Napoli-Chievo rappresenta un momento importante della stagione ma non è ciò che è successo in campo ad avere principale risalto. Ha colpito tutti un ambiente infastidito che ha gridato a De Laurentiis la propria sensazione: sembra di vedere un progetto con grandi potenzialità che non riesce a crescere chiedendo al presidente di agire, d’investire quanto serve per far decollare il Napoli.
Ci sono due tweet ed un audio che i tifosi azzurri non dimenticano soprattutto nei giorni finali della sessione invernale del mercato. Il presidente in estate aveva promesso 124,5 milioni di euro per il club e a Novembre aveva dichiarato di voler impegnare un budget di 50 milioni per la sessione di riparazione. Si parla di cifre da spendere non solo sul mercato e di numeri che comprendono anche gli ingaggi a lordo ma finora è arrivato solo Jorginho, acquistato in comproprietà per 5,5 milioni di euro. C’è una contraddizione tra quanto annunciato e quanto finora è stato realmente investito.
Le parti sono costantemente al lavoro sul mercato, sono tantissimi i calciatori contattati dal club per i ruoli individuati come priorità ma il Napoli si scontra con tanti paletti. C’è innanzitutto un manager come Rafa Benitez abituato a grandi palcoscenici che vuole avere ed ha pieni poteri almeno nella gestione della campagna acquisti. Può scegliere, indicare, parlare dei ruoli di cui ha bisogno, bloccare le trattative in entrata come è avvenuto per Antonelli ma è pur sempre un ministro senza portafoglio.
Il Napoli ha un bilancio che scoppia di utili, è disposto a spendere ma ha troppi paletti da aggirare riguardo all’acquisto dei calciatori: salary cap, diritti d’immagine e infine le problematiche della città e della sua immagine lontano dai nostri confini. “Cerchiamo giocatori di qualità al prezzo giusto, ne ho chiamati tanti ma non sempre è possibile riuscirci”, così si è espresso Rafa Benitez nella conferenza stampa dopo il pareggio interno contro il Chievo Verona. Il riferimento è chiaro a quanto successo in estate, quando ha fatto indossare la maglia azzurra a calciatori di grandissimo spessore come Albiol, Callejon ed Higuain con una spesa alla portata del club di De Laurentiis. Benitez è stato bravissimo a sfruttare il particolare momento storico del Real Madrid costretto a vendere per acquistare il Bale di turno. Non oso immaginare se non ci fosse stata quest’opportunità come si sarebbero incrociati i “paletti” di De Laurentiis e le ambizioni di Benitez.
Rafa, con il supporto del suo agente Manuel Garcia Quillon, ha potuto costruire parte del suo Napoli, ha avallato l’acquisto dell’ottimo Mertens e poi è arrivata l’ennesima “intuizione” dal Sudamerica dello scouting azzurro, Duvan Zapata, che s’aggiunge alla lista di calciatori non pronti arrivati quando c’era ancora Walter Mazzarri: Vargas, Fideleff, Chavez, Bruno Uvini, Radosevic. L’unico discreto è Federico Fernandez e, infatti, con Benitez sta garantendo un buon rendimento.
I sapientoni insistono sul modulo, sulle possibili varianti tattiche, sui giorni di riposo, sulla preparazione atletica, sui presunti limiti di corsa della squadra ma c’è una frase estiva di Benitez che dovrebbe rappresentare la linea-guida di ogni ragionamento sulla stagione del Napoli: “De Laurentiis mi ha accontentato al 50%”. Con una rosa incompleta e falcidiata dagli infortuni, il Napoli è al terzo posto in campionato, ai quarti di Coppa Italia ed ha abbandonato la Champions solo per sfortuna, visti i dodici punti ottenuti.
La differenza di fatturato non regge, il Napoli ha un handicap strutturale rispetto alle altre. Benitez l’ha capito e si è fatto sentire soprattutto sull’assenza di strutture di proprietà del club, limite che provoca tantissimi disagi al lavoro della squadra.
La Rafa-revolution ha bisogno del supporto di De Laurentiis sulla crescita generale del club. Non si parla solo del mercato ma di centri di proprietà per prima squadra e settore giovanile, dello stadio, l’anello debole sul fronte ricavi nel bilancio del Napoli. Si tratta di progetti a lunga scadenza, Benitez non molli e pungoli continuamente il presidente.
La priorità del momento si chiama calciomercato. Mentre prepara il quarto di finale contro la Lazio, Benitez attende rinforzi in questi ultimi cinque giorni, prima del gong delle 23 del 31 gennaio. Raiola è a Londra per trattare Etienne Capoue, ha chiesto a Baldini di ridurre il prezzo per il centrocampista francese che può giocare anche da difensore centrale. Superato il problema della formula, il Napoli si è deciso a trattare l’acquisto a titolo definitivo; c’è ancora una differenza tra l’offerta del Napoli e la richiesta della società inglese. Si lavora anche sull’ingaggio del calciatore, lo sta facendo l’intermediario Raiola con gli agenti del calciatore. In difesa, se partirà Cannavaro, potrebbe arrivare un difensore: Diakitè ed Henrique sono delle ipotesi a cui Bigon e il suo scouting lavorano ma rappresenterebbero due calciatori di livello inferiore a Fernandez e Britos, altro che il salto di qualità tanto invocato.
Armero vuole andare via, lo vogliono la Juventus e il Milan che lo prenderebbero in prestito anche senza dover necessariamente offrire delle pedine di scambio. Il Napoli ha bisogno di un sostituto, Moreno è un sogno di Benitez ma difficilmente il Siviglia lo cederà a gennaio salvo offerte importanti. Domani dovrebbe essere formalizzato il trasferimento di Lazaar al Palermo, non sembrano esserci i margini di una rottura tra il club siciliano e il Varese, che permetterebbe l’inserimento del Napoli. Si va avanti per priorità, quella immediata è il centrocampo, con Capoue in prima fila, altrimenti si virerà su Ralf. Il pensiero va anche a giugno: si lavora sui giocatori in scadenza. Il nome più entusiasmante è Nemanja Vidic, il Napoli ha avviato dei contatti, si è informato ma si sta costruendo per il difensore del Manchester United un’asta, una di quelle che non gradisce De Laurentiis. Per la porta è arrivato Andujar: che senso ha mandare Luigi Sepe a crescere altrove per poi non puntare mai su di lui nonostante il buon rendimento offerto al Lanciano? Ad Avellino c’è Armando Izzo, difensore classe ’92; sarebbe imperdonabile non seguire i suoi progressi. Il Napoli è attivo anche sui giovani di prospettiva, alcuni osservatori durante una delle ultime gare della Nazionale Under 20 si sono appuntati il nome di Francesco Vicari, difensore classe ’94 del Novara. Il Napoli lavora tra presente e futuro ma la Rafa-revolution ha bisogno del supporto di De Laurentiis, è questo il fondamentale fattore di partenza.
Ciro Troise
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