Il Napoli non ne aveva bisogno, sembrava un’estate tranquilla, d’entusiasmo e passione. Anche De Laurentiis si è visto poco, non ha regalato i suoi soliti show che spesso hanno prodotto tanti danni. Il lavoro paga e i risultati lo dimostrano: qualificazione ai gironi di Champions League ottenuta e inizio brillante in campionato. In novantuno anni di storia non era mai successo che il Napoli vivesse l’Europa che conta per due stagioni consecutive, questo dato traccia una nuova prospettiva, che consente a De Laurentiis d’immaginare un altro bilancio in attivo dopo quello della scorsa stagione. Si tratta di una base economica solida in vista della probabile rivoluzione in programma la prossima estate. Al ritorno da Nizza, però, un fulmine a ciel sereno ha spezzato la serenità di casa Napoli: l’offerta del Paris Saint Germain per Reina sconvolge gli equilibri in casa Napoli. La prospettiva dell’ultimo contratto importante della sua carriera, l’idea di lottare per vincere la Champions League nell’anno degli acquisti di Neymar e Mbappè convincono Reina e il Napoli è costretto ad un braccio di ferro. Il tempo è tiranno e probabilmente spingerà Reina alla permanenza ma, se andasse veramente così, come si spiega alla gente un addio non consumato, una lacrima versata per un trasferimento che non si è fatto a causa dell’opposizione del club? Nell’estate dei certificati medici, delle fughe, dei disagi psicologici e dello stress, Reina è stato un professionista, contro l’Atalanta è sceso in campo con il massimo impegno e guidando la difesa con la solita autorevolezza.
Ciò che, però, fa riflettere è l’assenza di programmazione del Napoli. “Reina? Ha un contratto ancora per un anno, ha fatto molto bene, non dovrebbero esserci problemi, poi bisogna pensare anche al futuro, non posso andare a prendere un portiere di vent’anni, devo andare a prenderne uno con una certa maturità, poi bisogna saper gestire un paio di prime donne, non si può stare fermi e bloccati. Non bisogna andare sui troppo giovani ma nel range tra i 25 e i 28 anni”, così si era espresso De Laurentiis all’Insigne day e il patron qualche mese dopo in un’altra intervista aveva chiesto pubblicamente un aiuto a Reina per trovare un altro portiere. Il rifiuto di Szczesny e la complessità della trattativa per Rulli hanno spinto il Napoli nell’immobilismo, gettandosi nelle mani di Reina, un leader in scadenza di contratto a trentacinque anni e costantemente ridimensionato da De Laurentiis, come dimostra anche la querelle alla cena di fine stagione. Quillon, alla ricerca dell’ultimo contratto importante per Reina, tramite l’altro suo assistito Emery, è riuscito a mettere sul tavolo una maxi-offerta del Paris Saint Germain, dopo i sondaggi di Newcastle e Manchester City e ha generato tensione in casa Napoli. Lo spogliatoio ha retto benissimo, c’è armonia, unità d’intenti e la rimonta contro l’Atalanta lo dimostra ma, a prescindere da come andrà questa storia, sarà stato compiuto un danno d’immagine al Napoli.
De Laurentiis e Giuntoli farebbero bene a riflettere e capire tutto ciò che non ha funzionato a partire dalla scorsa stagione. E’ stato rinnovato il contratto a Sepe anche in virtù delle regole che premiano i prodotti dal vivaio, ma nella scorsa stagione nelle uniche due gare senza Reina è sceso in campo Rafael. A tre giorni dalla fine del mercato, il Napoli non ha un’alternativa interna a Reina pronta all’uso. Sepe è un ottimo portiere ma c’è bisogno di continuità per reggere le pressioni delle sfide più importanti e l’estremo difensore classe ’91 di Torre del Greco non è titolare da due stagioni.
Il tempo stringe, per far partire Reina il Napoli dovrebbe chiudere l’accordo per Rulli e la Real Sociedad dovrebbe trovare un sostituto. In tre giorni e mezzo di mercato, il Napoli dovrebbe chiudere due operazioni molto importanti, una missione complessa considerando i tempi del club di De Laurentiis. Nessuno può sapere cosa succederà ma la permanenza in conflitto con il presidente sembra lo scenario più probabile. La brutta storia del caso Reina rischia di far dimenticare che Ghoulam è ancora in scadenza di contratto con Strinic bloccato nella rosa di Sarri anche se fuori da lista Champions e convocati. L’esterno sinistro algerino è uno dei migliori per rendimento nella fase iniziale della stagione, sarebbe un altro errore di programmazione perderlo a parametro zero. Confidiamo in un “happy end” anche se questa lezione insegna che il Napoli deve ancora crescere e difficilmente riuscirà a farlo fino a quando avrà una struttura patriarcale, con De Laurentiis dominatore assoluto.
Ciro Troise
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