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Netta supremazia nel primo tempo, nel secondo servivano cambi più tempestivi

Callejòn multitasking, Henrique sicurezza, buon Napoli anche in 10, ma arriva una sconfitta in casa

Dominato il primo tempo, gestita con sacrificio anche l’inferiorità numerica, poi dal 70′ il Napoli va in difficoltà e nel finale la Fiorentina trova il gol. La squadra sembrava reggere l’uomo in meno, ma forse serviva qualche cambio anticipato. Ora la Roma scappa di nuovo in classifica. 

BEFFA FINALE – Un vero peccato, questo 0-1 incassato dalla Fiorentina quarta in classifica. Perché il Napoli aveva saputo comandare il primo tempo fino all’espulsione di Ghoulam, annullando completamente gli ospiti, per poi riuscire a controllare la situazione anche per metà ripresa, in dieci contro undici, avvicinandosi anche più dei viola al gol del vantaggio. Poi i cambi di Montella e la stanchezza degli azzurri hanno propiziato un paio di occasioni ghiotte per Matri e, nel finale, un’incertezza strategica di Reina ha favorito il gol inatteso di Joaquín: una rete che brucia, tanto più se si pensa che a propiziare il rosso a Ghoulam è stato Bakic, ovvero la scelta meno convincente di Montella, che in campo ha presentato una squadra un po’ confusionaria e confusa a centrocampo, un attacco con Gomez troppo isolato e una difesa aggressiva ma spericolata.

OSPITI SPAESATI – La Fiorentina ha visto il Napoli partire subito su ritmi alti, e piuttosto che creare densità ha concesso molti spazi, ma soprattutto ha giocato inizialmente con la difesa altissima, correndo grandi rischi. Tant’è che Higuaìn, direttamente su rinvio di Reina, già all’8′ già sparava un sinistro in porta, chiamando Neto al tuffo, e al 21′ ancora Neto doveva ripetersi sul tiro centrale di Hamšík, da ottima posizione. Fra le due azioni, al 19′ persino Cuadrado era stato chiamato a compiere una splendida diagonale difensiva, da sinistra a destra, per fermare un contropiede azzurro. Da sinistra, perché è lì che Montella ha posizionato Cuadrado a metà primo tempo, cercando di mettere in difficoltà l’anello debole Réveillère (almeno per velocità), senza in verità riuscirci troppo, perché Cuadrado doveva pensare prima di tutto a tenere a bada gli esterni offensivi azzurri. Intanto, il centrocampo viola faticava a costruire gioco e ad arginare quello dei padroni di casa, così per lunghi tratti è stato solo un monologo del Napoli.

MEZZORA DOMINATA – Benitez, dal canto suo, ha presentato una squadra con qualche ritocco per ridare freschezza dopo l’Europa League (Insigne e Callejòn di nuovo dal 1′). In difesa ha invece confermato l’ottimo Henrique, stavolta schierandolo difensore centrale destro, dove il brasiliano ha coperto le discese di Réveillère (inizialmente molto alto) e ha confermato la sua disciplina, concentrazione ed efficacia, oltre che duttilità tattica. Con un ritmo elevato, ottime trame di gioco e i giusti equilibri, per la prima mezzora il Napoli ha messo sotto la Fiorentina, sfiorando più volte il vantaggio. Intanto, la difesa mostrava i progressi desiderati, controllando con sicurezza ogni tentativo degli ospiti; a centrocampo, mentre Jorginho aiutava ad impostare la manovra andando a prendersi la palla molto indietro, Inler faceva il giusto pressing sui portatori avversari all’altezza della propria trequarti. Tutto funzionava per il meglio, finché un rimpallo non ha lanciato Bakic verso la porta (distrazione di Albiol, che ha perso tempo per dichiararsi innocente in un contrasto su Gomez), e Ghoulam è stato costretto a stenderlo, beccandosi il rosso per chiara occasione da rete (opinabile). Proprio Bakic, fino a quel punto il più evanescente dei suoi (e comunque sostituito ad inizio ripresa), è stato l’uomo-chiave, a conferma di come il match lo abbia in buona parte deciso la fortuna.

