“Sono soddisfatto per la svolta in termini di mentalità. Oggi anche un pareggio non è considerato un risultato positivo”, così s’esprimeva Rafa Benitez in conferenza stampa alla vigilia di Cagliari-Napoli. Sarà stato un segno del destino ma al Sant’Elia è finita 1-1 e nel post-partita è andata proprio come immaginava il navigato Benitez. Lo spogliatoio non era contento, Higuain e Callejon si rammaricavano per il risultato, Insigne era dispiaciuto perché non era riuscito ad incidere sulla gara come voleva sbloccandosi dal digiuno di gol in campionato. L’ambiente che sprizzava entusiasmo da tutti i pori per la vittoria contro l’Inter di Mazzarri è tornato ad assaporare la delusione. Dzemaili nel post-partita tuonava contro la decisione di annullare il gol a Callejon sacrosanta in termini di regolamento. Gli errori a favore della Juventus contro Chievo, Torino e proprio il Napoli hanno inquinato il clima a tal punto che un provvedimento corretto assume l’immagine dell’ingiustizia pensando a certi strafalcioni commessi in altre occasioni.
I sapientoni, in “silenzio stampa” dopo le convincenti vittorie contro Arsenal e Inter, sono tornati a svolgere il ruolo che più compete loro: alzare l’asticella degli obiettivi e colpire Rafa Benitez. C’è anche chi ha definito il Napoli la delusione del campionato. Il ricorso ai numeri e la capacità d’analisi non sono virtù che appartengono a tutti, soprattutto a chi per motivi diversi insegue interessi e rapporti per cui conviene puntare il mirino contro l’ex allenatore del Chelsea.
Come fa ad essere deludente il cammino di una squadra che ha tre punti in più rispetto all’anno scorso (quando non faceva la Champions League) e che è uscita dalla Champions League totalizzando dodici punti in un girone difficile? La formazione di Benitez è protagonista del miglior inizio della storia del Napoli nel campionato a tre punti ed ha totalizzato quarantotto punti in ventitrè partite se si aggiungono alle diciassette del campionato le sei di Champions.
In estate tra i motivi per cui il Napoli doveva rinforzarsi inserivamo anche la crescita delle altre squadre come Juventus, Roma e Fiorentina. I bianconeri hanno cinque punti in più di un anno fa, la Roma ben dodici e i viola uno in più con Gomez fermo ai box. Tra le prime cinque solo l’Inter è in deficit con tre punti in meno, ma la formazione di Mazzarri sembra molto più solida rispetto alla banda Stramaccioni che si sgretolò nel girone di ritorno.
La classifica, dopo diciassette giornate, rispecchia in vetta i valori degli organici. Il Napoli ha una rosa di livello inferiore rispetto alle squadre che la precedono. La Roma non ha le coppe ed ha maggiore varietà di scelta in tutti i reparti; non ha un centravanti da 40 milioni ma i campionati non si vincono con il singolo campione ma con le rose ben assortite.
La Juventus ha aggiunto a un gruppo già rodato Tevez, Llorente ed Ogbonna cedendo Giaccherini e Matri. In Italia la formazione di Conte è di un altro pianeta per abitudine alla vittoria, intensità, continuità nella concentrazione, oltre a qualche “aiutino” arbitrale ricevuto in alcune circostanze. Il crollo di Milan e Lazio ha creato una spaccatura più netta tra le due parti della classifica, dal settimo posto in giù; i rossoneri sfrutteranno la qualificazione agli ottavi di Champions League per la campagna acquisti di gennaio dopo aver già preso Rami e Honda e proveranno a superare il Verona in zona Europa League sperando che in finale di Coppa Italia arrivino due tra le prime cinque in classifica.
La partita di Cagliari era una sfida-chiave. Rimandato all’Epifania sarebbe il giudizio più giusto. Il Napoli del Sant’Elia non è tutto da buttare, ha pagato, oltre all’errore individuale di Maggio, un approccio molto molle, è stato travolto dai rossoblù che avevano molte più motivazioni vista la rivalità che rende l’incrocio con gli azzurri la partita della vita. Al 16’ uno strepitoso Nainggolan poteva realizzare il gol del 2-0, il rigore trasformato da Higuain ha poi rappresentato una svolta psicologica. Il Napoli ha avuto il suo momento migliore nella seconda parte del primo tempo; è la prima volta in campionato che gli azzurri riescono a rimontare dopo essere passati in svantaggio (in Champions era successo contro l’Olympique Marsiglia al San Paolo). Non è un segnale da sottovalutare, indica una crescita nella compattezza della squadra e nella forza morale con cui si affronta la gara. Nella ripresa si è visto il solito problema nel colpire le difese schierate, nel far male a chi si difende in nove dietro la linea della palla. Si era notato questo limite anche nei secondi tempi contro Roma e Juventus.
