«La vis insita, o forza innata della materia, è il potere di resistere attraverso il quale ogni corpo, in qualunque condizione si trovi, si sforza di perseverare nel suo stato corrente, sia esso di quiete o di moto lungo una linea retta. Questa forza è proporzionale alla forza che si esercita sul corpo stesso e non differisce affatto dall’inattività della massa, ma nella nostra maniera di concepirla. Un corpo, dall’inattività della materia, è tolto non senza difficoltà dal suo stato di moto o quiete. Dato ciò questa vis insita potrebbe essere chiamata in modo più significativo vis inertiae, o forza di inattività. Ma un corpo esercita questa forza solo quando un’altra forza, impressa su di esso, cerca di cambiare la sua condizione [di moto o di quiete, NdT]; e l’esercizio di questa forza può essere considerato sia resistenza che impulso; è resistenza quando il corpo, cercando di mantenere il suo stato attuale, si oppone alla forza impressa; è impulso quando il corpo, non dando libero corso alla forza impressa da un altro cerca di cambiare lo stato di quest’ultimo. La resistenza è solitamente ascritta ai corpi in quiete e l’impulso a quelli in moto; ma moto e quiete, come vengono intesi comunemente, sono solo relativamente distinti; e d’altronde, quei corpi che comunemente sono considerati in quiete non lo sono sempre realmente».
Il Napoli vittorioso a Verona, il tweet di Reina, l’abbraccio tra Insigne e Mertens, due compagni che hanno esercitato a lungo nel corso degli ultimi anni il ruolo di antagonisti per la conquista di una maglia da titolare, ci ha condotto con il pensiero ai principi della dinamica, ad Isaac Newton.
Il Napoli del “Bentegodi” ha fatto resistenza alla forza imposta da De Laurentiis che al Bernabeu ha scaricato la sua rabbia post-partita sul lavoro di Sarri, richiedendo la valorizzazione dei suoi gioielli dopo una prova di grande dignità contro i campioni d’Europa e del mondo. Non bastano Zielinski e Diawara, bisogna lavorare per la cura del patrimonio aziendale anche con Rog, Pavoletti e Maksimovic, tanto il peso specifico della qualità tecnica è relativo, ciò che fa la differenza è la “cazzimma”; la sintesi del discorso del patron potrebbe essere contenuta in queste affermazioni.
La squadra si sente pungolata nell’orgoglio, la reazione di Reina e Mertens ai microfoni di altre emittenti nel post-partita lo dimostra e si stringe attorno a Sarri, il “leader quotidiano”, il condottiero che governa tutti i giorni il “magma” dello spogliatoio, guida il lavoro tenuto al centro sportivo di Castelvolturno costruendo questa “macchina” che ha raccolto estimatori in tutta Europa.
Il presidente De Laurentiis, già alle prese con alcuni conflitti relativi ai rinnovi, come dimostrano le controversie di Ghoulam, Insigne e Mertens, ha perso credibilità e stima all’interno dello spogliatoio che non ha gradito le eccessive critiche nel post-partita di Real Madrid-Napoli.
L’attacco del patron può generare degli effetti positivi, può scatenare la “forza innata della materia” che facendo resistenza riesce a potenziare il proprio rendimento, ad alimentare la carica nervosa, a trovare ulteriori motivazioni utili per fronteggiare cali di natura psicofisica, come quello avvenuto a Verona, che ha portato prima al gol di Meggiorini e poi ad alcune occasioni costruite dalla formazione di Maran.
Tocca a Sarri sfruttare il clima d’unità creatosi con la squadra, la tensione emotiva per reggere al meglio il “ciclo terribile” che opporrà gli azzurri in dodici giorni all’Atalanta e al Real Madrid, alla Roma e alla Juventus in trasferta.
L’infortunio di Allan elimina un’alternativa importante a centrocampo, Rog e Giaccherini devono essere coinvolti, è impossibile pensare che Zielinski possa giocarle tutte e quattro ad altissima intensità. Diawara ha messo in mostra tutto il suo potenziale all’esordio allo Juventus Stadium, un palcoscenico ideale anche per far giocare Rog dal primo minuto.
Il croato ha sempre dato un contributo quando è stato chiamato in causa, ha il mix giusto di qualità tecnica e gamba per lavorare sulla catena di destra con Callejon, la spalla ideale per accelerare il processo di comprensione delle consegne tattiche di Sarri.
E’ il momento decisivo della stagione, servono spavalderia, brillantezza e serenità per esprimersi al meglio su tutti e tre i fronti. Un anno fa il “Febbraio nero” fu amaro per gli azzurri, con l’eliminazione in Europa League rimediata contro il Villarreal, la sconfitta di Torino e i pareggi contro Fiorentina e Milan. La lezione deve essere utile, stavolta non si stecchi sul più bello.
Ciro Troise
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