La settimana-tipo per inseguire il sogno. Siamo in periodo di campagna elettorale e il claim della battaglia di Maurizio Sarri potrebbe recitare questo concetto. L’eliminazione dalle Coppe ha prodotto delusione, brucia ma permette all’allenatore del Napoli di continuare il proprio cammino in campionato sulla scia di quanto si sta producendo dalla svolta realizzata a metà settembre. Il Napoli gira alla ventottesima giornata a quattordici punti in più rispetto alla scorsa stagione, mantiene cinque punti di vantaggio sulla Roma delle sette vittorie consecutive e solo tre di distacco dalla Juventus che ha vinto diciassette partite nelle ultime diciotto di campionato. Sarri sta esprimendo questo cammino meraviglioso seguendo alcuni concetti fondamentali: la qualità del gioco e la compattezza del gruppo. Il Napoli non punta all’efficacia, non valorizza il valore dei singoli gestendoli in virtù dello schieramento degli avversari ma impone una sua filosofia di calcio che chiede un grande dispendio di energie basandosi su intensità, compattezza e partecipazione costante di tutti ad entrambe le fasi. La Juventus è solida, chiude gli spazi agli avversari ed esprime la certezza di trovare prima o poi la giocata giusta, il Napoli deve convivere con l’obbligo di giocare bene per vincere e continua a macinare molte più palle-gol rispetto a quelle che concretizza.
Uno dei dubbi estivi sulla figura di Maurizio Sarri era legato alla disponibilità del gruppo, al rischio che giocatori più affermati in termini di curriculum dell’ex allenatore dell’Empoli potessero non seguire le sue richieste. Queste preoccupazioni sono state ampiamente smentite perché Sarri ha scelto la compattezza del gruppo come una priorità assoluta. La scena è stata consegnata ai leader della squadra a cui Sarri ha assegnato il compito di aiutarlo nella gestione dell’organico. La fiducia costante, ossessiva ai titolarissimi in campionato ha rappresentato la strada seguita per dare certezze tattiche e concettuali alla squadra che, infatti, ha imparato a declinare a memoria in campo le indicazioni del proprio allenatore.
La sfida post-Coppe è, però, tenere sulla corda e far sentire dentro il progetto anche le alternative. Aver schierato David Lopez sabato sera al posto di Allan risponde proprio a questa logica ma c’è una scelta che più di tutte spiega la “via maestra” proposta da Sarri. Mertens è apparso in crescita negli spezzoni di gara disputati nell’ultimo periodo, sarebbe importante anche trovare una soluzione per far avvertire maggiore fiducia anche a Manolo Gabbiadini. La valorizzazione del lavoro della società portava all’esordio di Grassi che sul 3-1 poteva provare l’emozione del San Paolo prendendo il posto di Hamsik e iniziando così a prendere confidenza con il campo e il gioco offerto dagli azzurri. Sarri ha invece scelto Chalobah per dare fiducia e carica agonistica ad un ragazzo recentemente scosso da una tragedia familiare, per fargli sentire la vicinanza dell’intera squadra. Gli allenatori “manager” avrebbero dato priorità all’investimento realizzato dal club rispetto ad un giocatore in prestito ma Sarri sta costruendo quest’annata puntando sul presente e non sulla prospettiva, come dimostrano le sue parole su Alberto Grassi dopo Napoli-Milan: “Non mi sembra corretto appesantire di responsabilità un giocatore che otto mesi fa era ancora in Primavera, ha solo dodici presenze in Serie A, sta recuperando la migliore condizione fisica e poi potrà tirar fuori le sue qualità in prospettiva. Non dimentichiamoci che venticinque giorni fa ha subito un’operazione”. La dicotomia poi è la stessa che si è verificata in passato: se De Laurentiis vuole costruire su Sarri un ciclo in prospettiva, perché non rinnova il suo contratto adeguandolo anche al valore acquisito dalla sua “scommessa”?
L’opzione nelle mani del presidente è esercitabile entro il mese di Aprile, quindi, sono attese novità in tal senso. Il Napoli nel frattempo s’avvia alla fase decisiva del campionato: mancano dieci giornate e i risultati di ieri hanno riaperto la lotta salvezza e per il sesto posto che può valere la qualificazione in Europa League nel caso in cui la Juventus batta il Milan in finale di Coppa Italia il prossimo 21 Maggio. Il destino ha voluto che Juventus-Sassuolo di venerdì sera, Udinese-Roma e Palermo-Napoli di domenica acquisissero un significato molto più intenso riguardo a più scenari. Il Palermo probabilmente sarà chiamato alla partita della vita, Iachini non è riuscito ancora a ridare un’anima da “battaglie-salvezza” al suo gruppo, il Napoli dovrà essere capace a non scomporsi, a mantenere gli equilibri e a valorizzare la sua proposta offensiva, possibilmente senza sprecare tanto nei pressi della porta avversaria.
Ciro Troise
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