Nei principi del diritto c’è la gerarchia delle fonti che sancisce che una norma contenuta in una fonte di grado inferiore non può contrastare un’altra che risiede in quella di grado superiore. La maggiore applicazione tattica, le caratteristiche di Demme, che ha un passo più rapido rispetto a Fabian e riesce a coprire meglio il campo, l’organizzazione con cui il Napoli scalava nel 4-5-1 in fase di non possesso con Bakayoko davanti alla difesa, in zona Ribery e Demme e Zielinski che schermavano le linee di passaggio per Amrabat e Castrovilli. Tutte osservazioni giuste, ammirevoli considerazioni calcistiche ma appartengono alle fonti di grado inferiore. La regola principale, la chiave della goleada del Napoli, è la dura legge del gol, per dirla alla Max Pezzali. Il Napoli ha la peggiore percentuale realizzativa stagionale tra le big, ha segnato 40 gol con 430 tiri (il 9,3%), in questa classifica è nono in compagnia del Sassuolo, addirittura anche Torino e Sampdoria hanno un dato più confortante. Contro la Fiorentina il Napoli ha segnato sei gol con sette tiri in porta, ribaltando, quindi, l’inerzia stagionale che contro lo Spezia, l’unico scivolone da quando è iniziato il 2021, ha espresso la sua fotografia più esasperata. Il Napoli meritava di più anche contro il Sassuolo, il Milan e soprattutto l’Inter ma la sfida contro lo Spezia è entrata nella Storia per la beffa nel rapporto tra l’evoluzione della partita sul campo e il risultato.
Non c’è mai stato un problema di gioco
Non c’è mai stato un problema di gioco, il Napoli ha sbagliato l’approccio in qualche primo tempo come nelle sfide contro la Sampdoria e il Rijeka in trasferta e completamente due partite contro Lazio e Torino nel momento più difficile, in cui non è riuscito a reagire nel modo giusto alle tante difficoltà patite: dagli infortuni di Mertens e Koulibaly alle condizioni di Gattuso, oltre all’assenza di Osimhen da più di due mesi.
Il Napoli ha sempre provato a fare la partita, talvolta è riuscito a far circolare il pallone più velocemente, altre volte meno per la condizione degli uomini-chiave, la difficoltà di Fabian Ruiz ad adattarsi nel ruolo di costruttore di gioco soprattutto quando la squadra non è al meglio, il valore delle prestazioni degli avversari.
Il Napoli non è mai parso senza equilibrio in campo, infatti ha la miglior difesa del campionato e in Europa League soltanto Dinamo Zagabria, Granada e Hoffenheim hanno incassato meno reti. Gli azzurri hanno concesso troppo campo agli avversari soltanto nelle ultime due partite prima della Fiorentina, contro l’Udinese e l’Empoli. L’interpretazione è differente, nella prima c’era la mazzata subita dallo Spezia ancora nella testa, in Coppa Italia ha inciso anche il turn-over oltre alla spensieratezza e al gioco proposto dall’Empoli.
Si vince e si perde di squadra ma la sensazione che gli attaccanti determineranno il futuro di questa stagione del Napoli ancora tutta aperta, perciò è fondamentale la gestione del recupero di Mertens e il ritorno di Osimhen. Per la Supercoppa, infatti, le preoccupazioni e i dubbi sono proprio sul centravanti, bisogna verificare le condizioni di Petagna e capire cosa può dare Mertens che non è ancora al massimo della forma. Non bisogna illudersi che la Juve ripeta la pessima esibizione di Milano, Gattuso ne è sicuramente consapevole.
Ciro Troise
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