Proviamo a parlare di nuovo di calcio, dopo il grande spavento legato al malore di Edoardo Bove in Fiorentina-Inter. Una domanda sulla crescita della frequenza di questi episodi stamattina me la faccio: negli ultimi tre anni ricordiamo Eriksen, Ndicka e Bove. Si tratta di un pensiero su cui dovrebbero riflettere i medici sportivi in primis e poi la comunità del pallone. A noi tocca scrivere di calcio e pensare al rendimento del Napoli capolista.
Dalla grande bellezza alla grande concretezza, è il salto ideale che il Napoli ha fatto dai suoi anni più intensi, non solo quelli dello scudetto di Spalletti ma anche del triennio di Sarri, alla ricostruzione che Conte sta portando avanti dopo le macerie del decimo posto. La grande concretezza, però, sta diventando anche più bella. Non vi fate ingannare dagli 1-0, il Napoli prima contro la Roma e ancora di più a Torino ha dato segnali di crescita a livello offensivo attraverso il lavoro. Ha ragione Conte quando dice che soltanto Milinkovic Savic ha negato al Napoli di mettere in cassaforte la partita.
Gli azzurri hanno creato otto palle-gol, grazie anche al coraggio del Torino di giocare provando a far male e non chiudendosi il Napoli ha fatto la partita cercando anche altre strategie alla ricerca di Lukaku spalle alla porta. Ha saputo isolare gli esterni nell’uno contro uno, sia Politano da una parte che Kvaratskhelia dall’altra. Il talento georgiano ha determinato le ammonizioni di Pedersen e Walukiewicz e realizzato l’assist per il gol di McTominay, Politano realizza il cross per il colpo di testa di Olivera parato da Milinkovic Savic. La soluzione dei traversoni dagli esterni sta diventando più frequente, non è un caso che Politano sia terzo nella classifica dei cross in serie A dietro Aaron Martin del Genoa e Dimarco dell’Inter.
Si sono riequilibrati anche i flussi di gioco, il Napoli ha attaccato tanto anche a sinistra creando una catena sull’asse Olivera-McTominay-Kvaratskhelia. Il secondo e il terzo giocatore per tocchi del pallone nell’area avversaria (Lukaku è il primo) sono Kvaratskhelia e Di Lorenzo. Un segnale della crescita nel riempire l’area avversaria e nel riequilibrio delle zone d’attacco.
Il Napoli ha sviluppato delle azioni per il 40% sul lato destro, per il 29% a sinistra, nelle altre gare la distanza era più ampia. Politano fornisce più ampiezza, Kvara, invece, ha riproposto con maggiore frequenza il movimento a venire dentro al campo che apparteneva di più al Napoli versione 3-4-2-1 delle prime quattro giornate di campionato. Il percorso è quello giusto, dopo aver messo a posto la fase di non possesso fermando l’emorragia dei 48 gol subiti nella scorsa stagione il Napoli sta crescendo anche nella proposta offensiva. In questo modo arriveranno anche più reti perché il Napoli con sette reti nelle ultime sette gare ha portato a casa 16 punti su 21, cadendo soltanto contro l’Atalanta e ottenendo un pareggio prezioso a San Siro contro l’Inter. Un dato clamoroso dovuto alla solidità difensiva, nelle stesse sette gare il Napoli ha subito solo quattro gol, ha la quarta difesa dopo Juventus, Liverpool e Atletico Madrid. Un altro step da fare è avere meno paura quando si va in vantaggio, sia contro la Roma che contro il Torino il Napoli ha sofferto più nei dieci minuti dopo il gol che in tutta la gara. Basta pensare alla clamorosa occasione fallita da Coco poco dopo il gol di McTominay. È una questione di crescita mentale, il Napoli ha trovato certezze nell’abbassarsi, sapendo che può rendersi pericoloso anche partendo qualche metro più dietro ma è una medaglia a due facce che aumenta i rischi. Sarà interessante capire se Conte insisterà su quest’aspetto all’interno dello spogliatoio per costruire una squadra che abbia l’attitudine e la mentalità di infliggere un altro colpo all’avversario piuttosto che subirne la reazione.
Giovedì c’è la Coppa Italia, un’occasione importante in una stagione senza le competizioni europee. Contro il Palermo Conte ne cambiò dieci, non sarà così in quest’occasione perché affrontare la Lazio all’Olimpico non è come giocare contro i rosanero al Maradona. Qualche rotazione ci sarà, scalpitano Raspadori e Neres su tutti. Se il Napoli dovesse passare il turno, troverebbe la vincente di Inter-Udinese in programma il 19 dicembre. Il calcio è strano e sorprende i pronostici ma l’ipotesi di tornare a San Siro dopo l’1-1 del campionato stuzzica sicuramente Antonio Conte.
Ciro Troise
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