La sosta nel calcio frenetico, dai mille impegni, è anche un momento per riflettere, per concentrarsi sul lavoro oltre l’ansia della prossima gara, Si ritorna ufficialmente in clima campionato, domenica arriva l’imprevedibile Cagliari di Zeman che ha dato il primo scossone all’Inter di Mazzarri ma non ha ancora trovato continuità. La squadra rossoblù oscilla tra gli sprazzi di bel calcio stile Zemanlandia, i buchi difensivi che la filosofia offensiva del maestro boemo considera degli effetti collaterali e anche qualche partita non esaltante, come per esempio la sconfitta contro la Roma e il primo tempo contro la Lazio. Il tempo per pensare al Cagliari c’è, il gruppo è consapevole dell’esigenza di non perdere il ritmo, di continuare sulla scia delle ultime settimane senza mai staccare le mani dal manubrio.
La sosta, però, è anche un giro di boa ed è inevitabile che sia utilizzata per fare un bilancio, valutare le difficoltà e pensare al futuro. Da una parte il campo, con il prossimo ciclo di sette partite in trentacinque giorni, una ogni cinque, dall’altra la scrivania con due pensieri forse anche intrecciati: il mercato di gennaio e il rinnovo di Benitez.
Rafa oggi ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” in cui ha ribadito dei concetti già espressi in conferenza stampa. “L’esperienza mi dice che dobbiamo lavorare al progetto attuale, senza dimenticare di guardare oltre. Parlo spesso con Riccardo Bigon e dico sempre a De Laurentiis che deve garantire il futuro alla società a prescindere dal sottoscritto. Il problema non è il rinnovo, ma la condivisione della strada giusta, che noi condividiamo, e non è un problema di soldi o investimenti. Dobbiamo operare per capire se possiamo vincere qualcosa, se possiamo andare avanti oppure no”, è questo il passaggio-chiave del Benitez pensiero che sceglie la Juventus come modello per spiegare la crescita che dovrebbe compiere il progetto Napoli: “è importante creare la base per migliorare sempre e avere la possibilità, anno dopo anno, di vincere attraendo giocatori migliori. La Juve è l’esempio: struttura, rosa, organizzazione della società, componenti che si sono consolidate negli anni. I giocatori e la struttura della società fanno la differenza”.
In un certo senso sembra di rivivere ciò che è successo con Mazzarri: un allenatore porta a casa grandi risultati e avverte la sensazione che di più non si possa fare. Servirebbero strutture di proprietà (il Napoli non ha neanche a Castelvolturno una piscina per la riabilitazione dei giocatori), una programmazione lungimirante che tenga conto anche del settore giovanile, liberare Bigon dai rigidi paletti di De Laurentiis in sede di mercato e così competere ad armi pari con le altre società nella corsa ai giocatori più interessanti. Dalle sue parole sembra che Rafa non intraveda dei concreti e sufficienti progressi sotto questi aspetti, perciò ha preso tempo comunicandolo anche a De Laurentiis. C’è una differenza sostanziale rispetto all’era Mazzarri: da manager all’inglese Rafa ha una visione aziendale, di club, parla del Napoli e non di se stesso, dell’ansia di non riuscire a fare meglio della stagione precedente. Non gli interessa la singola campagna acquisti ma suggerisce una visione progettuale, ad ampio raggio che metta al centro le strutture. La svolta è nella comunicazione: Mazzarri aveva paura d’affrontare il tema, trattava con fastidio il tormentone dovuto al rinnovo, Rafa, invece, non ha problemi a spiegare le motivazioni di una firma che non arriva, comunicando che non c’è nulla di sbagliato a restare in scadenza e magari anche a guardarsi intorno, quando ha accettato di colloquiare con il Valencia che sogna il grande ritorno o di valutare l’ipotesi Nazionale spagnola. E De Laurentiis cosa fa? Aspetta, ha individuato in marzo la scadenza per prendere una decisione in merito al prossimo allenatore. Nel calcio non ci si ferma mai, è ovvio che si guardi intorno per essere pronto nella malaugurata ipotesi che Benitez non continui la sua avventura al Napoli. Montella e Mihajlovic i profili interessanti della Serie A, Klopp la suggestione straniera ma il patron aspetta Benitez, nella speranza in cui sia pronto a prolungare la sua avventura napoletana, soprattutto dopo aver superato le difficoltà d’inizio stagione dovute al fallimento di Bilbao che hanno inquietato molto il patron. “De Laurentiis deve garantire il futuro alla società a prescindere dal sottoscritto”, ha affermato Rafa mandando un messaggio chiaro anche per il mercato di gennaio. Benitez s’augura che l’incertezza sul suo rinnovo non rallenti i movimenti necessari, come in parte è avvenuto anche in estate. Servono assolutamente due esterni, uno basso e uno alto, possibilmente duttili e utilizzabili su entrambe le corsie, oltre ad un difensore centrale, considerando che Maggio e Mesto non rinnoveranno il contratto e anche Britos è in scadenza. Benitez sceglie la linea della chiarezza, De Laurentiis ha posto il mese di marzo come termine ultimo ma a gennaio c’è una campagna acquisti che non si può sbagliare.
Ciro Troise
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