Sabato sera è arrivata la prima vittoria “sporca” del Napoli di Sarri, un successo conquistato al 95’ acquisito senza dominare l’avversario proponendo il gioco piacevole solitamente offerto dagli azzurri. Una vittoria sofferta, acquisita all’ultimo respiro e favorita anche da una discutibile decisione dell’arbitro Di Bello riguardo all’espulsione di Silvestre.
Il secondo tempo di Firenze e l’inquietante prima frazione di gioco contro la Sampdoria destano qualche preoccupazione. Non c’è nessun dramma, sia chiaro, ma entrambe le sfide devono far riflettere.
C’è un “fil rouge” che unisce queste due partite e in un certo senso anche gli orrori commessi contro il Torino: una vistosa perdita delle certezze soprattutto a livello difensivo, sia in copertura che nella costruzione dell’azione.
Il Napoli è una macchina che esprime a memoria il suo calcio, una squadra dall’identità solida, che fa fatica ad adattarsi alle novità e che soprattutto imposta i suoi automatismi sulle certezze costruite con la capacità di ripetere in velocità il proprio sviluppo di gioco.
L’assenza di Koulibaly non è assolutamente indolore, in un meccanismo tattico che fa della linea alta e della capacità di stare corti e compatti a partire proprio dall’atteggiamento della difesa non avere il senegalese toglie tanto in rapidità nella copertura della linea, nell’uno contro uno e nella tenuta del baricentro alto, fondamentale per fermare la proposta di gioco degli avversari e ripartire. Contro la Sampdoria si è aggiunta anche la squalifica di Albiol, di cui Sarri tollera anche qualche errore difensivo per la straordinaria qualità espressa nella fase d’inizio dell’azione, d’impostazione della manovra.
La crescita della mentalità del gruppo passa anche per lo sforzo dell’allenatore nell’impostare gli automatismi del suo gioco anche alle novità visto il complessivo miglioramento dell’organico in termini di valore relativo rispetto alla scorsa stagione.
Contro Inter, Benfica e Cagliari il Napoli ha incassato una sola rete, senza Koulibaly contro Torino, Fiorentina e Sampdoria gli azzurri hanno subito sette gol. Davanti a questi dati, è evidente che si tratta di una perdita importante a prescindere dal grande valore di giocatori come Chiriches, Tonelli e Maksimovic. La partita contro la Sampdoria ha, però, delle motivazioni specifiche che hanno generato il primo tempo abulico dei ragazzi di Sarri.
Le condizioni del terreno di gioco che ha sofferto il gelo di questi giorni e i duri carichi di lavoro imposti alla ripresa degli allenamenti da Sarri, probabilmente preoccupato dagli effetti delle vacanze natalizie sulla condizione atletica dei suoi ragazzi, hanno tolto brillantezza al Napoli.
Un aspetto molto positivo è arrivato nella ripresa perché il Napoli è stato capace d’adattarsi velocemente al cambio modulo, al 4-2-3-1 e al tipo di partita creatasi dopo l’espulsione di Silvestre: un assalto alla porta di Puggioni con il compito di non lasciare spazio alle ripartenze di Muriel, pericoloso in una sola occasione. Bisogna ripartire da questa considerazione per acquisire maggiore flessibilità tattica, migliorare nella capacità di portare a casa le vittorie anche quando non si è brillanti. Questa caratteristica va coltivata anche in allenamento prevedendo delle situazioni diverse dal canovaccio solito per rendere la squadra più duttile nell’interpretazione delle varie fasi della partita. Allo stesso tempo contro Spezia e Pescara bisogna far scomparire il Napoli impreciso, distratto, imballato nelle gambe della prima frazione di gioco contro la Sampdoria. La corsa per posizionarsi alle spalle della Juventus è aperta a tante pretendenti: la Roma sta dimostrando maturità e non vanno assolutamente sottovalutate le qualità di Inter, Milan e Lazio, che non hanno l’estenuante impegno delle coppe europee e possono concentrarsi solo sul campionato.
Il Real Madrid è lontano e non deve entrare nell’anima multipla dello spogliatoio prima del 15 Febbraio, ora bisogna tenere le mani sul manubrio e pedalare per conquistare la qualificazione in Champions League anche per la prossima stagione.
Ciro Troise
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