L’Italia non ha mai risolto la sua questione meridionale, il calcio non ha mai corretto in maniera seria la questione arbitrale. Partiamo subito con un equivoco da chiarire: Mazzoleni non è il killer delle squadre del Sud, Vigorito a caldo va compreso ma quest’argomento è debole e si sottopone alla strumentalizzazione di chi vuole insabbiare le giuste rimostranze poste dal presidente del Benevento. Quattro anni dopo, con tanti episodi scottanti, possiamo dire che neanche la Var ha corretto la questione arbitrale.
Sgombriamo il campo da ogni dubbio, viva sempre la tecnologia che ha corretto tantissimi disastri arbitrali. Mi viene in mente proprio Mazzoleni che nella maledetta gara di Firenze del 2018, senza il supporto video, aveva assegnato un rigore per il fallo fuori area di Koulibaly su Simeone. È sempre meglio che affidarsi solo all’occhio umano ma sono ancora troppe le domande senza risposta.
Un protocollo senza uniformità è un’emergenza
Sento già il rumore di quelli bravi a cantare in coro: “Il Benevento ha le sue colpe, ha sprecato il vantaggio nel girone di ritorno, il Cagliari merita per la rincorsa che ha fatto” oppure “Non parliamo solo dell’episodio” ma l’oscar dell’ipocrisia va sempre al concetto per cui gli errori a fine stagione si compensano. Una sciocchezza che equivale a quando si dice che non ci sono più le mezze stagioni.
Frasi da bar, demagogia di regime che si sentiva anche prima che scoppiasse Calciopoli. Cosa è cambiato dopo 15 anni? Un restyling dei dirigenti ma è incredibile che, dopo le sentenze che confermavano le pressioni sulle designazioni arbitrali, ci sia ancora una persona, un essere umano a decidere.
Nei tempi in cui anche il Verona riusciva a vincere lo scudetto, c’era il sorteggio integrale. Come si fa a mandare Mazzoleni al Var per una partita del Cagliari dopo quanto accaduto al Maradona con il gol annullato ad Osimhen? L’ha spiegato magistralmente Inzaghi: “È stato messo in difficoltà, qualsiasi scelta avrebbe generato polemiche”
Veniamo al dunque: se dopo quattro stagioni, il protocollo Var viene utilizzato secondo le idee dell’arbitro al monitor senza uniformità, stiamo vivendo un’emergenza.
Una domanda per Rizzoli: qual è la linea sui “contatti lievi”?
Domenica 2 maggio al Maradona giustamente Mazzoleni non poteva intervenire sull’errore di Fabbri che ha annullato il gol di Osimhen, una settimana dopo sul contatto in area di rigore tra Asamoah e Viola si chiama l’on field review. Siamo anche stanchi della filosofia dei salotti televisivi, citando Vigorito. L’esterno sinistro del Cagliari aggancia Viola che sta entrando in area di rigore, è penalty per dirla all’inglese. I discorsi sulla gamba che si trascina o cose simili vanno sintetizzati con la storica frase di Fantozzi sulla corazzata Potemkin.
Il punto non è neanche solo questo: qual è la linea? Sui “contatti lievi” si va al Var come in Milan-Napoli o Benevento-Cagliari o non si ricorre all’on field review annullando un gol regolare come accaduto in Napoli-Cagliari? La confusione è soprattutto una responsabilità di Rizzoli che, dai tempi del confronto con Ancelotti, ha cambiato più volte metro interpretativo sul ricorso al Var. È passato dal “comanda sempre l’arbitro di campo” (a Benevento e durante Milan-Napoli Mazzoleni ha fatto invasione nella sfera di responsabilità altrui) a “Bisogna andare al Var per ogni episodio dubbio”.
Attendo con ansia le designazioni di oggi per il turno infrasettimanale, la prima delusione è arrivata la scorsa settimana quando Fabbri non è stato fermato, ha diretto Salernitana-Empoli venerdì e oggi sarà il fischietto di Pordenone-Cosenza. Non basta mandarlo in B, chi sbaglia va bloccato, così come bisognerebbe fare con Mazzoleni dopo il disastro di Benevento.
La passione di Benevento va tutelata, altro che Superlega
I fondatori della Superlega ci hanno raccontato che il calcio su scala globale vive un calo d’interesse, per il pubblico giovanile ci sono rivali come Fortnite o Call of Duty. Per carità sono dati riscontrabili, oggettivi, il problema c’è ma la passione va tutelata anche su scala nazionale.
A Napoli la direzione di Orsato su Pjanic ha creato una spaccatura di credibilità tra tanti appassionati e il calcio, ci sono tanti tifosi che, dopo l’abbandono di Mediaset Premium, non hanno più fatto l’abbonamento televisivo. Un argomento che diventa attuale quando fra pochi mesi ci sarà una trasformazione nella fruizione con i diritti a Dazn.
A qualcuno interessa tutto ciò o conta solo prendere qualche milione in più dalla tv? Una piazza in cui sono cresciuti entusiasmo e passione come Benevento grazie a Vigorito merita di essere rispettata?
In attesa di conquistare l’adolescente che a Singapore sta giocando a Fortnite, vediamo di non perdere anche chi per passione investe da anni una parte dei propri sacrifici quotidiani per foraggiare l’industria. L’errore esiste e non può essere cancellato ma la confusione non è più perdonabile. Siamo in emergenza, intervenite subito!
Ciro Troise
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