Giugno nel calcio è il mese dei progetti, della programmazione, il periodo in cui si predispone l’imbarcazione che affronterà le tempeste della stagione successiva. Il Napoli studia, pianifica e cerca di migliorare complessivamente: dall’organico alle strutture, passando per il settore giovanile. Nei mesi scorsi ci sono stati vari incontri, il Napoli è un continuo work in progress. I protagonisti principali sono Rafa Benitez e Aurelio De Laurentiis, a Bigon spetta l’opera di mediazione e il difficile compito di mettere in pratica le linee guida condivise.
De Laurentiis tra Amalfi e la “Repubblica delle Idee” ha dettato la linea. Il presidente vola basso, ricorda a tutti i vantaggi del rispetto del fair play finanziario e dei conti in ordine, evita di promettere lo scudetto, ricordando il boomerang di certe dichiarazioni della scorsa estate, e sembra presentare una campagna acquisti all’insegna della funzionalità, senza nomi roboanti ma con acquisti mirati al posto di chi partirà.
Le note dolenti si chiamano stadio e settore giovanile, le assicurazioni sul futuro, le possibili svolte per una società che potrebbe garantirsi fonti di guadagno nel futuro. De Laurentiis si aspettava di più dalla legge Crimi, sperava che fosse facilitata di più la strada per nuovi progetti e che ci fosse più collaborazione dal Comune di Napoli e mantiene tutto bloccato. Entro il 30 Giugno sarà firmata la nuova convenzione per l’utilizzo del San Paolo, non ci saranno grandi restyling e il Napoli continuerà a giocare in un impianto carente. Non ci sono le condizioni per un grande investimento in tal senso, ha rivelato il patron dal palco di Piazza del Gesù.
Ancora più interessante la rivelazione sul settore giovanile: “Sono ad un bivio: investire nel settore giovanile o acquistare una squadra di Lega Pro per valorizzare quelli della Primavera?” Un vivaio non si costruisce in vetta, nella Primavera, ma nella formazione di base, nella capacità di prendere i migliori talenti prima che compiano i 14 anni e siano nelle mire dei club del Nord. Senza investimenti seri nella formazione dei giovani, il lavoro di valorizzazione della Primavera con una squadra di Lega Pro sarebbe monco e poco interessante. “Nel settore giovanile ci sono tante cose complicate, interessi incrociati”, ha continuato il patron. La voglia di controllare tutto ciò che succede è comprensibile, ma non può essere un freno. E’ questo il momento giusto per investire nel vivaio: la Grava revolution sta portando entusiasmo, voglia di continuare sulla strada dei risultati positivi e di rilanciare per superare i tanti aspetti che non funzionano. In un solo giorno i Giovanissimi Nazionali hanno raggiunto per la terza volta nelle ultime quattro stagioni e Insigne dal Brasile ricorda a tutti il suo immenso talento, candidandosi a ritagliarsi un suo spazio al Mondiale. Affinchè nascano altri Insigne, c’è bisogno di innovazione nella pianificazione tecnica e, seppur in parte, Grava ci sta provando in tal senso e investimenti seri. Il milione di euro elargito per potenziare il centro di Castelvolturno, dopo le tante richieste di Benitez su quest’aspetto, rappresenta un bel segnale ma non basta. Il Napoli dovrebbe avere strutture di proprietà per la prima squadra e il vivaio. Per fare ciò bisogna cambiare approccio: essere realmente lungimiranti, guardare ad un progetto di crescita sostanziale per il futuro e non pensare che basti la solidità finanziaria per poter dire di saper lavorare per la prospettiva. I problemi economici dell’Italia hanno un loro peso ma per dare slancio al Napoli bisogna assolutamente superare gli snodi stadio, settore giovanile e strutture.
Il presente ed il futuro prossimo insieme sono dettati dal mercato. L’agenda pone la risoluzione delle comproprietà nei prossimi impegni di Bigon: Jorginho sarà riscattato, El Kaddouri vuole restare al Torino, si cerca un accordo con il club granata, Cigarini dovrebbe essere riscattato dall’Atalanta che poi probabilmente lo venderà, per Izzo e Dezi si valutano le situazioni, sono aperte le trattative con l’Avellino e con il Crotone. Sandro e Gonalons sono i nomi più concreti per il centrocampo, sul vice Hamsik Candreva è un nome concreto che è nei piani tecnici del Napoli da anni, dai tempi in cui si pensava ad uno scambio con il Cesena inserendo nell’affare l’ex azzurro Santana. Per Janmaat la trattativa è a buon punto ma si può concludere solo dopo un’eventuale cessione di Maggio, per il quale si sta lavorando ad un’operazione stile Cannavaro con il Verona.
Il mercato è appena iniziato, il Napoli opera senza fretta ma il Mondiale rischia di far lievitare i prezzi. De Laurentiis ha dettato la linea, la squadra sarà potenziata ma rispettando sempre gli equilibri economici, condizionati anche dal fatto che la Champions passerà per il preliminare. Ciò che conta è non è quanto si paga un acquisto, ma la sua funzionalità nel sistema di gioco. Benitez merita una rosa completa, perciò il Napoli dovrebbe puntare su un vice-Higuain che dà maggiori garanzie rispetto a Zapata, al quale farebbe bene un’esperienza altrove per maturare.
Il work in progress è cominciato, tra presente e futuro è sempre il presidente a dettare la linea.
Ciro Troise
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