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Al Napoli serve un’altra prova di resistenza

Il Napoli può farcela anche con le assenze, può acquisire fiducia dalle brillanti prove affrontate in emergenza

Ve la ricordate la resistenza del Napoli senza quasi tutti gli uomini-chiave? Ovviamente qualche danno ci fu, quel maledetto mese di dicembre con le sconfitte interne contro Atalanta, Empoli e Spezia e il successo a San Siro come unica gioia. Il Napoli, però, si è fatto forte nelle difficoltà, quando in condizioni difficilissime ha strappato un pareggio fondamentale a Torino contro la Juventus, nella vittoria di San Siro o in quel gennaio con 10 punti in quattro partite mentre si giocava la Coppa d’Africa.

C’è da fare un’altra resistenza, il Napoli andrà a Bergamo nella più complessa delle otto storie da scrivere con tre assenze pesanti: Di Lorenzo, Rrahmani e Osimhen. Il terzino destro azzurro, che per continuità e livello di prestazioni è il migliore giocatore della stagione, mancherà sicuramente almeno nella gara contro la Fiorentina, si spera di recuperarlo per Napoli-Roma.

Su Anguissa non dovrebbero esserci problemi per Atalanta-Napoli, il centrocampista camerunense ha terminato la gara contro l’Udinese con un affaticamento ai flessori e ha condiviso con lo staff medico del Napoli e della sua Nazionale di evitare rischi con i viaggi e altre due gare fondamentali in chiave Mondiale per il suo Camerun.

Il giallo ad Osimhen non c’era, tocca il pallone con il braccio in appoggio mentre era in scivolata e prima devia il tiro con il tallone. È un errore dell’arbitro di campo e quindi ci può stare a differenza di quando sbaglia il Var con quattordici inquadrature a disposizione, come accaduto per il rigore su Belotti in Torino-Inter e quello su Osimhen in Napoli-Milan. Il Napoli continua nella sua strategia del profilo basso, scelta che non funziona come dimostra, invece, l’attenzione ottenuta dal Milan dopo lo sfogo di Maldini.

La mossa Mertens e la svolta contro l’Udinese

Contro l’Udinese il Napoli ha ritrovato la forza di vincere in rimonta, non accadeva da Fiorentina-Napoli del 3 ottobre. Nel primo tempo l’Udinese ha imbrigliato il Napoli, Cioffi avrà preso spunto da Pioli alzando il baricentro di qualche metro rispetto al solito e schermando i centrocampisti nello sviluppo del gioco, su tutti Lobotka. Fabian Ruiz, che convive con la pubalgia da alcuni mesi, sembrava con il motore scarico e, infatti, la migliore occasione del primo tempo è arrivata con un lancio a scavalcare la linea di Koulibaly per Insigne. La mossa Mertens ha cambiato la partita, il Napoli è diventato più verticale, ha mandato in tilt la fase di non possesso dell’Udinese. È anche una questione di energia, lo scugnizzo di Lovanio anche con l’atteggiamento senza palla ha caricato la squadra e sono saliti tutti in cattedra.

Insigne dialogava meglio con lui, Osimhen si sentiva più libero rispetto al primo tempo quando i tre centrali dell’Udinese lo asfissiavano e la catena di destra è tornata a macinare gioco, come dimostra l’azione del secondo gol.

Un altro aspetto importante è che finalmente al Maradona si è respirata di nuovo l’atmosfera da fattore campo con il tifo che non ha mollato dopo il gol di Deulofeu e lo sviluppo di un’empatia evidente tra squadra e pubblico.

Il Napoli deve guardare al suo percorso per acquisire autostima e fiducia in vista della partita contro l’Atalanta, ripensare alle grandi sfide giocate brillantemente contro le big nonostante le assenze: il 4-0 alla Lazio, il successo a Milano e il pareggio di Torino contro la Juventus.

La resistenza di Bergamo pensando alle brillanti prove del passato in emergenza

L’Atalanta non è la macchina da gol degli anni scorsi, l’assenza prolungata di Zapata è stata pesantissima anche perché è calato il rendimento di Muriel. La squadra di Gasperini ha segnato venti gol in meno in campionato rispetto alla scorsa stagione ma ne ha anche incassato sette in meno perché ha cercato di rimediare alle difficoltà offensive migliorando la fase di non possesso. La formazione bergamasca ha il settimo attacco del campionato, il Napoli il sesto.

Il Napoli, in vista delle ultime otto gare che possono valere un sogno incredibile, deve migliorare a livello offensivo, ha soltanto il sesto attacco del campionato con dodici gol in meno dello scorso campionato. La dipendenza da Osimhen è evidente, Victor è rientrato dal primo minuto a Venezia il 6 febbraio scorso e ha segnato sei degli ultimi dieci gol del Napoli in campionato, si è procurato un rigore e doveva essere assegnato un altro contro il Milan.

A Bergamo Victor non ci sarà e da quella gara dovranno salire in cattedra tutti gli altri: Mertens e gli esterni offensivi Politano, Insigne e Lozano che hanno segnato troppo poco.

Ciro Troise

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