C’è una sensazione di scoramento in città, dopo diciotto risultati utili consecutivi anche l’ambiente aveva perso l’abitudine alla sconfitta. Il gioco spumeggiante, i risultati straordinari hanno creato un’esaltazione eccessiva sopravvalutando l’organico del Napoli, il quarto del campionato per valore complessivo dietro Inter, Juventus e Roma. Basta confrontare le panchine di queste squadre, gli esperti di calcio sanno bene che soprattutto in una corsa a tappe sono la profondità e la qualità della rosa a fare la differenza.
Bisogna ricordare a tutti cosa è il Napoli: una squadra ricostruita da un’atmosfera di depressione in virtù degli ultimi tre mesi della scorsa stagione che hanno tolto la Champions e i suoi introiti per la seconda volta consecutiva al club. Parliamo di una perdita di circa 80 milioni, un dato considerevole se si considera anche il monte ingaggi del Napoli. De Laurentiis ha attutito il colpo e con Cristiano Giuntoli ha costruito una squadra competitiva ma incompleta, seguendo il trend delle ultime stagioni. “Ci vogliono sempre cinque centesimi per fare un euro”, è la storica e giusta espressione che Diego Armando Maradona ha usato più volte per commentare il Napoli di De Laurentiis.
Sarri è ripartito dalla priorità, cioè dall’obiettivo di ridare entusiasmo all’ambiente. Il suo percorso è partito con l’handicap dovuto ai passi falsi delle prime giornate. Gli accorgimenti tattici condivisi con Reina, la crescita sotto il profilo atletico e la fiducia trasmessa dalle vittorie hanno fatto il resto, dando così seguito e spessore anche all’intenso lavoro che Sarri ha iniziato sin dal giorno del raduno a Castelvolturno.
Diciotto risultati utili consecutivi, primato in classifica per una settimana conquistato venticinque anni dopo l’ultima volta, qualificazione ai sedicesimi di Europa League raggiunta con due turni d’anticipo e tante partite giocate con un calcio intenso, solido e molto gradevole. Nel calcio e nella vita si dimentica in fretta e soprattutto le cose a metà non servono a nulla. La sconfitta di Bologna ha riportato tutti sulla terra, qualcuno aveva già intuito il pericolo come Sarri che nella conferenza stampa pre-gara ha provato ad allentare la pressione e ha palesato a tutti il rischio del calo psicofisico. Anche Reina aveva intuito la difficoltà del momento e ha voluto tenere compatto il gruppo con una cena, giovedì sera, infatti, tutti gli azzurri erano in un locale brasiliano di Varcaturo segnalato da Jorginho ed Allan.
Serve equilibrio nella valutazione del 3-2 di Bologna, né drammi né sottovalutazioni dei problemi. Il Napoli sta accusando la fatica, dalla gara di Verona contro il Chievo ha messo in mostra un calo nella velocità dei passaggi, nella lucidità delle scelte, nella precisione delle giocate. La forza del Napoli è nel suo gioco, nella compattezza, nell’essere corti, nel tenere le giuste distanze tra i reparti, aspetti che permettono a tutti d’esprimere le proprie individualità al meglio. Il disagio di Sarri nel cambiare la formazione, gli infortuni di Gabbiadini e Mertens, i tanti impegni e i limiti dell’organico hanno consumato ancora di più le energie mentali e fisiche e i risultati si sono visti negli ultimi venti minuti contro l’Inter e in vari errori commessi a Bologna. La sconfitta al “Dall’Ara” può essere salutare se interpretata da tutti nel modo giusto. Sarri deve avere la consapevolezza che il suo lavoro finora è stato immenso ma non basta, bisogna crescere ancora tanto sotto l’aspetto mentale e tattico. Tranne Reina, Albiol, Higuain e Callejon, in questo gruppo non c’è l’abitudine a vincere, anzi al cospetto delle difficoltà emergono i fantasmi di Dnipro e Lazio. Basta vedere lo shock avvenuto dopo il gol di Destro che ha fatto in modo che il Bologna raddoppiasse dopo sette minuti. Serve un lungo lavoro sull’autostima, sulla personalità per attutire il colpo nei momenti difficili, per fare risultato anche quando non si è brillanti.
Sotto il profilo tattico una grande squadra non può presentare una sola filosofia di gioco, bisogna saper variare soprattutto in corsa, basta considerare gli esempi dell’Inter e della Juventus. In questo caso deve crescere anche Sarri, prendendo in maggiore considerazione l’idea di realizzare dei cambiamenti a gara in corso come avvenne contro il Carpi e solo un errore di Gabbiadini a pochi passi dal portiere avversario fece in modo che non arrivasse il successo al “Braglia” di Modena. La sconfitta di Bologna deve, però, far riflettere soprattutto De Laurentiis sulla necessità di rinforzare la rosa a gennaio. La priorità è il centrocampo, non servono scommesse ma giocatori validi, già pronti che possano far tirare il fiato ai titolari.
Questo campionato è molto equilibrato, tra la prima e la quarta classificata non ci sarà grande differenza di punti. Il confine tra il sogno e un altro anno senza Champions è sottile e probabilmente le altre si rinforzeranno. Bisognerà recuperare un’alternativa utile come Gabbiadini, stringere i denti contro Roma e Atalanta, qualificarsi al turno successivo di Coppa Italia, poi il pallone passerà a De Laurentiis e Giuntoli perché i successi non si costruiscono solo sul terreno di gioco.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro