“Higuain ci ha tolto molte castagne dal fuoco”, rivelava Maurizio Sarri in una delle prime conferenze stampa della stagione. Quando il Napoli ha iniziato ad ingranare, molti hanno dimenticato il peso specifico di quell’affermazione. Gli azzurri nella scorsa stagione hanno espresso un gioco fantastico per tante partite ma colui che ha regalato il surplus al valore dell’organico a disposizione di Sarri è stato il Pipita. Il Napoli senza Champions, con una rosa incompleta, ha potuto dar fastidio alla Juventus grazie all’exploit di Higuain che spesso ha risolto partite complicate, basta ricordare la sfida interna contro il Genoa. Il Napoli viaggia a -5 nella classifica comparata con un anno fa, ha perso una gara in più e ha portato a casa un pareggio in più rispetto allo stesso punto dello scorso campionato.
Cinque punti in più consentirebbero al Napoli di essere davanti alla Roma, di tenere a distanza di sicurezza l’Inter e di essere ad un virtuale -1 dalla Juventus, che dovrà recuperare la trasferta di Crotone. I sei pareggi collezionati contro squadre che in classifica sono alle spalle del Napoli rivelano la grande difficoltà ad aggiudicarsi le partite in cui non basta il gioco ma c’è bisogno della zampata del campione per spezzare l’equilibrio e spesso rimediare anche agli errori difensivi commessi. Su sei pareggi, solo a Genova il Napoli non è riuscito a far gol, nelle altre cinque sfide i ragazzi di Sarri non hanno portato a casa la vittoria pur segnando almeno un gol.
Sono ben sei i gol subiti in più rispetto alla scorsa stagione, le assenze prolungate di Albiol e Koulibaly in diversi frangenti del campionato, le energie fisiche e mentali spese in Champions League possono rappresentare le cause della differenza della tenuta difensiva rispetto ad un anno fa.
Il Napoli ha portato a casa solo sette “clean-sheet” in ventidue gare di campionato, considerando anche Champions League e Coppa Italia solo in nove delle trenta partite disputate gli azzurri hanno tenuto la porta inviolata.
Il dato del miglior attacco del campionato è mistificante se pensiamo che possa essere sufficiente per dimenticare Higuain e Milik, fermo dall’8 Ottobre scorso. I 48 gol realizzati nascondono il peso delle due cinquine inflitte a Cagliari e Torino e anche il numero di reti segnate resta inferiore alla ventiduesima giornata di un anno fa, Higuain e compagni, dopo il 5-1 all’Empoli, erano giunti a quota 50.
Considerando la perdita di Higuain e l’infortunio di Milik, il cammino del Napoli sui tre fronti finora è soddisfacente ma qualche errore difensivo e l’assenza di campioni che spezzano l’equilibrio nelle partite complicate, come quella contro il Palermo, tengono lontano gli azzurri dal salto di qualità.
Pavoletti non trasmette le garanzie necessarie per trascinare l’attacco azzurro, contro il Palermo ha messo in mostra addirittura un passo indietro rispetto alla partita contro la Fiorentina. L’ex Genoa in trentadue minuti ha toccato solo sette palloni, aumentando il minutaggio a sua disposizione naturalmente migliorerà sotto il profilo atletico ed entrerà in armonia più spiccata con la squadra ma è evidente che in questa sessione di mercato bisognava mettere a disposizione di Sarri un attaccante già pronto in attesa del rientro di Milik.
Appellarsi solo alla sfortuna riguardo al pareggio contro il Palermo rappresenta un esercizio stucchevole e goffo per nascondere la realtà e rinviare le analisi dei problemi. C’è da interrogarsi in maniera seria sull’approccio molle e distratto, sulle continue disattenzioni difensive soprattutto quando la linea è aggirata con precisi cross dalla trequarti come quello di Rispoli ieri, di Gazzola per Defrel contro il Sassuolo o di Bernardeschi per Zarate nel 3-3 di Firenze, sulla scarsa lucidità degli attaccanti del Napoli che su diciannove tiri complessivi riescono a buttarla dentro solo una volta grazie alla “papera” di Posavec. Sarri può aiutare la squadra crescendo il livello di duttilità per renderla più imprevedibile, il campanello d’allarme era suonato già nei primi tempi delle sfide contro Sampdoria, Spezia e Pescara. Il cambio di modulo ieri è stato giusto ma andava fatto prima, avendo notato le profonde difficoltà degli azzurri nel superare il muro posto dal Palermo a difesa della porta di Posavec. Gabbiadini da seconda punta al fianco di Pavoletti o da esterno alto poteva essere d’aiuto, è stato tenuto ai box perché con la testa è altrove? Resteremo con questo dubbio che nessuno ha chiarito in maniera esaustiva.
Ciro Troise
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