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Che il 2014 sia per il Napoli un anno di crescita complessiva, tra mercato e settore giovanile…

Quanta demagogia sul settore giovanile, la verità è che si convive ancora con profondi problemi di varia natura

Il Natale è andato via, sotto l’albero cercavo un po’ di sobrietà in un mondo, dove si vuole ottenere tutto e subito e in cui domina la cultura del consumismo, quello per cui anche l’immateriale ha i parametri dell’usa e getta. Non l’ho trovata, anzi la ricerca dell’audience in vari settori dell’informazione è diventata ancora più frustrante. Non parlo solo di calcio ma anche del terremoto in Campania: in questi momenti bisognerebbe avere la responsabilità di dare notizie veritiere e in modo sobrio e, invece, da più parti si è soffiato sul pericoloso vento della paura.

Torniamo al calcio; sono giorni di bilancio e mercato, si guarda un po’ avanti e un po’ indietro, pensando a ciò che è stato e immaginando ciò che sarà. Tutti vorrebbero lo scudetto sotto l’albero o i trofei e, invece, sarebbe bello anche che il 2014 ci regalasse una società che superi i suoi storici limiti, intraprendendo una crescita complessiva e non parziale. La tanto abusata parola crescita significa miglioramento di tutti gli aspetti di un club: risultati sportivi, marketing e settore giovanile, quella risorsa che Rafa Benitez indicò come terza priorità nello sviluppo di una società di calcio.

Le parole di Benitez a Dimaro non si sono tramutate in fatti, il vivaio continua a convivere con problemi di varia natura e soprattutto gli investimenti compiuti non sono da grande squadra, da realtà che vuole portare le giovanili al livello dei risultati ottenuti da Higuain e compagni.

Mi ha fatto molto piacere che un maestro come Antonio Corbo tra gli interventi in radio e le pagine di Repubblica si sia fatto alcune domande sul valore delle giovanili. Perché il Napoli deve andare a prendere Reveillere e non può tirare fuori un suo De Sciglio? Domande e considerazioni amare; ha definito il settore giovanile il male oscuro del Napoli di De Laurentiis. Oscuro nella comunicazione della società che sembra assumere talvolta i contenuti da campagna elettorale.

L’anno scorso la finale di Coppa Italia Primavera fu utilizzata per far dimenticare la mancata qualificazione alle final eight sia per gli Allievi Nazionali (il Napoli non ce l’ha mai fatta da quando il campionato è stato suddiviso in due parti: quello per le formazioni di Lega Pro e quello di A e B) che per i Giovanissimi Nazionali, eliminati ai play-off dal Monza, una squadra di Seconda Divisione Lega Pro. La Primavera fu sconfitta dal Chievo e nessuna squadra del vivaio si qualificò per la final eight ma si parlava della stagione terminata con toni trionfalistici.

La storia si sta ripetendo con la qualificazione agli ottavi della Youth League. Un’impresa compiuta da Saurini e i suoi ragazzi nonostante le tante difficoltà incontrate: il virus che colpì anche la Primavera a pochi giorni dall’esordio contro il Borussia, l’”esodo” tra i campi d’allenamento mentre si affrontavano le trasferte di Londra e Marsiglia. L’iniezione di fiducia di questa competizione è che gli azzurrini hanno superato anche l’esame europeo dimostrando di avere grandi qualità.

E’ il caso di Tutino, primo bomber italiano in Europa e quinto marcatore della Champions dei giovani nel rapporto tra minuti giocati e gol realizzati, di Romano, che non ha mai sfigurato contro avversari di spessore, o di Luperto che ha conquistato l’Under 18.

Andare a far visita al Real Madrid sarà emozionante ma non può bastare per misurare il lavoro del settore giovanile. La Primavera è uscita dalla Coppa Italia ed è settima in campionato, I Giovanissimi Nazionali non si sono laureati campioni d’Inverno e hanno fallito l’accesso alla Nike Cup, a differenza degli ultimi anni, e gli Allievi Nazionali non hanno mai brillato né per gioco espresso né per risultati e, infatti, sono alla sosta natalizia fuori dalla zona play-off.

Dov’è la crescita? A che punto è lo scouting locale? Gli elementi più rappresentativi vanno altrove, rinforzano Roma, Inter, Milan, Juventus, Genoa e tante altre. Ho letto le convocazioni dell’Under 16, in attacco c’è Matarrese, attaccante classe ’98 del Genoa, prelevato dal Monteruscello. Se si leggono gli organici delle giovanili dei club del Nord ma non solo, sono molti gli elementi di spicco provenienti dalla Campania. Perché non giocano nel Napoli?

I problemi sono due: budget limitato ed incapacità di costruire una mappa di rapporti solidi con le scuole calcio. Si è poi scelto di puntare su giovani stranieri che non si sono dimostrati finora in grado di elevare la qualità degli organici: i vari Lasicki, Radosevic, Liivak, Novothny. Sarebbe stato più utile alla crescita investire sulle strutture e sui talenti di casa nostra. Il trasferimento a Sant’Antimo rappresenta un passo in avanti ma il Napoli non può non avere un centro di proprietà per prima squadra e settore giovanile. De Laurentiis entra a breve nel suo decimo anno di gestione, quando deciderà di mettere le sue radici a Napoli anche dal punto di vista dello sviluppo immobiliare del club?

Se non hai il potere economico, la strada è riuscire a convincere le scuole calcio a dare i pezzi pregiati al Napoli, puntando sull’attaccamento alla maglia, ponendosi come punto di riferimento sul territorio e strutturando rapporti virtuosi. Tutto ciò manca al club di De Laurentiis da quando Giuseppe Santoro ha lasciato la guida del vivaio. Tocca a Gianluca Grava costruire la svolta, approfittando anche dei consigli di papà Adriano che conosce molto bene l’ambiente del calcio giovanile campano. L’ex numero due azzurro ha già dato un buon contributo in termini di gestione tecnica, di trasmissione di competenza al Napoli. Il calcio giovanile è un mondo complesso, Grava è entrato da pochi mesi, è in fase di studio. Deve prendere pieno possesso della materia, è lui la speranza del Napoli per far veramente crescere il vivaio.

Non possiamo lasciarci senza parlare del mercato che fra cinque giorni apre i battenti in maniera ufficiale. Il Napoli farà acquisti mirati per rinforzare l’organico, ma per il salto di qualità bisognerà aspettare l’estate; è stato chiaro Rafa Benitez nell’ultima conferenza stampa del 2013. N’Koulou, Antonelli e Gonalons sono le trattative più avviate; il camerunense dell’Olympique Marsiglia è il nome più fattibile per la difesa, per l’esterno del Genoa si tratta ancora sull’ingaggio, il mediano del Lione è al centro di una trattativa estenuante che va avanti dall’estate, la sensazione è che stavolta andrà in porto. L’accordo con il Lione è più vicino, l’agente Frederic Guerra ha capito che il Napoli vuole il giocatore e avanza pretese cercando di rendere l’operazione per lui quanto più vantaggiosa è possibile. In uscita manca solo l’annuncio per il passaggio di Uvini e Vargas al Santos. Il cileno andrà via ancora in prestito perché neanche al Gremio ha convinto; Bigon e lo scouting internazionale sperano nell’effetto Mondiali per liberarsi del flop di mercato più gravoso in termini economici della sua esperienza napoletana. Nell’accordo con il Santos c’è una clausola per cui si lascia partire il cileno nel caso di un’offerta di almeno 9/1o milioni di euro. Cannavaro raccoglie nuove pretendenti ma si attende di capire la volontà di De Laurentiis in merito alla sua cessione: intanto Inter, Milan, Lazio e ipotesi estere si fanno avanti. Il Sassuolo pensa a Gamberini per la difesa ma il Genoa non vuole cederlo; il riscatto dell’ex azzurro fa parte dell’operazione Antonelli.

Buon anno a tutti i tifosi azzurri per un 2014 scoppiettante!

Ciro Troise

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