LA SVOLTA – L’espulsione ha ovviamente cambiato la situazione dello scacchiere tattico: il Napoli, in inferiorità numerica, non poteva più fare la partita, e ha affidato il possesso alla Fiorentina, puntando sul contropiede. Benitez ha dirottato Callejòn a fare il terzino, mentre Montella ha inserito Iličič per approfittare del buco difensivo lasciato da Ghoulam, e lo sloveno qualche grattacapo lo ha pure creato, ma la difesa azzurra ha continuato a reggere, anche grazie a un buon pressing a centrocampo. Anzi, fino al 60′ è stato ancora il Napoli, con due o tre ripartenze guidate da Insigne, a farsi più pericoloso. Dal 70′ Callejòn, che terzino non è, ha cominciato un po’ a soffrire Cuadrado, senza però mai perderlo di vista; ben più in affanno Réveillère, spostato a sinistra, dove Joaquín lo ha messo spesso in difficoltà nell’uno-contro-uno. Montella ha inserito anche Vargas per Roncaglia, cercando ulteriore spinta, mentre Benitez ha tenuto a lungo Callejòn a soffrire in difesa, prima di togliere Higuaìn e riciclare ancora in un’altra posizione il jolly spagnolo, stavolta come punta centrale. Con l’uscita imprevista di Mertens, appena entrato, e l’ingresso conseguente di Pandev, Callejòn è tornato nel suo ruolo, ma a sinistra, occupando di fatto la quarta posizione diversa nella stessa gara. Nel finale, il Napoli esausto sembrava controllare lo 0-0, con qualche vaga chance di segnare su calcio piazzato, ma poi è arrivata l’uscita un po’ ingenua di Reina, che ha inseguito Matri troppo lontano dalla porta favorendo la rete di testa di Joaquín.

IL BILANCIO – Gli imprevisti e le sfortune hanno penalizzato Benitez, che aveva messo in campo una squadra molto ben equilibrata. Dopo l’espulsione di Ghoulam, ambigua la scelta di lasciare Callejòn a sgroppare a destra, spompandosi nelle ripartenze e coprendo, come poteva, sulle discese di Cuadrado. Benitez avrebbe potuto ricordarsi che Behrami, un tempo, era terzino destro: pensiero che è venuto in mente al tecnico spagnolo solo nel finale. Oppure, avrebbe potuto inserire Fernandez e spostare a destra Henrique, che ha già dimostrato di saper coprire bene anche come terzino. Callejòn è rimasto a lungo dov’era perché la squadra sembrava aver trovato un suo ordine, e quando è stato spostato in attacco ha continuato a correre e pressare come un indemoniato, dimostrando che la sua riserva di benzina è inesauribile. Probabilmente avrebbe dato di più nel suo ruolo, proprio nelle ripartenze, come avrebbe anche giovato l’ingresso meno ritardato di Mertens, sventurato poi per l’immediato infortunio, perché il belga sembrava poter essere molto pericoloso nei larghi spazi concessi dai viola nonostante la superiorità numerica. Benitez ha il merito di aver risolto molte lacune della sua squadra, e di aver schierato una formazione che in parità numerica stava surclassando la Fiorentina; nel secondo tempo, ha deciso di non cambiare fidandosi del nuovo equilibrio trovato, ma a un certo punto la stanchezza dei suoi e i cambi di Montella avrebbero dovuto convincerlo a cambiare qualcosa prima degli ultimi 10′. Poi, il caso vuole che proprio in quei 10′ la Fiorentina abbia trovato la via del gol, prima solo sfiorato e fallito per demerito. Ha ragione Benitez quando dice che c’è da ben sperare se si gioca come nel primo tempo. Intanto, però, la Roma scappa.

Lorenzo Licciardi

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