Non c’è stata l’intensità giusta, sono state costruite solo due occasioni da gol: la rete annullata a Callejon e la conclusione di Mertens terminata di poco a lato. Troppo poco per un attacco stratosferico come quello azzurro. Non è tutto da buttare; in fase difensiva il Napoli non è mai stato impensierito dalle ripartenze degli avversari che in altre gare hanno bucato Albiol e compagni.
Il Napoli sarà attivo sul mercato di gennaio, deve affrontare tre competizioni e ha bisogno di più alternative in vari reparti. De Laurentiis investirà, il problema è come? Benitez è stato chiaro: “Servono giocatori di qualità, preferisco che arrivi uno di livello superiore a quelli che abbiamo rispetto a cinque che sono sullo stesso piano dei nostri”. L’identikit dei rinforzi più probabili non va in questa direzione. Sulla fascia sinistra dovrebbe arrivare Antonelli, c’è già un accordo tra il Napoli e il Genoa, che riscatterà Calaiò e Gamberini a giugno, sulla cifra di 8 milioni. Manca l’intesa con il giocatore e il suo entourage, c’è ancora una differenza tra domanda ed offerta sull’ingaggio. Nei sogni di Benitez in questo ruolo c’erano Montoya e Azpilicueta, su quest’ultimo forse potrebbe partire l’assalto per giugno dopo la probabile cessione di Zuniga al Barcellona. A centrocampo il nome in pole position è sempre Maxime Gonalons che rispecchia il profilo cercato dalla dirigenza del Napoli: un elemento che sappia fare le due fasi, che abbini sostanza e qualità. L’accordo con il giocatore e il suo entourage è già stato trovato, il presidente del Lione Aulas ha capito che il Napoli vuole prenderlo ed allora gioca a fare il “fuggitivo” con gli intermediari per spingere De Laurentiis ad alzare il prezzo. L’alternativa più concreta è Javi Garcia del Manchester City con Manuel Garcia Quillon, agente di Benitez, Callejon e Albiol, a lavorare sull’affare.
L’identikit è quello giusto ma il giocatore del Lione esegue abbastanza bene le due fasi ma non spicca in nessuna delle due, rappresenterebbe una soluzione in più sulla mediana ma non il salto di qualità. In difesa Bigon è chiamato nel suo consueto ruolo di equilibrista: Benitez chiede Agger, un’operazione molto complicata soprattutto per l’ingaggio del difensore del Liverpool. L’ipotesi di scambio Ranocchia-Cannavaro non convince Benitez, che non ha avuto ottime referenze soprattutto sotto il profilo della personalità del difensore nerazzurro. Il talent-scout Maurizio Micheli è scatenato, lavora su più tavoli per trovare la soluzione più convincente; N’Koulou dell’Olympique Marsiglia è un nome da seguire con molta attenzione mentre Zouma del Saint Etienne e Doria del Botafogo sono le carte da giocarsi nel difficile caso in cui si voglia puntare sull’acquisto di prospettiva.
Il primo acquisto del 2014 sarà Marek Hamsik, che rientrerà in campo contro la Sampdoria il 6 Gennaio. Per Zuniga servirà ancora altro tempo, bisognerà verificare come risponderà il ginocchio alle sollecitazioni, è probabile che rientri a febbraio. Reina soffre per una vecchia cicatrice al bicipite femorale che talvolta si riacutizza, Rafael troverà sempre più spazio, punta ad essere il terzo portiere del Brasile al Mondiale e probabilmente contro la Sampdoria toccherà nuovamente a lui.
Vargas dovrebbe continuare la sua avventura in Brasile, al San Paolo o al Santos; con lui potrebbe andare anche Bruno Uvini. Si valuta il futuro di Radosevic che potrebbe andare a collezionare più minutaggio altrove, Zapata dovrebbe restare in maglia azzurra e non rientrare all’Estudiantes anche perché non si registrano trattative in entrata per l’attacco, nonostante l’evidente bisogno di dotarsi di un vice-Higuain. Anche Armero potrebbe partire, il Benfica è interessato; bisogna capire cosa emergerà dal mercato, Benitez potrebbe tenerlo come jolly utilizzabile anche da esterno sinistro alto nel suo 4-2-3-1.
Buon Natale a tutti, dopo i botti di fine anno vi aggiorneremo sulle strategie del Napoli che affronterà il 2014.
Ciro Troise
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