Nel The Torch Hotel di Doha ci credevano in pochi, una finale crea sempre delle speranze ma battere la Juventus sembrava un’impresa troppo complicata. La strigliata di De Laurentiis ha svegliato un gruppo sfiduciato, colpito duramente dallo shock di Bilbao e dal sogno scudetto andato via troppo presto a causa di una campagna acquisti estiva al di sotto delle aspettative. La sofferta vittoria della Supercoppa può essere la svolta della stagione, ha alzato l’autostima del gruppo, ha dato fiducia, serenità e maggiore compattezza in un gruppo che ha capito con le proprie emozioni che l’unità può dare grandi successi. Il Napoli di Cesena ha mostrato dei grandi progressi in fase offensiva, Hamsik è entrato finalmente nel cuore della proposta offensiva, il giro-palla è veloce, i movimenti dei quattro uomini d’attacco mettono in luce un’armonia disarmante per gli avversari. L’attacco azzurro è un martello, capace di far male alla retroguardia avversaria con differenti strategie, sia con il fraseggio per vie centrali che con le incursioni degli esterni.
Hamsik è l’immagine della svolta, può essere una risorsa fondamentale per gli azzurri. Senza Insigne, è chiamato ad assumersi il compito di costruttore della manovra, di regista offensivo. Ieri sera al “Manuzzi” si è rivista l’uomo che sprigiona la luce per illuminare il gioco, lo spessore necessario per trovare sempre la giocata di qualità sia nel breve che nel lungo. I dati parlano chiaro: dopo Britos e David Lopez, Marek è il giocatore che ha toccato più palloni, ben 74. Oltre all’assist per il gol di Higuain, ha messo a segno cinque passaggi-chiave mettendo il compagno in zona-gol, nessuno nel Napoli può vantare una statistica di questo livello nella gara di ieri. Se, però, nel ruolo di assist-man si era già calato in altre occasioni ieri lo slovacco è apparso in crescita nella capacità di trovare lo spazio per migliorare le sue medie gol, di liberarsi per il tiro. Dopo Higuain, Hamsik è l’uomo che al “Manuzzi” ha tirato di più: quattro conclusioni contro le cinque dell’argentino. E’ la precisione sotto porta che deve ancora migliorare, dei quattro tiri solo uno è andato nello specchio della porta e per trovare il gol c’è stato bisogno della deviazione di Capelli.
Quattro gol in due partite, il Pipita è tornato ad essere il trascinatore, il cecchino che negli ultimi venti metri non perdona. E’ lui il vero leader del gruppo, il suo spessore deve emergere, però, anche in eventuali futuri momenti di difficoltà, un campione è chiamato a prendersi questa responsabilità.
Nella prima mezz’ora un coriaceo Cesena ha tenuto testa al Napoli, Zè Eduardo conteneva Hamsik tra le linee e i due centrali cercavano il raddoppio sistematico su Higuain, Brienza cercava di dar fastidio tra le linee ma il Napoli soffriva soprattutto sulle palle aeree. Se in fase offensiva lo spettacolo è assicurato, in quella difensiva anche il Cesena ha fatto emergere le difficoltà del Napoli. Ventuno gol subiti in diciassette partite sono tanti, la formazione di Benitez ha la peggior difesa tra le prime sette mentre solo Palermo e Sassuolo sono messe peggio se consideriamo la classifica dal primo al decimo posto. Con la coppia Gargano-David Lopez il lavoro di contenimento sulla mediana è compiuto con maggiore efficacia, Jorginho ed Inler non garantiscono lo stesso equilibrio alla squadra. Lo svizzero potrebbe anche partire durante la sessione di mercato, la sua situazione va monitorata anche se al momento non ci sono trattative avviate. Il centrocampista bravo nelle due fasi, capace di leggere le situazioni in anticipo anche se si gioca a ritmi elevati, rappresenta l’eterna carenza del Napoli di Benitez. Il Napoli va puntualmente in affanno nella fase di non possesso, concede troppi cross agli avversari, trema sulle palle inattive, soffre negli uno contro uno e paga spesso gli errori individuali dei suoi difensori centrali, dal posizionamento difensivo agli strafalcioni che hanno consentito a Tevez di portare in vantaggio la Juventus a Doha.
Il lavoro negli allenamenti può far migliorare la squadra ma se certe difficoltà si ripetono vuol dire che ci sono dei limiti nella rosa che impediscono il salto di qualità del Napoli. Per reggere i tre fronti, c’è bisogno di rinforzi a centrocampo e soprattutto in difesa, dove servirebbe un calciatore di buon spessore al fianco di Albiol. Benitez è stato chiaro in conferenza stampa: “E’ difficile prendere difensori e centrocampisti migliori di quelli che abbiamo a parametro zero o a basso prezzo”. Una sorta di chiusura al mercato in entrata, solo eventuali uscite potrebbero cambiare tale situazione: Henrique e Inler potrebbero rappresentare delle possibilità in tal senso.
Il mese è lungo, per non fermarsi più bisogna completare il potenziamento della squadra. Sarebbe un peccato essere ancora una volta l’eterna incompiuta in una stagione che può regalare ancora soddisfazioni in campionato, Europa League e Coppa Italia.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro