Lo immaginiamo a scandire il passare dei minuti con l’orologio, con l’entusiasmo di un debuttante pensando alla sfida contro l’Atalanta di sabato pomeriggio. Il destino ha messo Mazzarri contro Gasperini, un incrocio che è pieno d’intrecci: dal derby vinto dalla Sampdoria di Walter nel 2008 e le prime scaramucce con Gasp a Torino-Atalanta 0-7 di gennaio 2020.
In uno degli incroci più significativi c’è anche il Napoli in mezzo, riguarda lo storico mancato arrivo di Gasperini nel 2011, quando sembrava ad un passo l’accordo con De Laurentiis. Mazzarri era reduce dalla prima qualificazione in Champions League del Napoli dai tempi di Maradona, durante l’annata aveva spedito dei messaggi neanche tanto subliminali a Marotta che guidava la Juventus dopo gli anni trascorsi insieme alla Sampdoria. Tanto rumore per nulla, Mazzarri riuscì a raggiungere l’accordo con De Laurentiis e Gasperini, già pronto a tuffarsi nell’avventura napoletana, dovette rinunciare. Da quest’intesa venne fuori un altro biennio straordinario di Walter al Napoli con la Coppa Italia, gli ottavi di finale di Champions League e un altro secondo posto dietro la Juventus di Conte.
C’è una settimana tutta da vivere per Mazzarri: Olivera squalificato con l’Uruguay rientrerà prima, domani dovrebbe essere a Castel Volturno, vanno monitorate le condizioni di Zielinski che non ha giocato le due gare con la Polonia per una forte influenza e poi c’è il nodo Osimhen. Tra mercoledì e giovedì Victor dovrebbe rientrare in gruppo, farà la riatletizzazione, monitorerà scatti, cambi di direzione, in generale il livello di condizione atletica per capire che tipo di risorsa può essere. Non solo bisognerà valutare se potrà essere convocato per la trasferta di Bergamo come sembra ma anche se è opportuno farlo giocare dal primo minuto o a gara in corso.
Mancherà Meret, tra i pali ci sarà Gollini, nel mese e mezzo in cui Mario Rui non sarà a disposizione Juan Jesus rappresenterà la principale alternativa ad Olivera.
La mappa concettuale è il 4-3-3 di Spalletti, Mazzarri alla squadra ha parlato anche di intensità e cattiveria. Avrà sicuramente visto la prestazione dell’Italia contro la Macedonia del Nord, un’ottima gara di Barella e compagni.
Il primo tempo è stato straordinario, poi un calo c’è stato, le distanze si sono un po’ perse, la squadra si è allungata. Cosa significa tutto ciò? Fare il calcio che Spalletti ha portato a Napoli è complicato, con la difesa alta, il pressing e la riaggressione feroce. Devono funzionare gli automatismi, il Napoli soprattutto senza Kim deve interiorizzare la tenuta del campo non appoggiandosi su un centrale che rappresentava una certezza nella conquista della seconda palla. Tutto passa anche per il livello di condizione atletica, un’altra sfida complessa della settimana di Mazzarri e del suo staff.
La sosta delle Nazionali finora sta restituendo tanti giocatori in ottime condizioni: Kvaratskhelia ha segnato tre gol in due partite, Raspadori è andato a segno con la Nazionale di Spalletti, Lobotka ha strappato la qualificazione all’Europeo ed è rimasto in panchina nella seconda gara, Olivera ha partecipato alla storica vittoria dell’Uruguay alla Bombonera contro l’Argentina, Cajuste e Ostigard hanno accumulato minutaggio nelle due gare disputate con la Svezia e la Norvegia.
Inizia la settimana di Mazzarri che con il suo staff e la conoscenza dell’ambiente dovrà anche coprire il vuoto lasciato da Cristiano Giuntoli, che rappresenta il peccato originale di questa stagione. È stata annullata la struttura manageriale che ha portato allo scudetto, un tema che si aprirà anche in vista della prossima stagione, anche per la scelta dell’eventuale allenatore post Mazzarri. Del domani non c’è certezza, ora tocca a Walter tenere il Napoli ad alti livelli, sta iniziando la sua settimana, quella del ritorno in campo.
Ciro Troise
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