MODIFICHE SULLO SCACCHIERE – Benitez aveva detto di pensare solo a vincere, e per ritrovare la vittoria ha spostato di nuovo qualche tassello in formazione. Prima di tutto, Zuniga si è visto finalmente sulla corsia destra della difesa, un’opzione mai davvero contemplata prima dall’allenatore spagnolo – dallo scorso anno si sosteneva in questa rubrica come tale alternativa apparisse l’ideale per il giocatore e per il Napoli, magari con Ghoulam a sinistra. Oggi, però, Benitez ha preferito Britos dall’altro lato, forse per avere più copertura sui tre offensivi del Sassuolo. Di nuovo modificato il centrocampo iniziale, con il duo Lopez-Gargano già visto ad Udine: Benitez è in cerca della combinazione o dell’alchimia migliore, e deve operare un turnover necessario. E a proposito del turnover: si sono sentite e lette molte critiche in queste settimane, e diversi opinionisti hanno voluto trovare nelle rotazioni una fra le cause maggiori delle recenti sconfitte. Ma si dimentica che una squadra come la Roma cambia cinque o sei giocatori a partita, talvolta anche tutta la linea difensiva. Non è di per sé un problema, quindi, il turnover, se si trovano i giusti equilibri e schemi con gli undici che scendono in campo. Di Francesco, dal canto suo, privo di alcuni titolari ma forte di un buon mercato estivo del Sassuolo, ha schierato una formazione poco timorosa, almeno per il modulo.
SASSUOLO PRUDENTE – In verità, per l’atteggiamento in campo, si è visto un po’ il solito copione d’attesa delle squadre “piccole” che affrontano il Napoli. I padroni di casa hanno aspettato gli ospiti, che hanno aperto le danze con un avvio scatenato, prima che la partita tornasse su ritmi stabili. Di Francesco, messa in campo una squadra votata al pressing e anche un po’ fallosa, già al 10’ ha provato una mossa tattica: Floccari invertito con Sansone, dirottato dal lato di Britos per prevalere in velocità. Ma l’esperimento si è lentamente perso, soprattutto perché il Sassuolo ha attaccato poco, e a lungo si è giocato in una sola metà campo, ma senza grosse occasioni e senza sbloccare il risultato. Fino al 27’, quando Higuaìn ha regalato un lampo di classe e stavolta non nel ruolo di bomber, bensì di assist-man: prima con un controllo con la suola e poi con un cross perfetto per Callejon, bravissimo a infilarsi fra le linee ed appoggiare in porta. Il Napoli ha gestito il vantaggio continuando a controllare il possesso, con un solo brivido al 43’ a causa di un’altra mezza-papera di Albiol su Zaza, rimediata da Koulibaly, ma a conferma del momento terribile del difensore spagnolo.
TENSIONE, NOIA, PERICOLI – Ripresa un po’ nervosa – piccola esplosione di tensione al 50’, in una zuffa fra Gargano e Taider – e ancora appannaggio del Napoli, più propositivo e pericoloso (53’ Insigne e 54’ Higuaìn), con buona applicazione e corsa generosa di tutti gli undici azzurri. Il Sassuolo ha continuato su un registro aggressivo e tendenzialmente falloso, tanto che al 56’ Di Francesco ha dovuto già cambiare Brighi, uno degli ammoniti. Al 60’ primo cambio anche per Benitez, che ha tolto un Hamsik spento per inserire De Guzman che, dunque, nella visione tattica del tecnico è da considerarsi utile per lo stesso ruolo dello slovacco. Al 61’ un rischio per la porta di Rafael, con un tiro a giro dal limite scoccato da Missiroli, poi tanta noia, senza grossi sussulti spettacolari e senza vere palle-gol, e lunghi minuti spezzettati dalle sostituzioni e giocati a ritmi decisamente più bassi, soprattutto da parte del Napoli. Il finale si è acceso con qualche fiammata del Sassuolo, grazie a un forcing dei padroni di casa e al prolungarsi del momento buio del duo Rafael-Albiol. Di Francesco è stato un paio di volte sul punto di esultare, più che mai sulla traversa colpita da Peluso, ma alla fine il Napoli ha portato a casa i tre punti.
ANCORA DIFETTI DA CORREGGERE – Il Napoli ha vinto una brutta partita, soffrendo e rischiando, giocando piuttosto male e lottando con affanno e buona volontà. Qualche nota positiva c’è: la porta è rimasta per la prima volta inviolata, la prestazione è stata meno incostante del solito, ci sono state buone conferme da Zuniga e Gargano (sorprendentemente il centrocampista più utilizzato da Benitez), e Callejon è apparso ritrovato. Restano problemi in difesa, soprattutto per la resa dei singoli; mancanze nella costruzione del gioco, ancora troppo prevedibile dalla trequarti in poi; poca cattiveria sotto porta. Ma servivano i punti, e sono arrivati, sperando che con sé portino convinzione e miglioramenti per il futuro.
Lorenzo Licciardi
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