della sua gestione, una splendida cavalcata a cui manca la struttura per il definitivo salto di qualità. Lo scouting continua a segnalare giocatori non all’altezza: da Fideleff a Henrique, da Novothny a Radosevic, la lista dei flop è molto lunga, e Bigon è annullato nella mediazione tra i parametri rigidi del club, le indicazioni di Benitez e le segnalazioni degli osservatori.

L’esame di coscienza deve essere collettivo per ritrovare autostima e soprattutto stimoli ed entusiasmo. Benitez è già ai margini del mercato di gennaio, ha condiviso le trattative per Gabbiadini e Strinic ma non si sta muovendo in prima persona come in passato, è limitato dalla scadenza del contratto a giugno e senza una visione progettuale il suo agire è limitato. Si sta muovendo De Laurentiis in prima persona per chiudere gli affari.

La squadra in campo non funziona, è inutile nascondersi dietro gli alibi. Dopo la sosta ha totalizzato tre pareggi e una sconfitta in campionato, ha battuto solo lo Slovan Bratislava in Europa League. E’ inutile nascondersi dietro gli alibi in conferenza stampa, la fase difensiva è imbarazzante, si ripetono errori di squadra nella transizione ed individuali soprattutto da parte dei centrali. I dati sono chiari: il Napoli ha subito venti gol in quattordici partite, gira a -8 rispetto allo scorso anno, ha la peggior difesa delle prime otto in classifica. Si guardino tutti negli occhi a Castelvolturno e trovino delle risposte. In una città molto passionale sta trionfando la disaffezione, la gente non ha più fiducia nell’operato del club. La squadra soprattutto contro Empoli e Milan è sembrata travolta da questo clima, perde convinzione alla prima difficoltà. L’effetto Bilbao si era superato prima della sosta, poi l’infortunio di Insigne, i problemi di Mertens, Michu e Zuniga, il pareggio contro il Cagliari e gli errori di sempre hanno mandato nuovamente il gruppo in confusione con Benitez che non riesce ad incidere, a spezzare l’inerzia della crisi.

La svolta è complessiva, innanzitutto bisogna guardare in faccia alla realtà, alla complessità del momento che sta vivendo il club azzurro. Sul mercato non bastano Gabbiadini e Strinic, servono acquisti anche a centrocampo e soprattutto in difesa, dove Albiol e Koulibaly, i più utilizzati dopo Rafael in campionato, hanno bisogno di alternative di spessore che possano anche metterli in difficoltà, insidiarli nella posizione di titolari. A centrocampo non ci sono uomini che sanno cambiare passo e tenere costantemente i ritmi alti in entrambe le fasi, s’intervenga presto.

Non c’è più tempo, tra il Parma e la Supercoppa bisogna acquisire iniezioni di fiducia per il 2015, poi il resto bisogna compierlo sul mercato in attesa che De Laurentiis si decida a cambiare la struttura e la filosofia societaria, la programmazione di un club solido solo dal punto di vista finanziario.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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