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Il Napoli ha i suoi limiti ma Fabbri va fermato subito

Tre anni dopo, tornano i disastri arbitrali a condizionare il finale di campionato

Tre anni dopo la vergogna di San Siro con l’espulsione di Pjanic non decretata da Orsato, il campionato italiano presenta la brutta immagine di un finale di campionato in cui pesano tanto gli errori arbitrali.

Colpa di arbitri mediocri, del designatore Rizzoli che ha fallito, di un sistema che come raccontano le ultime notizie sul procedimento delle valutazioni continua a non funzionare a partire dal protocollo Var.

La tecnologia, davanti ad un disastro come il gol annullato ad Osimhen, deve poter intervenire, non può accettare l’errore che può incidere sul futuro dei club per le pieghe di un protocollo da cambiare quanto prima.

Il protocollo Var tiene in vita il vizio della discrezionalità

La maglia del chiaro ed evidente errore fa ripiombare certi episodi nell’alveo della discrezionalità degli uomini, una parola che col Var avremmo voluto ridimensionare tanto.

Servono il challenge per gli allenatori, le interviste del post-gara e non sugli episodi risalenti a tre anni fa e soprattutto bisogna ristrutturare tutto il meccanismo delle valutazioni all’insegna della trasparenza per trasformare la classe arbitrale.

Il Napoli è in silenzio stampa da 71 giorni, affida le sue ragioni solo alle storie Instagram di Edoardo De Laurentiis in un momento decisivo in cui i dettagli fanno la differenza. Ognuno fa le sue scelte e ne paga le conseguenze, l’auspicio è che almeno nelle opportune sedi il patron del Napoli faccia sentire la voce del suo club.

L’errore è di Fabbri, Mazzoleni non poteva farci nulla

Il primo segnale arriverà nelle designazioni del prossimo weekend, Fabbri deve essere fermato subito perché l’errore commesso al Maradona è inaccettabile. Mazzoleni non ha responsabilità, il contatto lievissimo e non da fallo c’è e, nelle maglie del protocollo Var, non può correggere l’arbitro di campo sull’intensità del tocco di Osimhen sulla schiena di Godin.

Basta guardare il curriculum di Fabbri per capire che è recidivo in errori determinanti: il fischietto di Ravenna fece infuriare Totti quando non segnalò l’intervento di D’Ambrosio su Zaniolo, negò al Milan di Gattuso un rigore nettissimo per fallo di mano di Alex Sandro.

Mazzoleni, in virtù delle restrizioni del protocollo Var, non avrebbe dovuto neanche richiamare Pasqua all’on field review sul contatto Bakayoko-Theo Hernandez in Milan-Napoli ma probabilmente in quel caso l’interpretazione nei colloqui arbitro-Var è che la situazione non fosse stata proprio ravvisata in campo.

La premessa arbitrale era fondamentale ma non si può ridurre i due punti persi contro il Cagliari solo al gol annullato ad Osimhen. Il Napoli ha dei limiti, ha perso quattro punti sanguinosi nei minuti di recupero e anche in Europa League contro la Real Sociedad fu raggiunto oltre il 90’, in quel caso il gol subito fu indolore ai fini del primo posto nel girone.

Il Napoli ha dei limiti di personalità e attenzione

Contro il Cagliari gli azzurri hanno patito il primo caldo e palesato i primi segnali di stanchezza dopo la lunga rincorsa, infatti, a livello di chilometri percorsi sia in run che in sprint i sardi hanno fatto meglio. Dopo le avvisaglie di Torino, i ragazzi di Gattuso hanno sprecato troppo sotto porta. È un dato cronico, basta pensare che il Napoli è primo nei top five campionati europei per tiri realizzati, inseguono Bayern Monaco, Barcellona e Atalanta che, però, hanno segnato di più.

Il Cagliari ha qualità, dispone di uomini incisivi a livello offensivo, era pericoloso quando riusciva a sviluppare gioco. Il Napoli fa fatica a difendere in area e, infatti, ha concesso cinque palle-gol agli avversari. Per caratteristiche la squadra di Gattuso è proiettata ad attaccare, non ha leader abituati a vincere che sanno ammazzare la partita quando c’è da portare a casa il risultato.

Hysaj commette l’ultimo errore ma all’inserimento di Nandez si arriva perché Duncan può portar palla solo senza pressione e fare un lancio indisturbato a palla scoperta, la linea difensiva non è messa bene, l’esterno albanese non scappa subito dietro per arrivare prima di Nandez o almeno ostacolarlo.

Basta riguardare come l’Inter ha protetto il gol di vantaggio sul Cagliari qualche settimana fa per capire la differenza. Il Napoli deve difendere attaccando e, dopo la sostituzione obbligata di Osimhen con Mertens, non ce l’ha fatta a tenere con continuità il pallone nella metà campo avversaria. Fabian Ruiz e Zielinski sembravano i più stanchi anche dalla tribuna, Elmas e Bakayoko dovevano fare meglio soprattutto nella gestione del pallone.

Il Napoli si è giocato il bonus, ora non può più sbagliare

Il Napoli ha problemi nell’attenzione sin da inizio campionato, con la qualità offensiva (come dimostrano i 91 gol realizzati nelle 47 partite) è riuscito talvolta a nasconderli ma ciclicamente ritornano.

Il bonus è stato dilapidato, il Napoli, complici gli scontri diretti delle altre, ha un’opportunità: vincendo contro Spezia, Udinese, Fiorentina e Verona, è in Champions League. Non si può più sbagliare e non sarà facile, le partite di fine stagione hanno delle difficoltà particolari, rappresentano un mondo a parte.

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