Quanto è bello guardare tutti da lassù, è una sensazione particolare soprattutto per le generazioni post-Maradona. Il Napoli primo in classifica al termine di un turno di campionato è un avvenimento che non si realizzava da ventisei anni, dalla stagione 89-90. Nell’era De Laurentiis c’è stato solo un brivido per una notte, quella tra il 2 e il 3 Febbraio 2013. Nell’anticipo serale del sabato il Napoli sconfisse 2-1 il Catania e raggiunse la Juventus in testa alla classifica ma i bianconeri poi vinsero a Verona contro il Chievo e ristabilirono le gerarchie. La vita da capolista è una novità per il Napoli di De Laurentiis, un’esperienza da aggiungere al libro dell’avventura dalla serie C alla Champions League. Bisogna stare attenti ora a trattenere il fiato, a non farsi prendere dalle vertigini, dimostrare di essere pronti a lottare per il traguardo più ambito dei napoletani: lo scudetto che non è solo un titolo sportivo ma una rivalsa nei confronti degli equilibri storici del calcio italiano.
Il difficile viene adesso, il Napoli passerà dalla bella novità da raccontare a livello mediatico alla realtà che fa paura, da ostacolare. E’ sempre avvenuto così, lo dice la Storia: su 59 campionati disputati nel dopoguerra, solo in diciassette occasioni il tricolore non è finito sulle maglie di Juventus, Inter e Milan.
Dal fatturato economico più ricco all’abitudine a vincere, sono tanti i motivi di questo inconfutabile dato. Tra questi c’è anche la gestione dei poteri, da quello politico a quello mediatico, è inutile prendersi in giro. Non sono abituati a perdere, a competere con il Napoli, l’ha dimostrato l’arrogante e ingiustificata rabbia di Roberto Mancini nel post-partita della sfida contro l’Inter. Ha ricordato l’isterismo di Marotta nei confronti dell’arbitro Guida dopo un Juventus-Genoa di due stagioni fa. L’obiettivo è mettere pressione al prossimo direttore di gara che arbitrerà l’Inter, è una prassi che funziona da anni in casa delle grandi squadre, quelle abituate a vincere.
Il Napoli deve attrezzarsi su tutti i fronti per giocarsi al meglio la chance di lottare per un sogno in un campionato senza alcuna dominatrice assoluta. Juventus, Roma e Inter hanno organici più attrezzati soprattutto in termini d’esperienza e abitudine al successo.
I nerazzurri hanno una rosa molto profonda considerando che disputano una sola competizione, Mancini ha preparato la partita come se fosse una provinciale. Ha tenuto Icardi in attacco come riferimento accettando che il Napoli per larghi tratti della gara avrebbe schiacciato la sua squadra nella propria metà campo, pensando a contenere e poi a ripartire sulle fasce. “Il Napoli ha dominato tutti in casa, qui oggi nessuno ci ha asfaltato”, non sono le dichiarazioni di Colantuono dopo la sfida contro l’Udinese ma quelle di Roberto Mancini che lunedì sera ha potuto gettare nella mischia Jovetic mentre Sarri aveva come principale alternativa Omar El Kaddouri, considerando gli infortuni di Mertens e Gabbiadini. Troppo facile ridurre tutto ad Higuain e Reina, per un’ora di gioco si è notata anche un’evidente differenza nell’identità di gioco. Sarri al Napoli l’ha trasmessa, Mancini all’Inter ancora no, ha dato una buona organizzazione difensiva favorita da ottime individualità e un’interessante capacità di cambiare pelle a gara in corso.
Il gioco si fa duro, le insidie saranno tante e bisogna attrezzarsi, è tutto nelle mani di De Laurentiis. La principale risorsa a disposizione si chiama mercato di gennaio in cui anche le altre si rinforzeranno. L’organico di Sarri è abbastanza omogeneo in vari reparti, i limiti, come sottolineava lo stesso ex allenatore dell’Empoli in conferenza stampa a fine agosto, sono a centrocampo dove c’è una differenza impressionante tra titolari ed alternative. Soriano sarebbe servito come il pane, c’è un vuoto di qualità soprattutto nel compito svolto da Marek Hamsik, il giocatore-chiave a livello tattico del Napoli. Il vicepresidente Edoardo De Laurentiis ha dichiarato che il Napoli sta cercando un giocatore emergente per gennaio per non turbare gli equilibri di spogliatoio. Bisogna stare attenti a individuare il profilo giusto, servono giocatori pronti sotto tutti i punti di vista. Non servono scommesse stile Chalobah ma elementi all’altezza degli obiettivi del Napoli, pronti a calarsi nella nuova realtà con entusiasmo ma anche con le qualità necessarie per non far rimpiangere i “supertitolarissimi” di Maurizio Sarri. Il Napoli ha un’occasione storica, deve affrontarla senza rimpianti, si sta esprimendo a livelli superiori rispetto alla sua forza complessiva. L’obiettivo d’inizio stagione tra tante perplessità è il ritorno in Champions League ma adesso bisogna provarci senza porsi limiti dotandosi di tutti i mezzi per saper stare ad alta quota. La stagione è lunga, un calo fisico in alcuni momenti è prevedibile e sarà complicato reggere i tre fronti da metà febbraio in poi, quando l’Europa League entrerà nel vivo. E’ tutto nelle mani di De Laurentiis, il sogno può diventare realtà, basta crederci e con un organico completo in tutti i reparti nulla è precluso.
Ciro Troise
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